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    Quando la caldaia consuma di più?

    quando la caldaia consuma di più?

    da Redazione | 07 Ottobre 2022

    L’autunno è finalmente arrivato e con esso aumentano anche i costi in bolletta, relativi alla necessità di riscaldare ambienti sempre più freddi e al desiderio di docce più calde e rilassanti. È utile allora informarsi per poter attuare comportamenti tali da ridurre i costi al minimo.

    Al fine di riscaldare gli ambienti ed ottenere acqua calda sanitaria, la maggioranza delle famiglie usufruisce della caldaia.

    La caldaia è in grado, bruciando il gas naturale, di riscaldare l’acqua la quale, dopo aver raggiunto la temperatura desiderata, verrà smistata nei punti necessari per l’utilizzo, quali sanitari, radiatori o termosifoni.

    Capire quando la caldaia consuma di più è estremamente utile per ridurre il più possibile i casi di maggiore consumo e dunque diminuire gli sprechi ed i costi in bolletta.

    Ma partiamo dall’inizio.

    Come si calcola il consumo di gas di una caldaia?

    La potenza di una caldaia viene solitamente espressa in kW termici. Per avere un punto di riferimento: il consumo medio di una caldaia alla massima potenza nell’arco di un’ora è di 24 kW termici. Ma come esplicare questa potenza in kW in consumo di gas (metano) al metro cubo?

    Purtroppo, rispondere non è così semplice: vi sono numerosi fattori che entrano in gioco (come ad esempio le condizioni dell’impianto) e la risposta risulta dunque essere diversa per ogni utente. Il modo più sicuro per conoscere quanti metri cubi di gas vengono consumati dalla caldaia è leggere il consumo di gas in un determinato arco di tempo segnato in bolletta in relazione alla propria caldaia e poi dividere tale consumo per le ore che si vuole prendere in considerazione.

    Può essere ad ogni modo utile considerare che da 1 metro cubo di gas scaturisce, teoricamente, un’energia termica pari a 9,6 kW. Si potrebbe dunque moltiplicare tale valore per i metri cubi di gas consumati (segnati in bolletta) e conoscere così la quantità di energia termica consumata in quel determinato arco di tempo.

    Se volessimo dare dei valori generici, potremmo considerare che dividendo 24kW termici (consumo medio all’ora di una caldaia alla massima potenza) per 9,6kW (energia termica scaturita da 1 metro cubo di gas) otterremmo come risultato che in un’ora una caldaia alla massima potenza consuma circa 2,5 metri cubi di gas.

    In realtà, però, una tradizionale caldaia a gas traduce il gas utilizzato in energia termica per un rendimento solo del 85%. Questo è dovuto a varie dispersioni e altri fattori che è bene conoscere per poter compiere decisioni (relative, ad esempio, alla scelta della caldaia) che portino a sfruttare al meglio il gas ed inquinare meno.

    Il consumo della caldaia: da cosa dipende? Le variabili nel calcolo dei costi in bolletta

    L’importo segnato in bolletta relativo al consumo del gas non dipende unicamente dalla quantità di gas utilizzata, ma ci sono numerose altre variabili da tenere in considerazione. Alcuni esempi al riguardo sono:

    • Il potere riscaldante del gas metano.
    • La tecnologia della propria caldaia: ci sono ad esempio caldaie a condensazione capaci di recuperare in parte il calore disperso e dunque possono rendere fino al 25% in più rispetto ai modelli tradizionali.
    • La capacità della caldaia: abbiamo detto che il valore medio equivale a 24kW, ma non tutte le caldaie sono uguali. Vi sono ad esempio caldaie la cui potenza è maggiore ed il cui consumo di gas in un’ora è superiore.
    • L’intermittenza: qui influisce in maniera considerevole la capacità isolante della propria abitazione, in quanto nei casi in cui la caldaia riesca a raggiungere velocemente il valore indicato sul termostato non rimarrà accesa per l’intera ora in modo continuativo e, di conseguenza, consumerà meno.
    • Il costo per SMC (Standard per Metro Cubo): questo costo varia a seconda del mercato a cui l’utente ha deciso di aderire (libero o di tutela). Nel mercato di tutela il prezzo del metano cambia ogni tre mesi ed è regolamentato dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

    Quando la caldaia consuma di più?

    Come avrete già cominciato ad intuire dal paragrafo precedente, i consumi relativi alla caldaia dipendono da numerosi fattori.

    Un fattore che probabilmente stupirà i più riguardo a quando la caldaia consuma di più coincide con il tempo di utilizzo, ma in maniera a primo acchito poco intuitiva. Infatti, la caldaia consuma di più quando il riscaldamento è acceso per poche ore o quando la caldaia viene accesa e spenta più volte. In questo caso, poiché la temperatura di partenza dell’acqua (o dell’ambiente in generale) tornerà ad essere bassa, la caldaia sarà costretta a funzionare al massimo della sua potenza e, conseguentemente, consumare più gas.

    Nel caso invece in cui il riscaldamento sia acceso da molte ore, la caldaia non dovrà fare altro che mantenere costante la temperatura già presente nell’ambiente e, dunque, lavorerà alla minima potenza.

    Oltre questo fattore un po’ contro-intuitivo, vi sono poi vari altri fattori relativi, ad esempio all’isolamento termico dell’abitazione (come è ovvio, la caldaia consuma di più in un ambiente non isolato termicamente ed in cui vi è maggiore dispersione di calore) o vari altri fattori relativi alla tecnologia della caldaia o alla scelta adeguata della caldaia rispetto alle proprie esigenze (a tal fine può sempre essere utile chiedere aiuto ad un esperto in materia).

    Come utilizzare correttamente la caldaia per risparmiare in bolletta

    Abbiamo detto che, fra le altre cose, la caldaia consuma di più quando viene accesa e spenta più volte o quando la casa disperde molto calore verso l’esterno (come ad esempio nel caso in cui vi sia una considerevole differenza di temperatura fra interno ed esterno). Tuttavia, per capire come  risparmiare il più possibile rispetto ai consumi della caldaia vi sono altri fattori da prendere in considerazione, come ad esempio:

    • la temperatura esterna all’abitazione: il consumo è maggiore per passare dai 7 ai 21 gradi che per passare dai 18 ai 22;
    • qual è il tipo di impianto di riscaldamento e della caldaia;
    • se vi sia o meno la presenza di termostati.

    È generalmente consigliabile non essere troppo veloci nell’aumentare la temperatura interna dell’abitazione (ovvero, se possibile, non far lavorare al massimo il bruciatore). La ragione principale è che nel caso in cui la temperatura interna venisse fatta salire troppo in fretta si avrebbe una maggiore dispersione verso l’esterno.

    È meglio optare invece per una temperatura un po’ più bassa, ma mantenuta costante.

    È bene inoltre assicurarsi che la caldaia sia dotata di valvola di by-pass, comandata dal termostato. In questo modo, quando la temperatura raggiunge il valore desiderato, la valvola chiude autonomamente l’acqua diretta ai termosifoni, rimandandola in caldaia ed evitando così inutili sprechi.

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