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    Che cos’è il bioetanolo?

    che cos'è il bioetanolo

    da Redazione | 04 Ottobre 2021

    Sono sempre più numerose le manifestazioni in tutto il mondo contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici.

    Molte persone prendono posizione in questi movimenti e anche molti studiosi fanno la loro parte cercando delle soluzioni più green che in qualche modo possano alleviare i danni, che nei secoli abbiamo inflitto al nostro pianeta.

    Qualcosa si sta muovendo verso questa direzione, soprattutto per quanto riguarda l’interesse per l’impatto ambientale, il risparmio energetico e la produzione di combustibili più ecologici.

    Se anche tu vuoi metterti in gioco e lavorare per rendere il mondo un posto più vivibile per le generazioni future, allora dovresti entrare a far parte della famiglia di Energit.

    Ma adesso scopriamo quale potrebbe essere una scelta sostenibile in tema di combustibili.

    Che cos’è il bioetanolo

    Parlando di combustibili ecosostenibili bisogna chiarire che cos’è il bioetanolo.

    Il bioetanolo è un combustibile liquido che si ricava dal processo di fermentazione di prodotti agricoli con un elevato contenuto di zucchero, come i cereali di vario genere e la canna da zucchero, biomasse ricche di cellulosa, come la paglia e il legno, e infine le alghe.

    Grazie alla casa produttrice Ford l’interesse per il bioetanolo negli Stati Uniti si sviluppa negli anni ’70, soprattutto dopo l’embargo imposto dai paesi arabi che provocò una crisi del rifornimento energetico.

    L’interesse con gli anni si è espanso in tutto il mondo e ad oggi il Brasile è il primo paese produttore e consumatore del bioetanolo, seguito dagli States.

    In base alla materia prima scelta il processo di produzione del bioetanolo cambia.

    Con la lavorazione della canna da zucchero la pianta viene sminuzzata. Alla parte ottenuta che contiene più zucchero viene aggiunto il lievito di birra, che permette la fermentazione e la formazione di alcool e anidride carbonica.

    Quando il composto assume lo stato liquido viene distillato per separare la parte alcolica dall’acqua.

    Nella lavorazione a base di cereali questi devono essere prima setacciati e poi i semi selezionati vengono polverizzati; a questo punto l’aggiunta degli enzimi amilasi trasformano l’amido dei semi in zucchero.

    Da questo momento si segue lo stesso processo produttivo del bioetanolo ricavato dalla canna da zucchero.

    Tra le due lavorazioni però c’è una differenza di non poco conto: entrambe le lavorazioni hanno bisogno di calore, che nel primo caso è prodotto dalla combustione degli scarti della lavorazione stessa, mentre nel secondo caso si devono utilizzare dei combustibili fossili.

    Va da sé quindi che il bioetanolo ricavato dai cereali è meno sostenibile.

    Bioetanolo su strada

    Ma perché tanto interesse per questo combustibile?

    Innanzitutto, il bioetanolo è una fonte di energia rinnovabile, che dipende solamente dalla vastità delle colture dedicate ad esso con un vantaggio anche per le comunità rurali; è biodegradabile, quindi ha un impatto ambientale minore rispetto agli altri combustibili fossili; il diffuso utilizzo del bioetanolo come carburante renderebbe i paesi indipendenti dal punto di vista dei rifornimenti energetici.

    Il bioetanolo è utilizzato come additivo della benzina per esaltarne l’ottano: per questo motivo in passato ha rimpiazzato il piombo.

    La miscela ottenuta per quanto possibile rende più pulite le emissioni di un’automobile, poiché l’etanolo contenuto fa bruciare completamente il carburante ossigenandolo, perciò la quantità di anidride carbonica emessa è quasi nulla.

    La maggior parte dei motori a benzina riesce a sopportare senza nessun problema una miscela composta da un 10% di bioetanolo.

    Non mancano ovviamente progetti di nuove automobili con un motore alimentato solo dal bioetanolo come il Progetto BEST, Bioethanol for Sustainable Transport.

    Ma capire che cos’è il bioetanolo, ci aiuta a sfruttarlo al meglio anche per il riscaldamento domestico.

    Il camino al bioetanolo

    Anche tu non sai resistere al fascino della fiamma, ma hai sempre dovuto rinunciare al caminetto, perché l’appartamento in cui abiti non dispone della canna fumaria.

    Sappi che la soluzione c’è e ha un basso impatto ambientale; inoltre sarà un complemento d’arredo che renderà casa tua un ambiente ancora più accogliente.

    I camini e le stufe a bioetanolo stanno diventando la scelta più accessibile per molte persone, che come te vogliono unire l’eleganza di un design moderno alla necessità di un sistema di riscaldamento sostenibile, senza però doversi imbarcare in spese esagerate per realizzare da zero un impianto adatto per un camino a legna.

    Il caminetto a bioetanolo è costituito da un serbatoio; nel suo interno è posizionata una pietra porosa che assorbe il bioetanolo versato.

    Una volta accesa la fiamma con un fiammifero, la pietra evita che il fuoco entri in contatto con il serbatoio. L’intensità e la durata della fiamma dipendono dalla quantità del bioetanolo e dalla potenza del serbatoio. Ovviamente anche in questo caso il camino a bioetanolo si distingue per materiale, forma, dimensione e tipo di supporto.

    Di solito le stufe sono installate direttamente al pavimento, al soffitto, alla parete oppure possono essere trasportati in ogni stanza senza troppa difficoltà e alcuni possono essere dotati di presa elettrica.

    Vantaggi

    Dopo aver capito che cos’è il bioetanolo, è arrivato il momento di scoprire tutti i suoi pregi.

    Non dovendo fare dei lavori di muratura per installare una stufa, oltre a risparmiare i tuoi soldi non hai bisogno di permessi particolari.

    Con questo tipo di stufa non devi preoccuparti di procurarti uno spazio per sistemare una pila di legna o di pellet e non devi pensare nemmeno allo smaltimento delle ceneri, come avverrebbe con un tradizionale camino a legna.

    Dal punto di vista della sostenibilità la stufa a bioetanolo è vantaggiosa, perché la combustione non rilascia fumi tossici e maleodoranti; per questo motivo non necessita della canna fumaria.

    La stufa emette solo vapore acqueo e una piccola quantità di anidride carbonica, che richiede quindi un’areazione frequente. Inoltre, sempre per via dell’assenza della canna fumaria il calore prodotto non viene disperso, ma si concentra unicamente nello spazio in cui la stufa è posizionata. Questo tipo di caminetto ha un costo abbastanza moderato. Si può partire da un centinaio di euro per i modelli più classici e piccoli, fino a superare un costo si 600 euro per modelli più potenti e alla moda.

    Svantaggi

    Prima di prendere la tua scelta devi valutare anche qualche svantaggio.

    I caminetti a bioetanolo nascono per lo più come complemento di arredo. Questi supporti di riscaldamento non sono consigliati per riscaldare un’intera abitazione o ambienti troppo ampi, sia per quanto riguarda i costi del bioetanolo, che per la potenza insufficiente della stufa stessa.

    Il fatto che la stanza in cui è posizionato il caminetto debba essere continuamente arieggiata per via dell’anidride carbonica prodotta, seppur in piccole quantità, porta all’inevitabile abbassamento della temperatura di quello spazio.

    Abbiamo detto inoltre che durante la combustione viene rilasciato anche del vapore acqueo, che significa un maggior apporto di umidità nella tua abitazione.

    Per quanto riguarda il costo del bioetanolo, potresti avere dei ripensamenti sui suoi vantaggi.

    Pensa che il bioetanolo ha un potere calorifico maggiore rispetto al pellet, ma è anche più caro: minimo 2 euro al litro contro gli 0,25 centesimi al chilo.

    Se sei comunque deciso ad acquistare una stufa a bioetanolo tieni presente che la Legge di Bilancio 2020 ha confermato la detrazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e del 50% nel caso in cui si tratti di una ristrutturazione edile.

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