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    Qual è il consumo mondiale di energia elettrica?

    consumo energia elettrica

    da Redazione | 04 Febbraio 2021

    La pandemia di Covid-19 ha inesorabilmente colpito tutti i settori dell’economia mondiale. Quello dell’energia elettrica, nonostante non si sia arrestato (in quanto considerato un settore essenziale), non è comunque uscito indenne dai contraccolpi di un evento che ha cambiato molti aspetti delle nostre vite quotidiane.

    E c’è chi prepara i pronostici per il futuro dell’energia: è il caso dell’International Energy Agency (IEA), che periodicamente effettua delle analisi relative ai dati raccolti in periodi di tempo salienti. Prima di vedere i recenti rapporti IEA pubblicati nel 2020, facciamo un piccolo passo indietro affinché il concetto di base sia chiaro: la produzione di energia elettrica avviene, oltre che con le centrali nucleari, sfruttando le fonti di energia non rinnovabili quali petrolio, carbone e gas naturale (i combustibili fossili). E, in misura minore, utilizzando le cosiddette fonti di energia rinnovabile: energia geotermica, energia idroelettrica, solare ed eolica.

    L’analisi IEA di aprile 2020: il Global Energy Review

    Secondo L’IEA la pandemia rappresenta, per il sistema energetico globale, il più grande shock degli ultimi 70 anni. La domanda di energia elettrica è stata soggetta a drastiche riduzioni nei servizi e nell’industria, compensate solo in parte da un maggiore consumo domestico (dato dalle tv, dallo streaming, ecc.). Con i primi segnali di allentamento del lockdown, la produzione mondiale ha mostrato i primi segni di ripresa.

    Il Global Energy Review 2020 dell’IEA ha previsto che, in tutto il 2020, vi sarebbe stato un calo globale della domanda di energia elettrica di circa il 6% (sette volte di più rispetto a quanto registrato dopo la crisi del 2008). È una percentuale che può sembrare insignificante, ma che equivale all’intera domanda di energia dell’India, il terzo maggiore consumatore di fonti energetiche al mondo. Si è previsto, inoltre, che sarebbero state le economie più avanzate a farne le spese più gravi, con una domanda destinata a scendere del 9% negli Stati Uniti, e dell’11% nell’Unione Europea.

    Il rapporto IEA di dicembre 2020: l’Electricity Market Report

    L’Electricity Market Report è il primo rapporto mai stilato dalla IEA sul mercato dell’elettricità. Questa analisi indica innanzitutto che, dopo il maggior calo degli ultimi decenni, la domanda mondiale di energia elettrica quest’anno dovrebbe registrare una modesta ripresa, guidata dalla crescita in Cina, India e altre economie emergenti.

    Con la ripresa dell’economia mondiale, la domanda di elettricità dovrebbe crescere di circa il 3%. La crescita della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dovrebbe continuare nel 2021 con un aumento di oltre il 6%, espandendo la quota delle rinnovabili nel mix energetico al 29% dal 28% del 2020.

    Il risultato a livello globale è che la generazione di energia elettrica da carbone aumenterà di circa il 3% nel 2021, mentre le centrali a gas aumenteranno la loro produzione di circa l’1%, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2 del settore energetico di circa il 2% il prossimo anno.

    Un’analisi… di larghe vedute

    Stando sempre agli studi portati avanti dall’IEA, il consumo mondiale dell’energia potrebbe crescere di quasi il 50% tra il 2019 e il 2050. Si prevede che il consumo di energia del mondo cresca con l’aumentare del consumo di merci e che entro il 2050 il consumo di energia industriale raggiunga circa 315 quadrilioni di Btu (i quadrilioni non vi fanno pensare a Zio Paperone?), un’unità di misura del calore e dell’energia utilizzata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.

    Ma chi sono i maggiori consumatori di energia al mondo?

    Oltre a essere i responsabili dei maggiori problemi ambientali, sono i paesi industrializzati i maggiori consumatori di energia al mondo: nonostante rappresentino il 15% della popolazione globale, il loro consumo energetico supera il 50% dell’energia consumata in totale.

    Tra i Paesi industrializzati, gli Stati Uniti si classificano al primo posto per il consumo di energia pro-capite maggiore. Solo negli USA vengono consumate 2297,8 MTEP all’anno: ciò significa che un cittadino statunitense consuma mediamente quasi 8 tonnellate di petrolio ogni anno, pari all’800% della media mondiale. Per fare un paragone nostrano, in Italia un cittadino medio consuma meno della metà di un abitante degli Stati Uniti, ma il consumo di energia mondiale resta comunque altissimo.

    Dall’altro versante, spostandoci in Africa, dove la popolazione supera il miliardo di persone, il consumo energetico è pari solo al 3% dell’energia messa a disposizione in tutto il mondo.

    Cos’è l’Earth Overshoot Day e perché siamo in debito con la Terra?

    In passato veniva chiamato Ecological Debt Day (EDD): è il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Ogni anno la data viene calcolata dal Global footprint network (Gfn), un’organizzazione mondiale che si occupa di contabilità ambientale e che calcola a sua volta l’impronta ecologica. Attualmente, secondo il Gfn, la popolazione mondiale sta consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, e questa cifra dovrebbe purtroppo salire inesorabilmente. L’umanità ha iniziato a consumare più di quanto la Terra produca e l’Overshoot Day arriva sempre prima ogni anno. Pensate che nel 1975 è arrivato il 28 novembre, nel 2019 è caduto esattamente il 29 luglio e nel 2020 (complici le misure del lockdown), il 22 agosto. È un chiaro segnale dello sfruttamento dell’energia globale.

    Che l’umanità stia esaurendo il capitale naturale è più che palese, così come lo è la mancanza di efficienza energetica: la sicurezza delle risorse future dell’umanità è letteralmente compromessa. I costi di questa spesa ecologica globale stanno diventando sempre più evidenti e sono sempre più numerose le deforestazioni, le erosioni del suolo e le perdite di biodiversità.

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