Il contatore del gas è un dispositivo che consente di misurare il quantitativo di gas che viene impiegato da un’utenza domestica, valutando quindi il conteggio e la contabilizzazione dei consumi di ciascun nucleo familiare.
In base alle singole esigenze questi valori sono destinati a modificarsi nell’arco dell’anno: basti pensare che durante i freddi mesi invernali le case devono essere riscaldate, mentre in estate il gas viene utilizzato principalmente per alimentare il boiler.
Questo strumento offre agli utenti l’opportunità di fare periodicamente un’autolettura, che deve poi essere comunicata all’azienda erogatrice, per evitare l’emissione di bollette basate su consumi presunti. Gli apparecchi di ultima generazione sono strutturati con un meccanismo digitale, finalizzato a semplificarne la lettura e soprattutto a fornire molti dati utili alle singole utenze.
Il contatore è di proprietà del distributore del servizio e, come tale, viene concesso in comodato d’uso ai consumatori che sono tenuti a servirsene in maniera adeguata, conservando intatti i suoi requisiti.
La società che si occupa della gestione del gas è comunque responsabile dell’installazione e della manutenzione del dispositivo, qualora si verificassero problemi che, in alcuni casi, potrebbero richiederne anche la sostituzione.
In caso di malfunzionamento oppure di effettivo guasto dell’apparecchio, è necessario che l’utente si rivolga direttamente al distributore, il cui nominativo è di norma riportato nella prima pagina della bolletta.
È opportuno monitorare periodicamente la lettura del gas sia per controllare che i consumi si mantengano all’interno del range tipico dell’utenza, sia per sincerarsi che il funzionamento dello strumento sia giusto.
Quali sono le funzioni di un contatore del gas
I contatori del gas di ultima generazione, che possono essere EPI (Elettronici Parzialmente Integrati) oppure TCI (Teleletti Completamente Integrati) stanno progressivamente sostituendo quelli tradizionalmente montati nelle abitazioni.
La funzione degli EPI si basa su un meccanismo d’azione termico in quanto la lettura del gas viene rilevata mediante l’analisi delle variazioni di temperatura. La funzione dei TCI, invece, prende in esame sia la temperatura che la pressione di erogazione, consentendo il riscontro di parametri più precisi, anche se alcune volte leggermente sfalsati.
Le prestazioni dei contatori del gas dipendono prima di tutto dalla loro componentistica, comprendente varie parti tutte collegate tra loro, tra cui il display digitale, che è la parte che ospita la sequenza di cifre in grado di fornire le indicazioni sullo stato dei consumi in tempo reale.
Tramite il suo corretto utilizzo è possibile evidenziare:
- il codice cliente, che consiste nel numero identificativo della fornitura del gas e che è composto da 8 cifre, presenti anche sulla bolletta del gas;
- il codice PDR, che comprende 14 cifre, si trova sulla bolletta del gas e serve per identificare in maniera univoca il luogo fisico dell’utenza, cioè dove la ditta erogatrice distribuisce il gas. Si tratta di un dato che può venire modificato in caso di cambiamento del fornitore;
- la portata massima, che è il valore di riferimento relativo alla portata termica del dispositivo, che generalmente viene misurata in kW. Si tratta di un valore da non confondere con la portata volumetrica, che corrisponde invece al volume di gas erogato nell’unità di tempo e che, nelle utenze domestiche corrisponde a 6 metri cubi per ora;
- la classe di appartenenza, che identifica la tipologia di funzione del contatore, calcolata in base a specifici parametri che vengono valutati dai tecnici della ditta erogatrice. Per le utenze domestiche, la classe dell’apparecchio è G4;
- i consumi, che rappresentano l’indice maggiormente utile all’utente dato che gli consente di quantificare in modo preciso il reale stato di funzionalità del suo impianto, evidenziando eventuali consumi che non sono compatibili con l’utenza;
- lo stato della valvola, che può essere aperta oppure chiusa a seconda della situazione contingente dell’impianto ad essa collegato e che pertanto fornisce un’indicazione importantissima per l’utente;
- il numero di matricola, che è un codice identificativo univoco e collegato in maniera chiara e leggibile all’utenza.
Nei modelli di ultima generazione questo dato corrisponde a un indice alfanumerico, formato da una prima parte con lettere dell’alfabeto seguita da una seconda parte con numeri.
Nel caso in cui il contatore fosse di tipo tradizionale, solitamente montato in immobili datati, la sua struttura è molto semplificata e prevede soltanto un display che riporta i consumi di gas.
Come valutare la portata di un contatore a gas
Com’è facile intuire, il contatore è uno strumento di estrema rilevanza per l’intero impianto a gas, che ne rappresenta anche un punto particolarmente sensibile. Esso può essere montato sia esternamente (in un apposito vano tecnico oppure in un armadietto) che internamente (in una zona protetta) dell’immobile.
Qualsiasi sia la modalità prescelta, è indispensabile attenersi alle normative di sicurezza previste dalla Legge e che fanno riferimento al decreto UNI CIG 9036.
I contatori, analogici oppure digitali, devono inoltre essere omologati e quindi rispondere a determinate caratteristiche. Per definire la portata di un apparecchio del genere è necessario innanzitutto fare riferimento alla sua classe di appartenenza che, nel caso di utenze domestiche, è G4.
La portata è collegata alla potenza termica dell’impianto, e cioè alla somma dei contributi derivanti dalle differenti apparecchiature domestiche che funzionano a gas.
Questo indice comprende due valori: la portata massima (Qmax) e la portata minima (Qmin): la prima è indicativa del valore-soglia di funzionamento oltre la quale il dispositivo non garantisce le sue prestazioni e si esprime in metri cubi all’ora; la seconda indica lo sforzo che l’impianto può sostenere per un breve periodo di tempo prima di rompersi e dipende dalla sommatoria delle singole portate relative agli apparecchi di utilizzazione installati presso l’abitazione del consumatore.
La portata ridotta è indicativa del consumo ottenuto accendendo il più piccolo degli apparecchi, che possono venire utilizzati dall’utente.
Valori esemplificativi della portata massima e minima di un contatore del gas presso un’utenza media possono corrispondere a 6 metri cubi/ora (Qmax) e 40 decimetri cubi/ora (Qmin).
In questo caso si fa riferimento a un contatore comune di classe G4, che è quello di più largo impiego presso le utenze domestiche. La portata, che indica il volume di gas metano consumato nell’unità di tempo, è strettamente collegata alla classe di appartenenza.
I contatori di classe G1,6 hanno infatti una portata di 1,6 metri cubi/ora; quelli di classe G2,5 hanno una portata di 2,5 metri cubi/ora e così via, tenendo presente che i modelli di uso comune sono appartenenti alla classe G4 che offre le prestazioni migliori e più indicate per le utenze domestiche.
Un problema da non sottovalutare è quello del rapporto tra portata massima e portata minima poiché la maggior parte dei problemi di erogazione del gas dipende appunto da squilibri di questo tipo. Per assicurare una fornitura adeguata è infatti indispensabile che il rapporto tra Qmax/Qmin rimanga entro uno specifico range definito in base a tabelle di riferimento.
Un contatore difettoso di solito misura la portata in maniera errata, indicando un volume di materia prima fornita che non corrisponde alla reale fornitura. Ecco perché è necessario controllare periodicamente il funzionamento del contatore che richiede un’attenta manutenzione ordinaria.
Come valutare la sensibilità di un contatore a gas
Spesso sottovalutata dalla maggioranza degli utenti, la sensibilità del contatore a gas è un parametro che può fornire utilissime informazioni sul funzionamento dell’impianto e anche sui relativi consumi.
La sua incidenza è differente a seconda che ci si riferisca a contatori analogici (di vecchia generazione) oppure digitali (innovativi). Per le utenze domestiche solitamente vengono utilizzati i modelli a membrana, la cui sensibilità durante le misurazioni dipende dall’isolamento della camere di misura, due contenitori destinati a riempirsi di gas.
La ripetizione di questo processo di riempimento e successivo svuotamento rappresenta l’indice principale che consente di tarare la sensibilità del dispositivo.
A partire dal 2013, nel nostro paese è incominciata la progressiva sostituzione degli apparecchi analogici con quelli digitali, che ha permesso un netto miglioramento delle loro funzioni. Anche per quanto riguarda la sensibilità si è evidenziato come i dispositivi di ultima generazione sono in grado di rilevare errori molto piccoli, contribuendo a ottimizzare le prestazioni dell’erogazione del gas e quindi del funzionamento dell’intero impianto.
Un contatore più sensibile consente inoltre di limitare i consumi energetici grazie al riscontro di minime imprecisioni che comunque, sommandosi le une alle altre, potrebbero portare a un notevole dispendio economico.
Quanto maggiore è la precisione con cui vengono riscontrate le anomalie funzionali (anche di piccolo conto), tanto più attento e puntuale può essere l’intervento di regolazione. È chiaro che un fattore discriminante tra i vari modelli di dispositivi è quello delle sue caratteristiche tecniche, dipendenti a loro volta dal tipo di fornitura garantita.
Per le utenze domestiche, la sensibilità del contatore deve essere in grado di rilevare anche minime variazioni di portata poiché le forniture sono piuttosto contenute rispetto, ad esempio, a una fornitura industriale.
In un’abitazione il gas viene utilizzato essenzialmente per l’impianto di riscaldamento, per la fornitura di acqua calda e per cucinare; si tratta di necessità che richiedono volumi di materia prima piuttosto limitati.
Un contatore perfettamente funzionante è capace di evidenziare qualsiasi problema in tempo reale, contribuendo a minimizzare esborsi eccessivi. I nuovi dispositivi elettronici sono stati progettati appositamente per rilevare rapidamente qualsiasi tipo di anomalia gestionale, basandosi su un elevato grado di sensibilità operativa.
Non bisognerebbe mai sottovalutare i segnali di malfunzionamento del contatore perché quasi sempre precedono l’insorgenza di un guasto che potrebbe causare un consumo esagerato e soprattutto non rispondente alle reali necessità dell’utente.
Portata e sensibilità del dispositivo si confermano, quindi, due preziosi alleati per monitorare con attenzione la gestione di fornitura del gas domestico e compiere una scelta ponderata e intelligente in termini di risparmio energetico, limitando le dispersioni termiche e garantendo un taglio netto delle spese in bolletta.
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