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    Bonus caldaia 2023: detrazione e risparmio energetico

    Come funziona il bonus caldaia 2023

    da Redazione | 29 Maggio 2023

    Anche nel 2023 è possibile accedere al bonus caldaia, una misura decisa dallo stato per aiutare i cittadini che svolgono lavori di sostituzione del vecchio impianto di riscaldamento per una maggiore sostenibilità ambientale e ridurre i propri consumi.

    L’agevolazione fiscale, spalmata su 10 anni, può essere applicata con diverse percentuali: 50%, 65% o, se si rientra nel Superbonus, 90%, sulle spese effettuate per sostituire la vecchia caldaia.

    La caldaia di un appartamento rappresenta l’elemento cardine di un impianto di riscaldamento tradizionale, per questo motivo è necessario prestare attenzione alla scelta della giusta tipologia, da installare ex-novo o sostituire ad un modello preesistente.

    Oltre a fattori relativi al nucleo familiare, come il numero di persone che abitano l’immobile o a esigenze di costruzione, quali dimensione, struttura e posizione della casa, è necessario tenere in considerazione la destinazione d’uso.

    La caldaia può essere utilizzata essenzialmente per due funzioni:

    • riscaldamento della casa;
    • riscaldamento dell’acqua sanitaria.

    Nel secondo caso la produzione dell’acqua calda può avvenire in modo istantaneo cioè con accensione immediata e riscaldamento dell’acqua all’apertura del rubinetto oppure ad accumulo ossia l’acqua viene riscaldata in un serbatoio con capacità media da 60 a 100 litri.

    Tra le tipologie di caldaie quelle che maggiormente si prestano a garantire un buon risparmio energetico sono quelle a condensazione: ecco come funzionano e quali sono i vantaggi. Parleremo poi degli incentivi previsti per la loro installazione e quindi in cosa consiste nello specifico il bonus caldaia 2023.

    Caldaie a condensazione: tipologie

    Le caldaie a condensazione sono il sistema più indicato per il risparmio energetico, in quanto utilizzano una tecnologia avanzata per trasformare in vapore acqueo parte del calore contenuto nei gas di scarico, così da sfruttare al meglio il combustibile e ridurre notevolmente i consumi.

    Le caldaie a condensazione permettono ai fumi prodotti nella combustione di essere raffreddati e riportati allo stato liquido, mentre nella caldaia tradizionale buona parte del calore prodotto si disperde attraverso la canna fumaria per non danneggiare l’impianto.

    Attraverso questo processo, i gas di scarico vengono espulsi ad una temperatura di circa 40°C, riducendo il consumo di energia del 16% rispetto ad una caldaia tradizionale.

    Per riscaldare un appartamento medio, le caldaie a condensazione a gas richiedono una potenza di circa 10 KW, per riscaldare l’acqua sanitaria sono necessari invece dai 25 ai 35 KW.

    Oltre ad essere una buona soluzione di risparmio energetico la caldaia a condensazione è facile da installare e da sostituire ad un impianto tradizionale, a patto di eseguire una manutenzione periodica che ne garantisca l’efficienza nel tempo.

    Caldaie a condensazione a biomassa

    Tra le tipologie di caldaie a risparmio energetico quelle a biomassa assicurano una notevole riduzione dei consumi di energia. Queste si possono distinguere in:

    • Caldaie a condensazione a legna. Questa tipologia di impianti ha il vantaggio della reperibilità dei materiali, oltre che essere dotate di una buona potenza, che oscilla dai 20 ai 50 KW.

    Perfette per le esigenze di riscaldamento di abitazioni in montagna o piccoli condomini dotati di impianto centralizzato, funzionano attraverso la combustione a fiamma inversa ossia il combustibile è collocato nella parte alta mentre la fiamma è orientata verso il basso in modo che la legna non bruci tutta insieme.

    Le caldaie a condensazione a legna possono essere di due tipi: aspiranti ossia dotate di un aspiratore dietro l’uscita dei fumi e soffiate, quando hanno un ventilatore frontalmente ad essi.

    • Caldaie a condensazione a pellet. Quella a pellet è una valida alternativa alle caldaie che utilizzano combustibili naturali: alimentate da materiali derivanti dagli scarti della lavorazione del legno, queste caldaie a condensazione garantiscono prestazioni energetiche elevate ed un risparmio in bolletta pari al 50%.

    Il funzionamento, derivante dalla combustione automatica del pellet, è assicurato da una centralina elettronica e da un software, da cui dipendono la produzione e la distribuzione del calore nell’impianto di riscaldamento.

    Oltre ad essere utilizzata efficacemente per la produzione di acqua calda, la caldaia a pellet può essere collegata a impianti moderni, come i pannelli solari, per il riscaldamento dell’ambiente domestico.

    Caldaie a condensazione: i vantaggi

    Le caldaie a condensazione permettono di risparmiare sul consumo di gas metano assicurando innumerevoli vantaggi che possiamo riassumere in quattro punti principali:

    1. Maggiore efficienza energetica. Le caldaie a condensazione assicurano il 30% in più di efficienza energetica rispetto alle caldaie tradizionali a GPL o ad aria soffiata.
    2. Elevata sicurezza. Questa tipologia di caldaie a tenuta stagna permettono di espellere i fumi prelevati dall’aria esterna attraverso fori praticati nelle pareti in fase di installazione, per questo motivo sono in grado di offrire standard di sicurezza elevati in qualsiasi contesto abitativo.
    3. Risparmio economico. Le caldaie a condensazione offrono un notevole vantaggio economico in quanto rientrano tra gli interventi soggetti a detrazione fiscale, assicurando un risparmio che va dal 20% al 30% della bolletta.
    4. Rispetto per l’ambiente. Grazie ad una riduzione dei gas inquinanti, le caldaie a condensazione hanno un basso impatto sull’ambiente, contribuendo a ridurre smog ed effetto serra.

    Quelle a condensazione non sono le uniche caldaie a risparmio energetico, tra queste rientrano anche altre due tipologie, ecco quali sono:

    Caldaia a premiscelazione

    Le caldaie a premiscelazione assicurano una riduzione dei consumi pari al 10% e un rendimento al di sopra del 90% grazie ad un perfetto bilanciamento tra aria e gas metano che favorisce una combustione ottimale nel bruciatore in grado di ridurre le emissioni inquinanti.

    Caldaia solare

    La caldaia solare sfrutta il calore solare termico per garantire un risparmio sulle spese del combustibile e ridurre al massimo le emissioni di anidride carbonica nell’aria.

    Questa caldaia a risparmio energetico prevede il posizionamento dei pannelli solari sul tetto al fine di ottenere riscaldamento e acqua calda sanitaria e spesso viene integrata a gas metano, gasolio e GPL.

    I costi iniziali di investimento per la caldaia solare è pari a quello degli impianti a condensazione, a cui si sommano quelli per un eventuale collegamento all’impianto termico preesistente, che consentirà di fornire acqua preriscaldata.

    Questa soluzione, oltre a garantire un approvvigionamento idrico senza limiti di consumo, consente di sfruttare al massimo l’efficienza del pannello solare e risparmiare notevolmente sulla bolletta del gas.

    La Legge di Bilancio 2019 ha confermato l’erogazione di incentivi fiscali per chi si impegna a migliorare il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

    Ai contribuenti spetta infatti la detrazione delle spese sostenute per i lavori, in percentuali variabili in rapporto al tipo di interventi, tra questi rientrano anche quelli di installazione di caldaie a risparmio energetico.

    Ecco quali sono i requisiti e la documentazione per richiedere le agevolazioni.

    Bonus caldaia 2023

    Dal 1° Gennaio 2018 l’installazione di caldaie a condensazione appartenenti alla classe A (o superiore) permette di usufruire di detrazioni fiscali pari al 50%; se poi sono abbinate a sistemi evoluti di termoregolazione, gli incentivi salgono al 65% delle spese sostenute.

    Come abbiamo detto in apertura, anche nel 2023 si può usufruire del bonus caldaia e con la bella stagione in arrivo non c’è momento migliore di questo per portarsi avanti e pensare di arrivare preparati al prossimo inverno.

    Per usufruire di questa agevolazione fiscale l’immobile deve essere già esistente e accatastato o in corso di accatastamento.

    È possibile usufruire della detrazione massima anche installando valvole termostatiche o attraverso l’installazione di un termostato in ogni stanza, mentre sono esclusi da questo obbligo gli impianti con temperatura inferiore a 45°C, come i pavimenti radianti.

    Sono comprese nelle spese che si possono portare in detrazione sull’Irpef e sull’Ires anche quelle relative allo smontaggio della vecchia caldaia, la messa in posa e l’installazione della nuova, opere murarie e sopralluoghi tecnici.

    Dal 2023 se si eseguono interventi trainanti che migliorano almeno di due classi energetiche l’intero immobile, si può far rientrare la sostituzione del vecchio impianto a condensazione con uno di classe A nel Superbonus al 90% (se si tratta di abitazione unifamiliare si può accedere solo con quoziente familiare reddituale inferiore a 15 mila euro).

    Gli importi massimi detraibili per ogni intervento variano in relazione alla tipologia, oscillando dai 30.000 euro per le caldaie a condensazione e pompe di calore per arrivare ad un massimo di 60.000 euro per i pannelli solari utilizzati per la produzione di acqua calda.

    L’importo da portare in detrazione include, inoltre, sia i costi relativi agli interventi di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni necessarie alla realizzazione dell’intervento stesso.

    Per ottenere la detrazione fiscale sui lavori di sostituzione o installazione di impianti dotati di caldaia a condensazione o a biomassa è necessaria una documentazione che includa:

    • la dichiarazione di conformità dell’intervento eseguita tramite asseverazione firmata da un tecnico abilitato. In caso di impianto con potenza inferiore a 100 KW è possibile sostituire questo documento con una dichiarazione fornita dai produttori della caldaia o delle valvole termostatiche, tranne che per le caldaie a biomassa;
    • le fatture delle spese sostenute per gli interventi;
    • le ricevute dei bonifici bancari o fiscali (il pagamento deve essere tracciabile) riportanti la causale di versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita IVA o codice fiscale della ditta installatrice.
    • la ricevuta di invio telematico all’ENEA tramite sito predisposto della scheda descrittiva dell’intervento effettuato, da inviare entro 90 giorni dalla data di conclusione dei lavori.

    Il bonus deve essere richiesto all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile tramite Caf o commercialista e la documentazione deve comprendere anche le caratteristiche dell’impianto realizzato.

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