Avere delle bollette meno care grazie al risparmio energetico è sempre più possibile grazie alla scelta delle lampadine a basso consumo per l’illuminazione della vostra casa.
Quante volte siete andati a comprare una nuova lampadina e poi ne avete scelta una a caso perché non sapevate quale fosse la migliore tra tutti i tipi di lampadina disponibili? E probabilmente alla fine vi siete fatti convincere da quella con il prezzo più basso.
Se seguirete i consigli di Energit potrete stare sicuri di saper individuare le lampadine a basso consumo e ad alta efficienza energetica per illuminare al meglio tutte le stanze della vostra abitazione o del vostro luogo di lavoro.
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L’etichetta della lampadina
Una lampadina a risparmio energetico non dovrebbe mai essere scelta a caso indipendentemente dallo spazio che si vuole andare ad illuminare; per questo motivo è importante saper leggere e comprendere tutte le specifiche informative contenute nelle etichette delle lampadine che descrivono le loro caratteristiche, perché possono esservi d’aiuto a capire quale modello soddisfi le vostre esigenze:
- i lumen specificano il valore dell’emissione luminosa, ovvero la quantità di luce prodotta dalla lampadina e viene indicata dalla sigla lm. Per illuminare un ambiente molto ampio la lampadina più idonea è quella tra i 1500 e i 2000 lumen, bisogna però pensare che maggiore è il valore dei lumen e maggiore sarà il consumo di corrente elettrica;
- i watt indicano la potenza della lampadina, quindi quanta corrente elettrica si consumerà per tutti i lumen indicati dall’etichetta in base al tipo di lampadina e sono specificati dal simbolo w. Ad esempio per 600 lumen bastano pochi watt per l’illuminazione con delle lampadine a led, ma a parità di emissione luminosa i watt aumenterebbero notevolmente con delle lampadine alogene, a incandescenza oppure fluorescenti;
- la classe energetica si ottiene dal calcolo dei due parametri appena descritti e serve a indicare le prestazioni più o meno ottimali di una lampadina attraverso delle lettere dell’alfabeto, dalla A+++ per la più efficiente alla G che è la meno funzionale;
- la temperatura di colore indica la tonalità della luce attraverso i gradi Kelvin. Ci sono lampadine che emettono una luce fredda quindi tendente al bianco e all’azzurro, oppure lampadine con una luce più calda, perciò tendenti all’arancione e al giallo. La scelta della tonalità è importante perché determina la percezione che si ha dello spazio che viene illuminato, quindi, un ambiente grande come un salotto potrebbe sembrare più rilassante con una luce calda, mentre per non affaticare gli occhi e per migliorare la visibilità richiesta in un ambiente di lavoro sarebbe da preferire una luce fredda;
- l’attacco può essere grande, piccolo o a vite e queste indicazioni sono riportate da una lettera che indica il tipo di attacco, seguita da dei numeri che specificano il diametro millimetrico della filettatura. In genere quelle più utilizzate sono le lampadine con attacco piccolo E14, oppure le E27 con attacco grande.
A questo punto siete in grado di identificare le lampadine a basso consumo che fanno al caso vostro grazie all’etichetta; adesso dovete scegliere quale tipo di lampadina acquistare.
Le lampadine a incandescenza
In commercio si trovano tanti tipi di lampadina con caratteristiche e consumi differenti:
- La lampadina tradizionale, ovvero le lampade a incandescenza sono molto meno efficienti a causa del grande dispendio energetico rispetto alle lampadine a basso consumo, per questo motivo dal 2009 ne è stata messa al bando la loro produzione grazie alla decisione dell’Unione Europea.
- Le lampade a incandescenza erano formate da un bulbo di vetro al cui interno erano posizionati dei filamenti di tungsteno, che quando erano attraversati dalla corrente elettrica diventavano incandescenti producendo luce; il problema è che l’energia trasformata in illuminazione era solo il 5% mentre il restante diventava calore.
- Anche le lampade alogene sono a incandescenza, ma all’interno del bulbo di vetro è presente lo iodio, che è un gas alogeno e permette di raggiungere una temperatura ancora più alta del filamento di tungsteno, perciò, sono in grado di produrre più luce dall’intensità regolabile, hanno una durata maggiore e hanno una resa energetica del 15%, cioè di tutta l’energia elettrica che consuma solo questa percentuale è trasformata in luce. Bisogna comunque ricordare che in un futuro non molto lontano anche questo tipo di lampadine saranno tolte dal commercio a favore di tipologie più efficienti.
Le lampade a risparmio energetico
Le lampadine a basso consumo energetico sono quelle a fluorescenza e spesso sono erroneamente confuse con le lampade al neon; al loro interno contengono gas argon, vapori di mercurio e materiale fluorescente che quando sono attraversati dalla corrente elettrica, il gas produce luce ultravioletta e stimolando il rivestimento fluorescente, a sua volta produce luce. Per ottenere un’elevata intensità della luce hanno bisogno di più tempo ed energia, perciò, sarebbe meglio utilizzarle in ambienti in cui bisogna passare molto tempo in cui non serve da subito un’illuminazione forte, infine consumano il 70% di energia in meno rispetto alle lampadine tradizionali. In base alla quantità di materiale fluorescente si può ottenere una luce bianca, oppure una luce con tonalità più calde.
La lampadina a risparmio energetico però ha anche degli svantaggi: si tratta di un tipo di lampada molto fragile in particolare quando si surriscalda, toccandole si rompono facilmente causando la fuoriuscita dei gas interni, inoltre raggiungendo temperature alte hanno una dispersione di energia attraverso il calore e, infine, per garantire una durata maggiore di queste lampade sarebbe meglio evitare di spegnerle e accenderle in continuazione.
Le lampade a LED
L’acronimo LED significa Light-Emitting Diodes, infatti questo tipo di lampadine producono luce grazie a dei semiconduttori di diodi che emettono dei fotoni; non essendoci filamenti di tungsteno e altri gas questa è la tecnologia più conveniente, efficiente e sostenibile.
Le lampade a LED seppur hanno visto un utilizzo recente, in realtà sono state inventate negli anni ’60 del Novecento, nel decennio successivo sono state messe in commercio le prime luci a LED rosse e blu e solo a inizio degli anni 2000 è iniziata la vendita delle lampade a LED a luce bianca.
Perché quelle a LED sono le migliori lampadine a basso consumo? Per fare un esempio concreto esse hanno un risparmio energetico del 90% rispetto a quelle a incandescenza, l’elevato costo previsto per l’acquisto verrà ripagato con il tempo poiché se utilizzate correttamente possono avere una durata minima di 15 anni, oppure sei anni se accese di continuo per 24 ore al giorno, o 35 anni se in funzione per almeno quattro ore al giorno.
Si può dire anche che questo tipo di lampadine non danneggia la salute delle persone, poiché producono una quantità di anidride carbonica notevolmente inferiore rispetto alle lampadine viste in precedenza e non emettono radiazioni infrarosse e ultraviolette che possono danneggiare gli occhi e la pelle.
Come si diceva all’inizio, la prima cosa da fare quando si deve acquistare una nuova lampadina è dedicare del tempo alla lettura dell’etichetta per capire tutte le sue caratteristiche; chiaramente se il vostro obiettivo è il risparmio energetico, oltre alla scelta di lampadine a basso consumo dovete abbinare l’utilizzo responsabile di tutti gli altri elettrodomestici presenti nella vostra abitazione, che dovrebbero appartenere ad una classe energetica alta: in questo modo a fine anno vi accorgerete della riduzione dei costi della bolletta.