La resistenza elettrica del corpo umano rappresenta un valore personale che varia da individuo a individuo in relazione ad una vasta gamma di fattori in base a cui si definisce un dato ipotetico e convenzionale.
I valori di corrente che attraversano un organismo sono infatti estremamente variabili e strettamente connessi alle condizioni ambientali, al tipo di pavimento, alle calzature indossate o all’area di contatto.
Queste variabili permettono di definire la resistenza di un corpo al percorso della corrente solamente in riferimento ad un campione medio di persone, in pratica è possibile valutarla solo statisticamente stabilendo dei valori del tutto approssimativi.
Ma prima di analizzare nel dettaglio i fattori che incidono sulla resistenza elettrica del corpo umano apriamo una piccola parentesi per capire come avviene il passaggio di corrente attraverso un organismo.
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Corrente elettrica: cenni di elettrofisiologia
Gli organismi animali sono composti da una componente ricca di soluzione acquosa salina, la cellula, e da una matrice extracellulare tra una cellula e l’altra, entrambe contenenti ioni.
Proprio perché presenti in concentrazione differente tra l’interno della cellula e l’esterno, questi ioni determinano una differenza di potenziale tra di essi, a cui corrisponde una diversa distribuzione di cariche positive e negative.
Se ad una cellula, dunque, viene applicato un potenziale inverso a quello che essa detiene a riposo, si verifica un’inversione, si innesca cioè un potenziale d’azione in cui il potenziale applicato, a causa dell’aumento del sodio verso l’interno, supera una soglia di eccitabilità.
Questo fenomeno si verifica, in particolare, in caso di passaggio di corrente nel corpo umano, dove essa agisce su cellule nervose e tessuti muscolari, stimolandoli e determinando contrazioni e spasmi.
Resistenza elettrica del corpo umano: fattori e variabili
Un corpo umano può essere considerato come un circuito, pertanto esso è dotato di una differenza di potenziale, chiamato impedenza, che cambia in funzione di innumerevoli variabili.
La resistenza elettrica del corpo umano è un parametro personale che può dunque variare in funzione all’età e allo stato di salute, oscillare nel corso della stessa giornata e soprattutto può dipendere da molteplici fattori, ecco quali sono i principali:
Percorso della corrente
Il percorso della corrente attraverso il corpo umano è strettamente collegato a lunghezza e resistività, aumentando nel tratto da mano a mano e in quello tra mano e piedi.
Se nel contatto mano-torace il valore della resistenza in percentuale è intorno al 45%, esso di riduce sensibilmente in caso di contatto tra mani unite e altra parte del corpo, attestandosi intorno ad un 23%.
Area di contatto
Uno stesso valore di tensione applicato a punti diversi del corpo umano corrisponde a correnti diverse poiché la resistenza elettrica del corpo umano assume una valenza diversa secondo il percorso.
Sull’area di contatto incide anche l’eventuale presenza di strati isolanti, ad esempio guanti, calze o pedane, pertanto essi avranno un ruolo rilevante anche sulla definizione del valore della resistenza elettrica di un corpo.
Pressione di contatto
Questo valore, se elevato, indice sulla resistenza elettrica facendone diminuire il valore nel contatto tra elettrodi e pelle.
Stato della pelle
Condizioni di umidità o sudore, tagli e abrasioni nella pelle possono influenzare il valore della resistenza elettrica del corpo umano riducendone il valore.
Tensione di contatto
La resistenza elettrica del corpo umano diminuisce all’aumentare della tensione applicata sulle singole parti in cui si verifica il passaggio della corrente.
La corrente elettrica può diventare pericolosa a partire da valori di 10 Ma, per frequenze intorno ai 50-100 Hz, ecco quali sono le principali conseguenze per l’uomo.
Corrente elettrica: rischi e conseguenze per l’uomo
Il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano non rappresenta un pericolo per l’uomo al raggiungimento di alte frequenze che attraversano soltanto lo strato superficiale della pelle, senza pertanto interessare gli organi vitali.
La maggior parte degli infortuni e dei decessi legati alla corrente sono, infatti generati da impianti a bassa tensione non a norma, che espongono l’uomo a innumerevoli rischi elettrici.
Tra questi il più pericoloso si definisce elettrocuzione, un evento che si verifica quando viene applicato un differente potenziale elettrico tra differenti punti del corpo umano che generano corrente.
Tra gli effetti più rischiosi per l’uomo, oltre alla scossa, che è un semplice formicolio che non comporta gravi disturbi, i principali sono:
- Tetanizzazione o contrazione involontaria dei muscoli per effetto del passaggio della corrente sul soggetto colpito che non riesce a staccarsi dalla parte;
- Fibrillazione cardiaca ossia un’alterazione del ritmo cardiaco che può portare alla morte.
La corrente continua, in questo caso, è molto meno pericolosa di quella alternata in quanto il valore in grado di innescare la fibrillazione ventricolare risulta circa tre volte superiore rispetto a quello corrispondente in corrente alternata. - Ustioni dovute all’effetto Joule, secondo cui il corpo umano, essendo dotato di resistenza elettrica, al passaggio della corrente può essere interessato da un aumento considerevole della temperatura.