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Quando viene piombato il contatore del gas?

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da Redazione | 03 Febbraio 2023

La piombatura del contatore del gas, ovvero la sua chiusura tramite sigilli, può essere disposta quando il cliente non effettua il pagamento delle bollette, quando vi è un problema tecnico o ancora quando è stato disdetto il contratto di fornitura, come ad esempio nel caso di un trasloco. Il fine della piombatura del contatore del gas è quello di interrompere il flusso del metano e dunque la fornitura del servizio.

Nel caso di piombatura del contatore del gas, è assolutamente vietato per il cliente manomettere o rimuovere il sigillo: il rischio in un simile caso è quello di essere sanzionati per reato penale.

Sospensione della fornitura del gas: qual è la procedura?

Qualora il venditore desideri interrompere o sospendere la fornitura del gas, è tenuto ad inviare al cliente una PEC o una raccomandata in cui indica la data ultima di scadenza in cui pagare la bolletta non pagata. Dal momento in cui il cliente riceve la comunicazione di sollecito, ha di norma almeno 10 giorni di tempo per saldare il debito.

Oltre alla data di scadenza, la PEC o la raccomandata deve informare il cliente:

  • sulla data in cui il venditore farà domanda al distributore di interrompere la fornitura del gas nel caso in cui il cliente continui a non pagare;
  • sui costi delle operazioni di sospensione e riattivazione della fornitura di gas qualora venga interrotta;
  • sulla modalità con cui il cliente dovrà comunicare al fornitore l’avvenuto pagamento della bolletta.

Nel caso in cui il venditore non rispetti i termini indicati nella PEC o raccomandata e decida di interrompere la fornitura del gas prima della data segnalata, il cliente ha diritto ad un indennizzo.

La rimozione del sigillo

Come abbiamo già anticipato, nel caso di piombatura del contatore del gas è assolutamente vietato per il cliente rimuovere o manomettere il sigillo; lo stesso vale per chiunque non sia il distributore che ha applicato il sigillo stesso. Rimuovere o rompere il sigillo per utilizzare il gas nonostante la fornitura sia stata sospesa è considerato furto a tutti gli effetti: si tratta dunque di un reato penale.

Nel caso in cui il sigillo venga manomesso o rimosso, il distributore ha il diritto di sporgere denuncia. Secondo l’articolo 349 del Codice Penale, tale reato è punibile con reclusione dai sei mesi ai tre anni, nonché con multa dai 103 ai 1.032€.

Riattivazione del contatore del gas dopo la piombatura

Nel caso in cui il cliente desideri riattivare un contatore del gas piombato per morosità, dovrà inviare, secondo le modalità descritte dal fornitore nella comunicazione di messa in mora, il documento di avvenuto pagamento. Non appena il fornitore riceverà tale documento, potrà informare il distributore, il quale procederà, normalmente entro due giorni lavorativi, alla rimozione dei sigilli.

Qualora vi fosse un ritardo nella riattivazione del contatore del gas e la responsabilità di tale ritardo fosse del distributore, il cliente ha diritto ad un indennizzo che va dai 35 ai 105€ a seconda dei giorni di ritardo, secondo quanto stabilito dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente).

Nel caso invece in cui il contatore fosse stato piombato non per morosità, ma per disdetta del contratto di fornitura (come è tipico ad esempio nel caso di trasloco, in cui l’appartamento rimane disabitato per lungo periodo) è comunque possibile riattivare il contatore del gas (e la fornitura) in un secondo momento.

In questi casi, il procedimento da seguire è quello del subentro e sarà possibile scegliere nuovamente il fornitore precedente oppure un fornitore diverso, a seconda di quale sia l’opzione e l’offerta che il cliente preferisce fra quelle del mercato libero o di maggior tutela.

Vi sono numerosissimi fornitori e possibilità nel mercato libero fra cui valutare; spesso può essere utile tenere conto anche degli eventuali servizi aggiuntivi inclusi nell’offerta. Ad esempio, Energit garantisce un servizio online per la gestione della fornitura, attivazione gratuita e semplice, fatture semplici e disponibili gratuitamente anche online o via email e, non meno importante, alta professionalità, esperienza e cortesia.

Dopo aver scelto il fornitore, il cliente dovrà inviare allo stesso una richiesta di riattivazione, la quale verrà inoltrata al distributore entro due giorni lavorativi. Il distributore dovrà poi riattivare la fornitura del gas entro 10 giorni feriali dal momento in cui ha ricevuto la richiesta di subentro dal venditore.

Se si desidera effettuare una richiesta di subentro dopo la piombatura del contatore del gas effettuata regolarmente dall’intestatario precedente (ad esempio l’inquilino che abitava prima nell’appartamento), non sarà necessario conoscere i suoi dati. Per il subentro e la riattivazione del contatore del gas piombato bisognerà indicare:

  • L‘indirizzo di residenza e recapito fatture del nuovo intestatario;
  • I dati del nuovo intestatario (ovvero una copia del documento d’identità, il codice fiscale, l’indirizzo email ed un recapito telefonico);
  • Il codice PDR o il numero di matricola del contatore del gas che si intende riattivare;
  • La formula di pagamento;
  • Infine, nel caso in cui si tratti di un impianto soggetto a delibera 40/2014, bisognerà includere i documenti tecnici previsti dalla legge.

Attenzione però: subentro non significa voltura e le due procedure non devono essere confuse. Per voltura si intende la procedura di cambio intestatario delle utenze con il contatore già attivo. In questo caso, per procedere alla pratica, sarà necessario disporre di una bolletta del vecchio intestatario. Si procede con una richiesta di riattivazione tramite voltura anche nel caso in cui il contatore sia stato disattivato per morosità del vecchio inquilino. In questo caso il nuovo intestatario che intende riattivare il servizio non sarà tenuto a saldare il debito contratto dal precedente cliente. Il fornitore potrebbe però richiedere una dichiarazione di estraneità con l’intestatario precedente.

Ci concentreremo meglio sulle procedure di subentro e voltura nel prossimo paragrafo. Prima però vediamo il terzo caso, menzionato in introduzione, che potrebbe portare alla piombatura del contatore del gas: l’esistenza di un problema tecnico nella rete di tubazioni oppure un caso di fuga di gas. In questo caso, la fornitura del gas potrebbe essere interrotta senza alcun preavviso ed il cliente dovrà semplicemente attendere che il distributore risolva il problema e ripristini il servizio.

Subentro e voltura

Come abbiamo detto, è importante non confondere il subentro con la voltura.

Nel primo caso si tratta di riattivare un contatore cessato, mentre nel secondo il contatore risulta attivo e sarà dunque sufficiente contattare il venditore e richiedere un cambio intestatario.

Il subentro prevede dunque tempi maggiori, poiché si dovrà procedere alla rimozione dei sigilli per riattivare il contatore. Le tempistiche stabilite dall’ARERA nel caso di subentro gas sono di 12 giorni feriali. Per quanto riguarda invece i costi di subentro, non esiste differenza fra mercato libero o di maggior tutela, ma il costo dipenderà dal tipo di contatore installato. Il costo sarà quindi di 30€ per i contatori di classe G6 e di 45€ per quelli di classe superiore a G6.

Prima attivazione del contatore del gas

Infine, concludiamo con alcune informazioni riguardanti la prima attivazione del contatore del gas. In questi casi sarà importante inviare alla società di distribuzione alcuni documenti che attestino la corretta costruzione dell’impianto di casa entro 90 giorni dalla richiesta di attivazione. Nel caso in cui questi documenti non siano inviati entro i suddetti 90 giorni, la richiesta di prima attivazione del contatore del gas sarà annullata. Se invece la documentazione inviata dovesse essere errata o incompleta, il distributore comunicherà il problema al cliente, il quale avrà a disposizione 10 giorni per inviare nuovamente i documenti corretti.

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