Coefficiente correttivo gas: cos’è e come si calcola

Cosa è il coefficiente C del gas

da Redazione | 25 Luglio 2025

Quando apriamo la bolletta del gas troviamo molte sigle, ma una in particolare influisce direttamente sul costo finale: il coefficiente correttivo C. Questo parametro, chiamato anche coefficiente di conversione, serve a trasformare il volume di gas che il contatore registra in metri cubi mc nelle condizioni reali di utilizzo, in standard metri cubi smc, l’unità di misura che i fornitori usano per fatturarci l’energia. Senza di lui pagheremmo importi distorti, perché temperatura, altitudine e pressione cambiano da una città all’altra e modificano la densità del metano. Il coefficiente C, quindi, viene utilizzato per uniformare il consumo di gas di tutte le abitazioni, garantendo equità a livello nazionale.

Che cos’è il coefficiente correttivo C

Il gas naturale si espande o si comprime in base alle condizioni ambientali. Per confrontare i consumi di Milano e quelli di Palermo bisogna riportare tutti i dati alla stessa situazione di riferimento: 15 °C di temperatura e 1,01325 bar di pressione assoluta. Il coefficiente C assolve proprio questa funzione: convertire il consumo misurato dal contatore espresso in metri cubi reali (MC) nel volume standard (SMC). In pratica, applicandolo otteniamo quanti metri cubi di gas naturale avremmo consumato se ci trovassimo a quelle condizioni “ideali”.

ARERA, l’Autorità italiana dell’energia, ha introdotto il coefficiente già nel 2009 e ne aggiorna periodicamente i criteri di calcolo per assicurare omogeneità su tutto il territorio. Sulla bolletta lo trovi nella sezione “Letture e consumi”, vicino al dettaglio dei metri cubi mc addebitati.

Come si calcola il coefficiente C

Il valore di C non è uguale per tutti: dipende da due fattori principali, la pressione atmosferica del luogo e la temperatura media della zona. Per questo il calcolo richiede alcune formule matematiche stabilite dall’Autorità. In sintesi, C si ottiene moltiplicando due grandezze:

  1. Kp, che corregge l’effetto della pressione atmosferica (varia con l’altitudine);
  2. Kt, che corregge quello della temperatura (varia con i gradi giorno di esercizio dellimpianto di riscaldamentodella zona climatica di appartenenza).

Pressione: il fattore Kp

La pressione barometrica assoluta (pb) diminuisce con l’altezza sul livello del mare. Si calcola con la formula:

pb = 1,01325 × (1 – 0,0000225577 × H)<sup>5,2559</sup>

dove H è l’altitudine, ed è poi rapportata alla pressione standard di 1,01325 bar. Da questo passaggio deriva Kp.

Temperatura: il fattore Kt

Per la temperatura si parte dai gradi giorno di esercizio dellimpianto di riscaldamento (GG) definiti dal D.P.R. 412/1993: più GG indicano un clima più freddo e quindi un gas mediamente più denso. Kt tiene conto di questa differenza e varia da circa 0,98 nelle zone temperate fino a oltre 1,02 nelle località di montagna.

Il prodotto finale

Moltiplicando Kp e Kt si calcola il coefficiente C. Un esempio semplificato aiuta a capire:

  • Altitudine del comune: 300 m → Kp ≈ 0,99
  • Zona climatica D, 1700 GG → Kt ≈ 1,01

C = Kp × Kt = 0,99 × 1,01 ≈ 1,00

Un coefficiente pari a 1 significa che il calcolo del consumo in MC coincide quasi con quello in SMC; valori superiori o inferiori faranno aumentare o diminuire, di pochi punti percentuali, il volume fatturato. In ogni caso la differenza è regolata da ARERA per non penalizzare il cliente: eventuali scostamenti notevoli vengono ricalcolati dal distributore locale.

Perché il coefficiente è importante nella bolletta

Applicare C permette di confrontare correttamente i consumi, perché un metro cubo letti sul contatore di Bolzano non corrisponde alla stessa energia contenuta in un metro cubo rilevato a Cagliari. Grazie alla conversione in standard metri cubi smc l’utente paga solo il gas effettivamente usato, indipendentemente da latitudine o altitudine.

In concreto, la formula di fatturazione segue questo schema:

SMC = MC letti × C × PCS / 38,52

dove PCS è il Potere Calorifico Superiore del gas distribuito. È l’ultimo passaggio che trasforma il volume di gas in energia (kWh) e chiude la catena di calcolo che troviamo nella bolletta del gas.

Il coefficiente C può cambiare durante l’anno, perché la temperatura media stagionale influenza Kt. Tuttavia, per semplificare, le società di distribuzione possono adottare un valore annuale calcolato sul clima medio della zona.

È inoltre importante ricordare che mentre il coefficiente C corregge il volume, il Potere Calorifico converte quel volume in contenuto energetico. L’uno agisce sulla quantità, l’altro sulla qualità del gas.

Ma quindi è possibile verificare il valore di C?
Sì. Sul sito del distributore della tua area è presente un tool dove inserire il comune e la zona climatica di appartenenza: in pochi secondi il sistema calcola il coefficiente.

Il coefficiente correttivo C sembra un dettaglio burocratico, ma è la base che rende trasparente e corretto il sistema di fatturazione del metano. Sapere che esiste ‒ e capire in che modo viene utilizzato ‒ ci permette di interpretare meglio i nostri consumi, valutare le offerte in maniera oggettiva e individuare eventuali anomalie nei conteggi. In fondo, dietro ogni cifra della bolletta c’è un passaggio tecnico pensato per garantire equità a tutti i clienti che, da Nord a Sud, utilizzano gli stessi metri cubi di gas naturale per cucinare, riscaldare l’acqua o tenere in funzione l’impianto di riscaldamento di casa.

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