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Cosa si intende per inquinamento elettromagnetico?

cosa si intende per inquinamento elettromagnetico

da Redazione | 28 Settembre 2021

Con l’avvento delle tecnologie moderne si è sviluppato un nuovo tipo di inquinamento causato dalle onde radio emesse dai campi elettromagnetici. Vediamo cosa si intende per inquinamento elettromagnetico, le cause, quali sono gli effetti sulla salute e la normativa per contrastarli.

Cos’è l’inquinamento elettromagnetico?

Partiamo dalla definizione. L’inquinamento elettromagnetico, detto anche elettrosmog, è definito dall’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che ha il compito di monitorare lo stato di questo tipo di inquinamento in Italia) come un aumento delle radiazioni dovuto alle sorgenti artificiali. Anche il Ministero della Transizione ecologica parla di <<generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali non attribuiti al naturale fondo terrestre>>. Un esempio di evento naturale potrebbe essere il campo elettrico generato da un fulmine.

Smartphone, televisori, computer, antenne…le onde elettromagnetiche sono generate da ogni tipo di apparecchiatura che utilizzi energia elettrica. Queste onde possono avere una frequenza che varia da pochi a centinaia di miliardi di Hertz (l’unità di misura della frequenza: 1Hz equivale a una oscillazione al secondo).  In base alla frequenza si distingue tra:

  • Inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (0 Hz – 10 kHz), nel quale rientrano i campi generati dagli elettrodotti che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz.
  • Inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz – 300 GHz) nel quale rientrano i campi originati dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.

Gli impianti di trasporto e gli utilizzatori di energia elettrica emettono nell’ambiente campi elettrici e magnetici in maniera non intenzionale.

Ricapitolando, le cause dell’inquinamento elettromagnetico artificiale sono:

  • Gli impianti radio, tv e delle telecomunicazioni in generale.
  • Le reti per la telefonia cellulare.
  • I radar.
  • Gli elettrodomestici.
  • Gli apparecchi biomedicali.
  • Gli impianti per la lavorazione industriale.

A livello naturale, invece, i campi elettromagnetici vengono generati dal sole, dalle stelle, dai temporali e dalla terra stessa.

Gli effetti sulla salute

Ora che abbiamo chiarito cosa si intende per inquinamento elettromagnetico, analizziamo le conseguenze che ha sull’uomo e sull’ambiente. È un tema molto dibattuto. La ricerca scientifica ha accertato che esposizioni di breve durata a campi elettrici e magnetici nell’intervallo di frequenza ELF, che inducano correnti elettriche all’interno del corpo umano superiori a 10 mA/m2, provocano effetti biologici significativi. Alcuni studi hanno dimostrato che un’eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche può causare un surriscaldamento dei tessuti. Le radiazioni molto intense a bassa frequenza possono provocare impulsi nervosi e contrazioni muscolari involontarie di certi organi come cuore, polmoni, occhi e pelle.

Altri studi hanno evidenziato dei danni alle capacità di apprendimento degli animali e di crescita delle piante esposti all’elettrosmog. I molluschi, per esempio, assorbono con i loro indicatori di direzione le onde prodotte dai campi magnetici, anche gli uccelli si è notato che vengono confusi da campi esterni durante il volo in stormi. Da esperimenti effettuati sui piccoli nati da maiali esposti a dei campi di 60 Hz prima del parto, è emersa un’incidenza di malformazioni maggiore del normale.

Tornando agli effetti sulla salute umana, non c’è ancora nessuna evidenza scientifica sulla nocività e gli studi epidemiologici e sperimentali condotti finora non hanno mostrato associazioni significative tra l’esposizione a campi magnetici e un’aumentata insorgenza di cancro in bambini e adulti.

Gli effetti biologici e sanitari dipendono dalla frequenza. Va detto che i valori limite internazionali imposti dagli standard normativi tutelano dalle radiazioni che possono provocare tagli effetti. Parliamo ora della normativa.

Normativa di riferimento

L’Italia è una delle nazioni che applica i criteri più restrittivi. In base a quanto previsto dal DPCM 199/2003, il limite di esposizione per i campi ad alta frequenza è compreso fra 20 V/m e 60 V/m a seconda della frequenza stessa. Il valore di attenzione e l’obiettivo di qualità non devono superare i 6 V/m, questo vale per gli ambienti residenziali e lavorativi adibiti a permanenze non inferiori alle quattro ore giornaliere.

Per quanto riguarda l’Unione Europea, il D.L. del 1 agosto 2016 attua la direttiva sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici.

La “legge quadro n.36/2001”, ha disposto il censimento delle sorgenti inquinanti e la costituzione di specifici catasti, sia nazionali che regionali, comprendenti le sorgenti di campi elettromagnetici, a supporto delle attività di controllo e di informazione della popolazione.

Come ridurre l’inquinamento elettromagnetico

Oltre all’applicazione delle leggi che impongono i limiti di esposizione, le soluzioni per ridurre l’elettrosmog consistono nell’investire in impianti a basso impatto e in un censimento completo di tutte le sorgenti per monitorarle meglio. La tendenza futura va infatti verso l’adozione di nuove tecnologie che modificheranno l’assetto ambientale e paesaggistico, soprattutto dei siti urbani. L’adozione di tecnologie a impatto contenuto e una adeguata pianificazione territoriale consentiranno di raggiungere un buon compromesso tra la diffusione delle sorgenti impattanti e la tutela dell’ambiente.

Anche tutti noi possiamo contribuire a diminuire l’inquinamento elettromagnetico e a tutelarci dai possibili effetti sulla salute con delle piccole azioni:

  1. Spegnere i cellulari di notte.
  2. Staccare le prese di corrente quando non si utilizzano gli apparecchi ad esse collegate.
  3. Spegnere televisori e computer quando non si usano.
  4. Usare gli auricolari per le telefonate.
  5. Evitate di andare ad abitare vicino a linee elettriche ad alta tensione o ripetitori delle onde radio-TV.
  6. Spegnere il wi-fi in casa di notte e posizionare la sua antenna a 2,5 metri di altezza.
  7. Acquistate sempre apparecchi elettrici a norma e riducete al minimo i tempi di esposizione.

Con questi semplici gesti, inoltre, risparmierete sulla bolletta dell’energia elettrica!

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