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    Di cosa si occupa la geoingegneria climatica?

    cos'è la geoingegneria climatica

    da Redazione | 17 Dicembre 2021

    Manipolare il clima a livello globale per poter controllare le perturbazioni, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento della temperatura sulla Terra e la rimozione dell’anidride carbonica: sembra la trama di un film di fantascienza e invece si tratta della geoingegneria climatica, quella che per molti studiosi è l’ultima strategia da poter impiegare in questo decennio per contrastare i cambiamenti climatici.

    Se da una parte continuano ad aumentare i progetti e i finanziamenti per portare avanti le strategie che potrebbero mettere fine al problema del cambiamento climatico entro un futuro non troppo lontano, dall’altro canto non mancano gli oppositori che vedono in questa scienza un pericolo dovuto alla scarsa conoscenza degli effetti collaterali che si potrebbero innescare, ma anche alle disuguaglianze sociali che si andrebbero a creare nel caso in cui l’ingegneria climatica venisse impiegata in maniera errata.

    Energit da anni segue con grande interesse tutto ciò che riguarda l’utilizzo consapevole dell’energia in particolare quella pulita, per garantire un futuro migliore e partecipare alla battaglia del climate change; quindi, con questo articolo vediamo di cosa si tratta per capire quanto l’ingegneria climatica possa essere d’aiuto per il sistema climatico e per il nostro Pianeta.

    Che cos’è la geoingegneria climatica?

    La geoingegneria climatica o più semplicemente l’ingegneria climatica rappresenta le proposte tecnologiche che devono essere impiegate per combattere cause ed effetti del cambiamento climatico su larga scala, con particolare attenzione al riscaldamento globale. Queste tecnologie dovranno essere utilizzate per la manipolazione del clima fatta in maniera controllata e sicura: per questo motivo si deve procedere con esperimenti per verificare l’effettiva efficacia di questi interventi, senza tralasciare i rischi e gli effetti collaterali.

    Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico se non verranno rispettati gli accordi tra i diversi paesi per ridurre le emissioni di gas serra, entro la fine del secolo ci sarà un aumento della temperatura globale compresa tra 1,8 e 4 gradi Celsius con disastrose ricadute per il Pianeta e quindi per l’uomo. Le proposte tecnologiche della geoingegneria climatica sembrano essere quindi l’ultima possibilità che si avrebbe a disposizione per salvare il mondo, il suo ecosistema e tutti i suoi abitanti.

    Gli studi dell’ingegneria climatica si concentrato prevalentemente su due tipi di intervento, ovvero l’eliminazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera e la riduzione della radiazione solare.

    Rimozione dell’anidride carbonica

    Con questa strategia si vogliono eliminare del tutto o ridurre in maniera consistente i cambiamenti del sistema climatico causati dall’anidride carbonica e da altri gas come il metano, che provocano l’effetto serra. Queste azioni possono comprendere:

    • un rallentamento della deforestazione con conseguente riforestazione e un utilizzo più ottimale del territorio;
    • produzione di biocombustibili che catturano l’anidride carbonica (BECCS);
    • produzione di biochar attraverso la gestione delle biomasse;
    • fertilizzazione dei mari e degli oceani.

    In poche parole, con queste strategie si vuole eliminare l’anidride carbonica dall’atmosfera, ma il problema maggiore è che la CO2 dispersa nell’atmosfera è estremamente diluita, quindi, per assorbirne un solo litro è necessario analizzare 2500 litri di aria con l’utilizzo di fonti rinnovabili che non producano a loro volta gas serra.

    La riforestazione è un’ottima soluzione per l’assorbimento dell’anidride carbonica, ma rimane comunque un processo molto lento che può portare risultati concreti solo a lungo termine.

    La Bio-Energy with Carbon Capture and Storage (BECCS) ovvero la generazione di biocombustibili con cattura e sequestro dell’anidride carbonica funziona attraverso il prelievo della bioenergia dalla biomassa, che permette la cattura e infine lo stoccaggio del carbonio in vecchi giacimenti petroliferi esauriti; il problema di questa strategia sta negli alti costi per metterla in pratica, la mancanza di grosse quantità di biomassa che per essere incrementata si dovrebbero convertire le colture volte all’alimentazione delle persone e degli animali, l’ipotesi che in futuro i gas immessi nel sottosuolo possano fuoriuscire.

    Un altro utilizzo della biomassa di origine animale o vegetale prevede la produzione di biochar, ovvero di biocarbone che può essere impiegato per la fertilizzazione di terreni particolarmente acidi: il biochar si ottiene dalla combustione ad alte temperature della biomassa che se venisse impiegato per l’alimentazione delle centrali elettriche sprigionerebbe a sua volta CO2, mentre può dare risultati soddisfacenti nella fertilizzazione del terreno.

    L’assorbimento dell’anidride carbonica può partire anche dall’acqua di mare e oceani: distribuendo sulle superfici acquatiche dei nutrienti ricchi di ferro, azoto e fosforo si favorisce la crescita dei fitopancton che attraverso la fotosintesi sono in grado di assorbire grandi quantità di CO2.

    Riduzione della radiazione solare

    La geoingegneria solale vuole intervenire sulle cause che provocano il riscaldamento globale; quindi, si cercano soluzioni per assorbire i raggi solari e in particolare per modificare l’albedo terrestre, ovvero per aumentare il potere di riflettere la luce.

    Per poter aumentare questo potere riflettente si vuole intervenire su tre livelli:

    1. sulla superficie terrestre per incrementare l’albedo e contrastare l’assorbimento dei raggi solari sotto forma di calore e favorire invece il riflesso della luce;
    2. in atmosfera attraverso la creazione di nubi sugli oceani, oppure con iniezioni di aerosol nella stratosfera;
    3. nello spazio con l’installazione di specchi o altri oggetti riflettenti.

    La prima strategia è stata provata negli Stati Uniti, in particolare nelle strade di Los Angeles che sono state coperte da un sottile strato di vernice dalla colorazione chiara e in questo modo è stato aumentato l’albedo della città. Una strada asfaltata ha un potere riflettente molto basso, questo significa che solo il 20% dei raggi solari che colpiscono l’asfalto vengono riflessi, mentre tutto il resto viene assorbito e rilasciato sotto forma di calore; una strada chiara invece ha un alto potere riflettente ed è in grado di riflettere fino al 90% della radiazione solare.

    L’albedo in atmosfera può essere rafforzata favorendo la formazione di nubi artificiali di condensazione sopra la superficie degli oceani in particolare nelle zone più fredde, sfruttando la nebulizzazione dell’acqua in modo da riflettere i raggi solari prima che tocchino e riscaldino le acque.

    Per quanto riguarda le immissioni di aerosol nella stratosfera e quindi la parte dell’atmosfera che si trova tra i 12 e i 50 km dalla superficie terrestre, si è preso spunto dall’eruzione del vulcano Pinatubo. Questo vulcano si trova nella parte occidentale dell’isola filippina di Luzon ed era inattivo da più di 500 anni, quando nel 1991 una forte eruzione ha avuto un enorme impatto sul sistema climatico a livello globale per un paio di anni: il risveglio del vulcano ha provocato il rilascio di grandi quantità di ceneri vulcaniche e aerosol di acido solforico che negli anni successivi si sono diffusi in tutto il mondo; l’acido solforico ha un grande potere di riflettere la radiazione solare provocando quindi l’abbassamento della temperatura globale. Da questo fenomeno naturale è stata definita l’idea di rilasciare nell’atmosfera le polveri di solfuri attraverso razzi o aerei per eliminare il riscaldamento causato dall’anidride carbonica.

    Salendo ancora di più nello spazio in particolare a 1,5 milioni di km dalla Terra, gli scienziati hanno progettato di mettere in orbita degli specchi o una specie di ombrellone fatto con materiali riflettenti per bloccare i raggi solari in modo da evitare il riscaldamento globale senza dover rinunciare alla giusta illuminazione del Pianeta.

    Quali sono i rischi?

    La geoingegneria climatica negli ultimi anni ha trovato il supporto di numerosi investitori, ma allo stesso tempo si è scontrata anche con dei convinti oppositori delle strategie che abbiamo appena visto, perché ritengono che gli effetti collaterali possano essere maggiori rispetto ai presunti benefici.

    Bisogna intanto partire dal presupposto che fare affidamento esclusivamente sulla geoingegneria solare volta ad abbassare la temperatura globale non basta a ristabilire il sistema climatico, poiché agendo solo in questa direzione non ci sarebbe nessun cambiamento sulla quantità dei gas serra nell’atmosfera; una delle maggiori critiche, infatti, insiste sul fatto che l’utilizzo di queste strategie serva solo ad evitare di ridurre a zero le emissioni di CO2.

    Per ottenere dei risultati efficaci e abbassare al minimo gli effetti collaterali, bisogna intervenire su larga scala a livello globale, poiché la Terra ha un unico ecosistema e intervenire in maniera localizzata ne romperebbe l’equilibrio. Il problema è che anche se si conosce molto del sistema climatico, ancora non si hanno le giuste competenze per prevedere in maniera certa le conseguenze che si otterrebbero con la manipolazione del clima.

    Come abbiamo detto la fertilizzazione degli oceani sarebbe una delle strategie più veloci e meno onerose da poter attuare, eppure introdurre delle specie che potrebbero diventare invasive e modificare quindi la quantità dei fitoplancton in acqua, potrebbe dare il via ad un effetto domino che investirebbe l’intero ecosistema marino ad ora sconosciuto.

    Riprendendo l’esempio del vulcano Pinatubo, l’aerosol di acido solforico e le ceneri vulcaniche che per anni hanno attraversato la Terra hanno favorito l’inseminazione delle nuvole nel Nord America aumentando così la quantità delle precipitazioni; inoltre, durante questo fenomeno è stato rivelata una notevole diminuzione dello strato dell’ozono e in particolare sopra l’Antartide il buco dell’ozono ha raggiunto dimensioni allarmanti: che cosa accadrebbe quindi se nell’atmosfera venisse rilasciato aerosol per una durata temporale non ancora definita? Secondo le ipotesi, date le correnti gli aerosol si concentrerebbero nei Tropici che verrebbero raffreddati a discapito dei Poli, che riscaldandosi velocizzerebbero lo scioglimento dei ghiacciai.

    Altro elemento chiave nelle discussioni che riguardano la geoingegneria climatica è che per poterla applicare a livello globale si devono prima stipulare degli accordi internazionali che regolino l’utilizzo delle strategie di manipolazione climatica, per evitare l’insorgere di nuove disuguaglianze e conflitti tra paesi con interessi diversi.

    Il fattore umano rientra tra gli effetti collaterali che possono essere scatenati dall’ingegneria climatica: queste strategie come abbiamo detto sono volte in particolar modo all’abbassamento delle temperature e quindi a controllare gli effetti del cambiamento climatico. Questa potrebbe essere la soluzione per tutti quei paesi che vorrebbero abbassare le temperature oltre gli standard ottimali, sconvolgendo così l’intero sistema climatico, finendo raffreddare troppo il Pianeta.

    La manipolazione del clima a favore di un singolo paese potrebbe essere visto inoltre come un via libera per la creazione di armamenti climatici, dato che ancora non esistono accordi internazionali a riguardo e il fatto che negli Stati Uniti e in altri paesi esistono dei brevetti chiusi, ovvero dei brevetti i cui dettagli che li riguardano sono protetti per ragioni militari, non è affatto rassicurante.

    La cosa importante che governi e cittadini di ogni paese devono capire è che l’abbassamento delle temperature attraverso la riduzione della radiazione solare da sola non basta ed è di vitale importanza abbattere le emissioni di anidride carbonica che si può ottenere in primis attuando gli accordi internazionali già stipulati, volti alla decarbonizzazione totale.

    Anche i cittadini nel loro piccolo possono fare la differenza: una dieta più consapevole, un consumo energetico domestico più efficiente, evitare la moda fast fashion e scegliere di spostarsi con mezzi elettrici possono portare dei benefici al nostro pianeta.

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