Dopo un 2022 caratterizzato dal caro bolletta, quali sono i pronostici per il 2023? Vediamo quali sono le previsioni del Codacons per le bollette nell’anno corrente.
Codacons e bollette 2023: quali sono le previsioni?
Secondo le previsioni del Codacons per le bollette del 2023, la situazione non sarà affatto migliore rispetto a quella dell’anno precedente. Per quanto riguarda il mercato libero (nel quale rientra anche Energit), la spesa a famiglia per luce e gas nel 2023 sarà pari a circa 4.724 euro. Se confrontiamo questo dato con quello del 2021, l’incremento sulla spesa è di circa 2.500 euro. Insomma, i dati non promettono nulla di buono.
Concentrandoci ora invece separatamente rispetto alla fornitura di elettricità e gas, nel 2023 ci sarà:
- un aumento circa del 12% rispetto all’ultimo trimestre del 2021 per le bollette della luce, per una media annuale di 1.782 euro e con un aggravio di spesa pari a 662 € per nucleo familiare;
- un rincaro circa del 70% per le bollette del gas, con una spesa media a famiglia pari probabilmente a 2.942 € all’anno: il 117% in più rispetto all’ultimo trimestre del 2021, con un aggravio della spesa pari a 1.586 € per famiglia.
È inoltre utile precisare che le ipotesi sopracitate sono fatte in previsione di prezzi costanti e senza ulteriori aumenti nel corso dell’anno. Bisogna tuttavia tenere presente l’andamento incerto ed instabile dei mercati internazionali. Basti pensare al prezzo energetico nel dicembre dello scorso anno, cresciuto considerevolmente rispetto a novembre, mese in cui si era invece registrato un calo. Esempio simile può essere fatto anche rispetto all’andamento dei prezzi del gas.
Per quanto riguarda invece il mercato di maggior tutela (il regime tariffario gestito da ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), al quale in Italia si affidano circa 10,7 milioni di famiglie per la luce e 7,3 milioni per il gas, si registreranno anche qui ulteriori rincari. Più nello specifico, secondo le previsioni il rincaro per la luce sarà complessivamente di 19 miliardi di euro, mentre quello per il gas di 21,5 miliardi. L’incremento complessivo della spesa familiare rispetto al 2021 potrebbe arrivare dunque ai 18,5 miliardi di euro.
Caro energia: quando finirà?
Dopo aver letto le previsioni pessimistiche del Codacons sulle bollette del 2023 è logico domandarsi: quanto durerà ancora il caro bollette?
È possibile che alla fine di quest’inverno i prezzi del gas caleranno, seppur rimanendo sempre superiori a quelli precedenti la crisi. La ragione è la costante diminuzione della portata con cui il gas proveniente dalla Russia incide sul fabbisogno europeo. Ciò è dovuto sia all’utilizzo di nuove fonti, come ad esempio il GNL, sia al calo della domanda (dovuto a sua volta alla crisi energetica e all’inflazione). Inoltre, sia l’Unione Europea, sia il Governo italiano si sono mossi al fine di arginare il più possibile gli aumenti ed i rincari delle bollette nel 2023.
Nel caso italiano, ad esempio, la prima legge di bilancio del Governo Meloni prevede un aiuto di ben 21 miliardi di euro per contrastare i rincari di metano ed energia elettrica. Vi sono poi numerose iniziative, come il bonus sociale per le bollette o aiuti alle imprese più energivore, finalizzate a contrastare tale tendenza.
Spostandoci sul fronte europeo, un’importante operazione è stata l’introduzione del tetto al prezzo del gas (price gap). Questa iniziativa, entrata in vigore il 15 febbraio, prevede che tale tetto, fissato a 180 euro per megawattora, scatti solo nel caso in cui questa soglia sia superata per tre giorni consecutivi. Inoltre, la differenza di prezzo con il già citato GNL (Gas Naturale Liquefatto) dovrà essere superiore ai 35 euro sui mercati mondiali.
Difficili fare previsioni di medio o lungo termine rispetto all’impatto di questa misura. A questa, inoltre, si aggiungeranno ulteriori misure a livello europeo contro il caro bolletta. Per esempio, la Commissione ha presentato un’ulteriore proposta con l’obiettivo di evitare che l’aumento dei prezzi del gas ricada sui costi energetici, a prescindere dalle fonti di produzione. Lo ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia Gilberto Pichetto Fratin.