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Cosa si intende per rischio elettrico?

cosa si intende per rischio elettrico

da Redazione | 18 Agosto 2021

Tutti i lavori che si svolgono in presenza di una qualsiasi fonte di energia elettrica sono potenzialmente esposti al cosiddetto rischio elettrico. Pensiamo al settore dell’edilizia, metalmeccanico, agli istituti ospedalieri ecc. Ma in realtà, in tutte le nostre abitazioni sono presenti diverse apparecchiature elettriche (frigorifero, pc, phon…) che ci espongono quotidianamente a dei rischi.

In questo articolo affronteremo nel dettaglio cosa si intende per rischio elettrico secondo la norma, quali sono le conseguenze e quali gli obblighi del datore di lavoro in materia sicurezza.

Rischio elettrico: definizione

Il Testo Unico sulla Sicurezza (Dlgs 81/08, modificato dal Dlgs 106/09) definisce cosa si intende per rischio elettrico: “rischio che deriva dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d’incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall’imperizia nell’impiego di impianti e strumentazione.”

Sia il Testo Unico che la Norma CEI 11-27 sottolineano l’importanza della messa in sicurezza delle linee e degli impianti per evitare i rischi, attuando una costante manutenzione da parte di personale certificato come idoneo e qualificato per i lavori elettrici.

Gli operatori elettrici che vanno incontro ad un potenziale rischio elettrico sono:

  • Gli elettricisti
  • Gli impiantisti
  • Gli istallatori
  • Gli addetti alla manutenzione
  • Tutti i lavoratori che operano in prossimità di impianti o fonti elettriche.

Gli effetti dannosi sul corpo umano

Il rischio elettrico, e più in generale l’elettricità, può dar luogo alla folgorazione o all’elettrocuzione, che può avvenire in modi diversi:

  1. Contatto diretto: si verifica quando il soggetto viene a contatto con una parte attiva dell’impianto elettrico e quindi sotto tensione.
  2. Contatto indiretto: quando il soggetto viene in contatto con una parte dell’impianto in genere non in tensione, che a causa di un guasto o di un malfunzionamento ha assunto una tensione elettrica.
  3. Arco elettrico: si ha quanto il soggetto viene in contatto con una scarica elettrica in aria generata dalla differenza di potenziale tra 2 punti dell’impianto.

Ecco che effetti ha l’elettrocuzione sul corpo umano:

  • Tetanizzazione. Causa un irrigidimento dei muscoli che porta alla paralisi temporanea ma reversibile del soggetto.
  • Arresto della respirazione. L’irrigidimento dei muscoli può talvolta impedire la corretta espansione della cassa toracica bloccando la respirazione.
  • Fibrillazione ventricolare. L’elettricità impedisce il pompaggio del sangue ossigenato verso il cervello.
  • L’elettricità può causare ustioni e bruciature sulla pelle del soggetto su cu avviene il contatto.

L’entità e la gravità degli effetti variano a seconda dell’intensità della scossa elettrica.

Altri pericoli

Avrete sicuramente visto molte volte degli estintori posti nei pressi di un quadro elettrico o di un impianto. La normativa lo prevede in quanto il rischio elettrico può essere dannoso non solo per l’uomo. Può provocare, infatti, anche degli incendi o esplosioni a seguito di un malfunzionamento dell’impianto elettrico, che può essere dovuto ad un corto circuito, un arco elettrico o un sovraccarico. Gli estintori sul luogo permettono, quindi, di agire rapidamente qualora si sviluppasse un incendio.

Come evitare il rischio elettrico e come tutelarsi

Per evitare e saper gestire questi rischi, la formazione dei lavoratori nell’ambito dei lavori elettrici è di fondamentale importanza. Le misure di gestione del rischio passano attraverso la prevenzione, che si realizza attraverso una formazione e informazione costante dei lavoratori. Gli addetti saranno così in grado di operare in sicurezza e con maggiore consapevolezza, effettuando una regolare manutenzione degli impianti e delle attrezzature in base alle normative tecniche CEI, con richiesta di rilascio di relativo attestato di conformità. Sono indispensabili adeguati dispositivi tecnici e misure di protezione individuale (come guanti e calzature antistatiche).

I dispositivi di protezione individuale contro gli shock elettrici devono soddisfare requisiti supplementari specifici:

  • Avere un grado adeguato di isolamento.
  • Riportare la classe di protezione o della tensione d’impiego.
  • Indicare il numero di serie e della data di fabbricazione.

La prevenzione ha lo scopo di evitare il verificarsi dell’incidente, mentre la protezione mira a limitare le conseguenze dell’incidente.

Quali sono gli obblighi del datore di lavoro?

In presenza di rischio elettrico in alta tensione nessun lavoro deve essere eseguito da persone prive di adeguata formazione. Il datore di lavoro ha l’obbligo di formare ed informare adeguatamente tutti i lavoratori che operano in una di queste 3 categorie di lavoro elettrico (definite dalla normativa CEI 11-27):

  1. Lavori sotto tensione svolti su parti attive di impianti elettrici;
  2. lavori in prossimità di tensione eseguiti entro una certa distanza dalle parti attive di impianti elettrici;
  3. lavori fuori tensione effettuati su parti di impianti elettrici privi di tensione.

L’articolo 80 del Testo Unico stabilisce gli altri obblighi per il titolare dell’azienda. Il datore deve applicare le misure necessarie affinché gli impianti, i materiali, le apparecchiature e i dispositivi abbiano requisiti tali da proteggere i lavoratori da:

  • Contatti elettrici diretti e indiretti
  • Innesco e propagazione di incendi e di ustioni
  • Innesco di esplosioni
  • Fulminazione diretta ed indiretta
  • Sovratensioni.

Il titolare deve procedere con la valutazione del rischio elettrico tenendo conto di: impianti, apparati, condizioni e caratteristiche del luogo di lavoro e dei processi lavorativi.

La valutazione del rischio elettrico deve essere periodicamente rivista in base a cambiamenti dei processi lavorativi o dell’organizzazione aziendale.

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