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Dove sono le 48 centrali a gas in Italia?

dove sono le centrali a gas Italia

da Redazione | 14 Novembre 2022

Conseguente agli accordi presi in sede europea relativi all’abbattimento entro il 2030 del 55% delle emissioni di CO2 rispetto al 1990 e alla piena decarbonizzazione entro il 2050, vi è la decisione di dimettere entro il 2025 tutte le centrali a carbone presenti in Italia. Il Paese intende quindi rispondere al fabbisogno attualmente coperto dalle centrali a carbone con la costruzione di nuove centrali a gas naturale, secondo quanto dichiarato nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) approvato nel 2019.

Si tratta di una scelta oggetto di controversia, specialmente in materia ambientale: infatti, se si considerano le consistenti fughe di filiera del gas, altamente climalterante, non sembrerebbe che le centrali a gas rappresentino complessivamente un grande passo avanti sul piano dell’inquinamento. Vi sono tuttavia vari punti, come vedremo nel corso dell’articolo, a favore delle centrali a gas e che portano a mettere in discussione le obiezioni di natura ambientale.

Prima di scoprire dove sono i nuovi progetti per le centrali a gas in Italia, partiamo dall’inizio: cosa è una centrale a gas?

Cos’è una centrale a gas?

Per centrale a gas si intende generalmente una centrale elettrica a gas, ovvero un impianto atto alla generazione di energia elettrica che utilizza un gas come fluido di lavoro. Ecci di seguito i principali tipi di centrali a gas:

  • Le centrali termoelettriche a gas, dove la combustione del gas naturale è utilizzata generare vapore tramite il riscaldamento dell’acqua presente in una caldaia. La forza del vapore generato mette poi in moto una turbina, a sua volta collegata ad un alternatore per la produzione di energia elettrica. Solitamente questo genere di centrali sono costruite vicino ai fiumi o al mare, poiché necessitano di grandi quantità d’acqua per generare il vapore.
  • Le centrali elettriche a turbogas, dove la combustione del gas naturale avviene direttamente nella turbina a gas, il cui moto è collegato ad un alternatore per la produzione di energia elettrica. Questo tipo di centrale può essere costruito anche lontano dai corsi d’acqua.
  • Le centrali termoelettriche ciclo combinato, le quali uniscono le tecnologie delle due centrali sopramenzionate (infatti si chiamano anche centrali a ciclo gas-vapore). Le centrali a ciclo combinato utilizzano i fumi che fuoriescono dalle centrali turbogas per generare vapore e, di conseguenza, energia elettrica. Si tratta di centrali di ultima generazione, che aumentano il rendimento elettrico delle centrali.

Queste tre tipologie di centrali a gas possono essere anche cogenerative, ovvero capaci di generare contemporaneamente sia energia elettrica sia energia termica finalizzata al riscaldamento degli ambienti.

Dove sono le 48 centrali a gas in Italia in attesa di approvazione?

Le centrali a gas in Italia che dovranno essere o rinnovate o costruite ex novo sono 48, in attesa dell’autorizzazione dal Ministero della Transizione Ecologica. Complessivamente, la potenza dei 48 progetti sarà di 18.500 Megawatt.

Le 48 centrali sono ben spartite fra il Nord e il Sud del Paese (circa una ventina a Settentrione ed una ventina a Meridione) con una percentuale minore nel Centro.

Di seguito una lista di alcune delle centrali a gas principali:

Nord:

  • Cassano d’Adda (A2A);
  • Bertonico Lodi (Sorgenia);
  • Ravenna (Eni);
  • San Quirico Parma (Edison).

Centro:

  • Piombino (Meta);
  • Le cartiere di Porcari in Lucchesia (Smith Paper);
  • Sulmona (Meta);
  • Cassino (Meta);
  • Nera Montoro nel Ternano (Engie).

Sud:

  • Benevento (Luminosa);
  • Acerra (Friel);
  • Monopoli (Italgreen);
  • Pace del Mela nel Messinese (Duferco).

Vantaggi del gas rispetto al carbone

Come abbiamo detto, la questione sulle centrali a gas è oggetto di controversie, in quanto non tutti si trovano d’accordo nel considerare queste centrali a minore impatto ambientale rispetto alle tradizionali centrali a carbone. Chi si reputa a sfavore delle centrali a gas lo è generalmente sulla base che, nonostante i numerosi vantaggi che andremo ad elencare, le fughe di filiera del gas azzerano i benefici, poiché climalteranti.

Per quanto riguarda i vantaggi rispetto al carbone, questi sono stati quantificati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e considerano principalmente:

  1. Il miglioramento dell’efficienza;
  2. le minori emissioni di anidride carbonica;
  3. la migliore stabilità e resilienza delle reti;
  4. la possibilità di avere intensi picchi di produzione di energia.

Vediamo questi punti più nel dettaglio.

Per quanto riguarda il primo punto, ovvero il miglioramento dell’efficienza, parliamo di una crescita dai 10 punti percentuali ai 20 nel caso delle tecnologie di ultima generazione. Siamo infatti passati dal 40% degli impianti a carbone tradizionali al 50% degli impianti a metano ed al 60% nel caso degli impianti più sofisticati.

Per quanto riguarda invece il secondo punto, ovvero emissioni, secondo i dati risulterebbe che, a parità di energia elettrica prodotta, la quantità di energia elettrica prodotta può essere ridotta fino anche al 50%.

A differenza dei primi due punti, il terzo non è tanto legato all’ambiente quanto invece all’agilità di utilizzo: la transizione dal carbone al gas consente appunto di migliorare la stabilità, la resilienza e l’efficienza delle reti. Nel considerare questi punti di vantaggio bisogna sempre valutare il gas come una via di transizione dal carbone all’uso di sole fonti rinnovabili (e batterie di accumulo), e non dunque come una meta finale. Se guardiamo solo il medio periodo, infatti, il gas risponde alle esigenze pratiche nel modo migliore, specialmente se teniamo conto che il consumo di energia sarà sempre più intermittente.

Ancora, un altro vantaggio del gas è la possibilità di avere intensi picchi di produzione energetica, come abbiamo detto nel nostro quarto ed ultimo punto. Questa peculiarità degli impianti a gas è stata concretizzata nei peaking power plant ed è una delle principali caratteristiche proprie del gas naturale che lo rendono un facilitatore rispetto all’ingresso nei mercati di energia delle fonti rinnovabili. Grazie alla possibilità di avere intensi picchi di produzione di energia, infatti, le centrali a gas sono in grado di risolvere il problema del vento e del sole. Questa prospettiva è già stata confermata dal Report sull’energia elaborato da BloombergNEF nel 2020: tale report prevedeva una crescita annua in progressione costante (fino al 2050) dello 0,6% rispetto all’impiego del gas naturale.

In generale, quali saranno i reali vantaggi delle centrali a gas in Italia dipenderà dagli effettivi traguardi tecnologici che verranno raggiunti. I dati però sembrano essere positivi: per fare un semplice esempio, con l’ultima classe di turbine è stato possibile passare da un massimo di 50 Megawatt al minuto ad quota di ben 100 Megawatt. Con l’innovazione tecnologica si punta ad alzare ancora questa soglia produttiva ed al contempo ridurre l’impianto ambientale, specialmente tramite l’introduzione di catalizzatori atti a raccogliere ossidi di azoto ed anidride carbonica. In tal modo non vi saranno immissioni inquinanti di tale tipo in atmosfera e verrà completamente annullato il punto a sfavore delle centrali a gas sopramenzionato.

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