Il raffrescamento adiabatico, conosciuto anche come raffrescamento evaporativo, è un sistema di climatizzazione che raffresca gli ambienti attraverso lo scambio di energia fra l’aria e l’acqua. Si tratta di un processo molto semplice, conosciuto fin dai tempi più antichi.
Più nello specifico, tramite il raffrescamento adiabatico viene aggiunto del vapore acqueo all’aria secca, abbassando in questo modo la temperatura dell’ambiente. Si tratta dunque di un metodo di climatizzazione efficiente e sostenibile.
Prima di elencare in maniera schematica quali sono i pro e i contro del raffrescamento adiabatico, cerchiamo di capire meglio come funziona tale sistema.
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Come funziona il sistema di raffrescamento adiabatico
Abbiamo visto qual è il principio generale dietro il raffrescamento adiabatico; vediamo ora come funziona nella pratica questo sistema.
I raffrescatori adiabatici sono costituiti da pompe progettate per portare l’acqua ad una pressione pari a 60 o 70 bar, la quale verrà successivamente nebulizzata nell’aria circostante tramite degli ugelli.
Grazie a questo sistema, sono immesse nell’aria delle gocce dalle dimensioni microscopiche: parliamo di 5 o 15 microns. L’energia termica dell’aria calda e secca, nella quale queste piccole quantità di acqua sono introdotte, provoca immediatamente la loro evaporazione ed il conseguente abbassamento della temperatura.
Raffrescamento adiabatico: pro e contro
Eccoci arrivati alla parte più interessante: quali sono i pro e i contro del raffrescamento adiabatico?
Per prima cosa, si tratta di un sistema di raffrescamento economico ed ecologico, che permette di rinfrescare a basso prezzo ambienti ampi, quali ad esempio grossi fabbricati o capannoni industriali, dove un tradizionale condizionatore non sarebbe altrettanto efficace.
Si tratta dunque di un sistema che comporta costi minori (relativi sia al consumo, sia alla manutenzione ed all’installazione) e adatto a spazi maggiori rispetto ai normali climatizzatori.
Inoltre, un altro punto a favore del raffrescamento adiabatico rispetto ai condizionatori tradizionali ha a che fare con l’umidità rilasciata nell’aria: un condizionatore classico, infatti, tende a rendere l’aria secca, creando in tal modo un ambiente artificioso e potenzialmente dannoso per l’organismo. Il sistema di raffrescamento adiabatico non presenta tale problematica.
Ancora, un altro punto a favore del raffrescamento adiabatico è che questo sistema, oltre a garantire un costante ricambio dell’aria, può essere utilizzato come nebulizzatore per igienizzanti o altri prodotti di sanificazione per l’ambiente, in modo tale da contrastare virus, batteri ed altri agenti patogeni.
È chiaro però che i numerosi pro relativi al raffrescamento adiabatico sono tali solo qualora si parli di ambienti ampi e spaziosi, non certo un appartamento. Per la climatizzazione domestica questo tipo di climatizzazione non è adatto.
Alcuni falsi miti sul riscaldamento adiabatico
Per concludere, dopo aver parlato dei pro e contro del raffrescamento adiabatico, sfatiamo alcuni falsi miti relativi a questo sistema.
Il raffrescamento adiabatico non è efficace quando il clima è umido
Questo è vero per alcuni Paesi extraeuropei, dove il tasso di umidità raggiunge percentuali estremamente superiori rispetto al nostro clima. In Europa, una simile situazione può verificarsi solo poco prima di piogge particolarmente intense: nell’arco di un intero anno, il raffrescamento adiabatico risulterebbe inefficace solo poche ore totali.
Il raffrescamento adiabatico crea un clima sub-tropicale
Un altra preoccupazione diffusa è che il raffrescamento adiabatico creerebbe, all’interno della fabbrica o dell’ambiente in cui è utilizzato, un clima talmente umido da poter essere definito “sub-tropicale”.
Si tratta chiaramente di un mito da sfatare: il raffrescamento adiabatico è dotato di un sistema tale da impedire che si crei un eccesso di umidità all’interno dell’ambiente.
Il raffrescamento adiabatico è in grado di abbassare la temperatura solo pochi gradi al di sotto di quella esterna
Ancora, un falso mito. Quando la temperatura esterna raggiunge i 40°C, un raffrescamento adiabatico diretto è generalmente in grado di portare la temperatura interna a circa 25 o 22°C. La temperatura può essere abbassata ulteriormente nel caso di un raffrescamento adiabatico a due stadi: questa nuova tecnologia, infatti, permette di abbassare la temperatura di ben 7°C in meno rispetto al raffrescamento adiabatico diretto. Inoltre, il raffrescamento adiabatico a due stadi genera il 60% di umidità in meno.
Il raffrescamento adiabatico è antigienico
Nessun motivo di preoccuparsi: nonostante la maggioranza dei sistemi di raffrescamento adiabatico siano generalmente dotati di pannelli di cellulosa, terreno perfetto per funghi e batteri, il bio-shock generato dal loro completo asciugamento ogni 24 ore assicura la morte di ogni microorganismo.
Il raffrescamento adiabatico non è sostenibile
Abbiamo già accennato che il sistema di raffrescamento adiabatico è ecologicamente sostenibile, ma vediamo di chiarire ulteriormente questo punto.
Utilizzare il raffrescamento adiabatico assicura un notevole risparmio energetico rispetto ai più classici sistemi di climatizzazione: questo perché si tratta di un sistema basato sulla naturale evaporazione delle particelle d’acqua. Per fornire fino a 40kW di potenza di raffrescamento sarà necessario solo 1kW: è chiaro che l’elettricità utilizzata da questo sistema sia enormemente inferiore rispetto ai metodi più classici.
Per chi invece si facesse domande rispetto alla quantità d’acqua necessaria per far funzionare il raffrescamento adiabatico, ancora niente paura: per generare 695kW di potenza è necessario solo 1mq di acqua!