Cos’è l’intensità energetica?

Concetto di intensità energetica, efficienza, economia

da Redazione | 08 Ottobre 2025

L’intensità energetica rappresenta un indicatore macroeconomico che permette di capire quanto un Paese o un settore sia energivoro rispetto alla sua capacità produttiva.

Conoscere l’intensità energetica significa capire quanto un sistema (un’azienda, un’economia nazionale) è efficiente nel convertire energia in valore reale.

In questo articolo parleremo di questo indicatore, a cosa serve e qualche dato relativo all’Italia.

Intensità energetica: definizione

L’intensità energetica è il rapporto tra il consumo energetico di uno Stato o area geografica e la sua misura di produzione economica (tipicamente il PIL – Prodotto Interno lordo). È un indicatore (approssimativo) che cerca di misurare “quanta energia serve per produrre un’unità di ricchezza”.

Viene calcolata come: Consumo Interno lordo di energia (CIL) diviso l’unità di prodotto interno lordo.

In altre parole, se un’economia ha un’intensità energetica elevata, significa che “spende” molta energia per ogni milione di euro (o ogni unità di PIL) prodotto; se l’intensità è bassa, vuol dire che l’economia è più efficiente perché consuma meno energia.

L’intensità energetica è strettamente collegata al concetto di efficienza energetica: se diminuisce nel tempo, è spesso segno che si stanno ottenendo miglioramenti nell’efficienza energetica.

Perché è utile l’indicatore di intensità energetica?

L’intensità energetica è uno strumento utile per vari scopi:

  • Monitoraggio dell’efficienza energetica nazionale o settoriale. Facendo un confronto anno dopo anno, se l’intensità energetica cala significa che il sistema economico consuma meno energia per unità di produzione, cioè si migliora l’efficienza energetica.
  • Confronti internazionali. Permette di confrontare quanto “energivore” siano le economie di diversi paesi, al netto delle dimensioni assolute.
  • Politiche e strategie energetiche. La pubblica amministrazione può fissare obiettivi di riduzione dell’intensità energetica e progettare interventi quali incentivi, regolamenti, norme per l’edilizia, per i settori industriali, per il settore pubblico, ecc.
  • Transizione verso decarbonizzazione. Ridurre l’intensità energetica è un elemento chiave per decarbonizzare, cioè per ridurre le emissioni complessive, a parità di crescita economica.

Insomma, l’indicatore è utile perché collega energia ed economia in modo diretto.

Dati intensità energetica dell’Italia

Secondo il Rapporto annuale sull’efficienza energetica (redatto da ENEA anno 2024), nel 2022 l’intensità energetica primaria italiana è stata pari a 77,77 tep (tonnellate equivalenti petrolio) per milione di euro. Rispetto al 2021 questa intensità è diminuita di circa l’8,2%, grazie al calo del consumo interno e alla crescita del PIL (+4,7 %) nel 2022.

Dal 2000 al 2022 l’intensità energetica primaria si è ridotta del 21,1%.

Anche i dati preliminari per il 2024 (Rapporto ISPRA) mostrano un’ulteriore diminuzione dell’intensità energetica e degli indicatori di decarbonizzazione. L’ISPRA, tramite l’indicatore “intensità energetiche finali settoriali e totali”, segnala che nel 2023 l’intensità energetica finale in Italia era pari a 56,5 tep consumati per milione di euro (M€/anno). Questi dati mostrano che l’Italia sta progressivamente migliorando l’efficienza energetica (cioè riducendo l’intensità). Si legge che “il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia è più bassa rispetto alla media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia della forte fiscalità, del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica lorda l’Italia si colloca al 7° posto tra i paesi europei”.

Anche gli Stati Uniti hanno fatto progressi nel ridurre l’energia utilizzata per unità di PIL nel corso del tempo, ma i numeri indicano che anche lì c’è margine di miglioramento, come in ogni economia moderna.

Da cosa dipende l’intensità energetica?

Dipende dallo sviluppo economico di un paese ed è influenzata da vari elementi interconnessi. Ecco le principali determinanti:

  • Condizioni climatiche e stili di vita. Clima mite, disponibilità di fonti rinnovabili locali (sole, vento, idro), possono ridurre il fabbisogno energetico per riscaldamento, trasporti e altri usi.
  • Composizione del sistema economico. Se un’economia ha una forte quota di attività industriali energivore la sua intensità tende ad essere maggiore.
  • Efficienza tecnologica e innovazione. Tecnologie più efficienti, macchinari meno energivori, recuperi di calore, sistemi di cogenerazione, automazione intelligente possono permettere di produrre lo stesso output con minore consumo energetico.
  • Regolamentazione, politiche e incentivi. Incentivi per efficienza energetica, regolamentazioni edilizie, standard minimi, possono spingere verso una riduzione dell’intensità energetica.
  • Prezzi dell’energia. Se l’energia è costosa, le aziende e i consumatori solitamente sono incentivati a usarla meglio, a risparmiare, a investire in efficienza.

Intensità energetica e risparmio energetico

In Italia, i dati più recenti mostrano un trend lungo di riduzione dell’intensità energetica, sia primaria sia finale, grazie a progressi tecnologici, politiche di efficienza, cambiamenti nella struttura economica e processi di elettrificazione. Tuttavia, permangono differenze rilevanti tra settori (industria, servizi, agricoltura) e margini di miglioramento (ad esempio nell’edilizia, nei processi industriali).

Ridurre l’intensità energetica significa anche promuovere il risparmio energetico, contenere i costi e favorire la decarbonizzazione. Un tema molto caro a noi di Energit che offriamo diverse soluzioni di risparmio energetico per tutte le necessità, dedicate al riscaldamento e al raffrescamento degli ambienti, produzione di acqua calda sanitaria, produzione di energia elettrica da fotovoltaico e accumulo. Tutte le soluzioni sono pensate per essere sostenibili e amiche dell’ambiente!

Alla fine, l’obiettivo non è solo consumare meno energia, ma consumarla meglio, evitando sprechi, perdite o inefficienze.

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