Il fotovoltaico è un sistema di produzione di energia particolarmente utilizzato in contesti industriali e domestici per garantire un risparmio in bolletta.
Esso funziona sfruttando l’energia solare durante le ore del giorno per trasformarla in corrente elettrica ma la quantità prodotta è sempre in eccesso rispetto a quella realmente utilizzata.
Durante le ore diurne si tende infatti ad utilizzare una piccola quantità dell’energia auto prodotta, che viene impiegata maggiormente nelle ore serali, quando l’energia solare non può più alimentare l’impianto.
Il surplus di energia auto prodotta pertanto viene reimmessa in rete ma per ottimizzare al meglio l’energia prodotta tramite impianto fotovoltaico è possibile utilizzare due modi: l’integrazione con una batteria di accumulo o lo scambio sul posto, ecco in cosa consistono, come si differenziano queste due soluzioni e quali sono i vantaggi dell’una e dell’altra.
Come usare l’energia solare di sera: la batteria di accumulo
Per ottimizzare l’autoconsumo di un fotovoltaico sfruttando l’energia solare anche di sera è possibile ricorrere ad una batteria di accumulo, integrandola nell’impianto già esistente.
Lo storage fotovoltaico permette di accumulare in apposite batterie l’energia auto prodotta per poterla sfruttare in un secondo momento a seconda delle necessità.
Il fotovoltaico, dotato di pannelli in silicio che assorbono l’energia solare per trasformarla in elettricità, non può essere sfruttato durante la notte o nelle ore serali, ossia quando il sole è tramontato e dunque non può più alimentare l’impianto.
Installare un sistema di accumulo a batteria consentirà di sfruttare l’energia prodotta in eccesso anche in queste fasce orarie senza doverla reimmettere in rete e dunque senza pagare costi aggiuntivi.
Questa soluzione è dunque un modo intelligente per tagliare le spese in bolletta, riducendo i consumi ma soprattutto i costi fissi e adeguando il proprio impianto alle reali necessità familiari e abitudini, senza sprechi o inquinamento ambientale.
Accumulare l’energia auto prodotta e non utilizzata consente, infatti, di avere energia pulita e sostenibile al momento del bisogno, così aumentando in modo pratico la propria quota di auto-consumo.
La quota di energia auto prodotta non sarà in questo caso prodotta e sfruttata in modo diretto ossia prodotta dai pannelli e immediatamente utilizzata ma sarà utilizzata in modalità differita ossia anche nel momento in cui l’energia solare non alimenta più l’impianto.
Questo sistema può garantire un risparmio anche del 90% sulle spese addebitate in bolletta per l’elettricità e fornire un aiuto concreto per salvaguardare il pianeta orientando il consumatore sempre più verso soluzioni alternative ai combustibili fossili.
Usare l’energia solare di sera: lo scambio sul posto
Oltre all’integrazione delle batterie di accumulo negli impianti esistenti, esiste un altro efficace modo di ottimizzare l’energia auto prodotta con l’impianto fotovoltaico, ossia lo scambio sul posto.
Si tratta in pratica di un sistema di cessione dell’eccesso di energia prodotta che consiste nell’immetterla in rete per poi riutilizzarla.
Questo meccanismo di cessione al gestore elettrico prevede infatti il pagamento di un corrispettivo in denaro per ogni kW di energia che viene reimmessa, ma non si tratta di una vendita piuttosto di un sistema di compensazione tra energia prelevata e ceduta.
Se questa può apparire una soluzione conveniente per il privato, in realtà lo è molto meno del sistema di accumulo, con il quale il risparmio in bolletta è notevole ma soprattutto avviene nell’immediato e che, in caso di cessione del credito al fornitore, permette anche di avere uno sconto del 50% sul prezzo di acquisto dell’impianto.
Lo scambio sul posto si presenta, invece, come un rimborso erogato a vantaggio dell’utente, che, continua a pagare la bolletta relativamente all’energia prelevata nei momenti in cui l’impianto non era attivo, pertanto il sistema implica quasi sempre un conto a credito per l’intestatario del contratto.
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