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Che cos’è l’inquinamento acustico?

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da Redazione | 25 Giugno 2021

L’inquinamento acustico è un suono indesiderato o eccessivo, che può produrre effetti negativi sulla salute dell’uomo e sulla qualità dell’ambiente circostante. Esso è spesso generato negli impianti industriali, ma viene prodotto anche dalle strade trafficate, dalle ferrovie, dagli aeroporti e dalle attività edili.

Alcuni cenni tecnici

Non possiamo parlare di inquinamento acustico senza nominare le onde sonore: sono le vibrazioni di molecole di aria che vengono trasportate da una fonte che genera il suono all’orecchio. Il suono è tipicamente descritto in termini di volume (ampiezza) e altezza (frequenza) dell’onda. Il volume è chiamato anche livello di pressione sonora e viene misurato in decibel (dB): l’orecchio umano può rilevare suoni compresi tra 0 dB e circa 140 dB, con suoni tra i 120 e i 140 dB che causano dolore. Il livello di pressione sonora in un ambiente come quello di un bus o di una metro si avvicina mediamente agli 85 dB, mentre quello dei cantieri rasenta i 105 dB.

La frequenza di un’onda acustica viene invece misurata comunemente in Hertz (Hz).

Il timpano umano è un organo molto sensibile ed è in grado di percepire frequenze dai 20 ai 20.000 Hz. Per intenderci, l’intervallo di frequenza nel quale di solito si muove la voce umana è compreso tra i 250 e 2500 Hz. Ricordiamo che la risposta soggettiva umana al rumore dipende sia dal tono che dal volume, e le persone con un udito normale percepiscono generalmente i suoni ad alta frequenza più forti di quelli a bassa frequenza della stessa ampiezza.

Per questo motivo, i fonometri elettrici utilizzati per misurare i livelli del rumore tengono conto delle variazioni del volume percepito con l’altezza. I filtri di frequenza inseriti nei misuratori servono proprio per bilanciare il dato misurato con la sensibilità dell’orecchio umano, e di conseguenza la relativa rumorosità dei vari suoni percepiti.

Le tipologie di inquinamento acustico

Il rumore può essere di vari tipi:

  • continuo, cioè il rumore ha una stabilità di livello con variazioni non superiori a ±5 dB in 0,5 secondi;
  • impulsivo, rumore caratterizzato da una rapida variazione di livello superiore a 40 dB in 0,5 secondi;
  • intermittente o fluttuante, il cui livello varia molto anche se lentamente nel tempo;

e provenire da varie sorgenti:

  • Il traffico veicolare è la principale forma di disagio per i cittadini, poiché coinvolge gran parte della popolazione. Parliamo quindi di segnalazioni acustiche, attrito degli pneumatici, i rombi dei motori, lo scarico dei gas, ecc.
  • Il traffico ferroviario (che però disturba un numero inferiore di persone).
  • Il rumore del traffico aereo interessa solo le aree in prossimità degli aeroporti e dei “corridoi di sorvolo”.
  • Rumore delle industrie, delle attività commerciali, dei fenomeni meteorologici, della vita domestica.

Gli effetti dell’inquinamento acustico

Quando vengono raggiunti determinati livelli e tempi di esposizione, il suono può causare non solo un semplice fastidio, ma anche danni permanenti al timpano e alle varie cellule presenti nel nostro orecchio. In casi estremi questo può condurre a una parziale o totale perdita dell’udito.

Oltre a questo effetto collaterale, l’esposizione a un livello di pressione sonora eccessiva può portare a innalzamenti della pressione sanguigna e delle pulsazioni. Ma non solo: può causare anche irritabilità, ansia e fatica mentale, interferendo con le fasi del sonno e della comunicazione.

I danni fisici dovuti all’inquinamento acustico si dividono in:

  • Uditivi. Questi a loro volta si dividono in 1) danni acuti, che si verificano in seguito a una stimolazione acustica particolarmente intensa (per esempio un’esplosione) e si realizzano in tempo brevissimo. E in 2) danni cronici, che hanno un’evoluzione più lenta, successiva a un’esposizione protratta nel tempo. La diminuzione dell’udito causata dal rumore, definita ipoacusia di tipo neurosensoriale, può essere quantificabile attraverso gli esami audiometrici. Essa è irreversibile e si manifesta con vari sintomi, quali fatica uditiva, insensibilità, fastidio accompagnato da ronzio e vertigini.
  • Extrauditivi. Il rumore provoca guai seri anche al resto del nostro organismo. Gli effetti sono vari, come aumento della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria, disturbi dell’apparato gastrointestinale (dispepsia ecc.), alterazioni del sistema nervoso centrale, iperattività dell’ipofisi, della tiroide, modificazioni del sistema immunitario e potremmo andare avanti ancora. Per quanto riguarda i disturbi delle attività, il rumore incide negativamente anche sullo studio e su tutti i lavori di tipo intellettuale, oltre che sul sonno. Infine, come effetto meno specifico ma comunque grave c’è da considerare il fastidio generico, ovvero quando vi sentite disturbati o impediti nel comunicare normalmente, nello svolgere le vostre attività o durante il momento di riposo.

La normativa

È molto importante, dunque, controllare il più possibile l’inquinamento acustico sia sul posto di lavoro che negli ambienti in cui si vive quotidianamente. Le ordinanze e le leggi emanate da enti locali, regionali e statali sono sicuramente un aiuto nella limitazione dell’inquinamento acustico. A livello italiano, la legge di riferimento per l’inquinamento acustico è la 447/95, che delega le varie istituzioni locali al controllo dei livelli del rumore. Più nello specifico:

L’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con la funzionalità degli ambienti stessi.

Successivamente, con la direttiva della Comunità Europea n°49 del 2002, vengono definiti i parametri per valutare in modo uniforme il livello di inquinamento. Questa direttiva è stata recepita dall’ordinamento italiano con il decreto legge 194/2005.

Oltre alle leggi in vigore, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha affermato che il livello di rumore massimo dev’essere di 65 dB per il giorno e di 55 dB per la notte e che il livello ottimale non dovrebbe oltrepassare i 45 dB. Anche il Codice Civile del nostro Paese menziona al suo interno l’inquinamento acustico, invitando i cittadini a contenere i rumori e di adoperarsi in prima persona al fine di ridurre il livello di pressione sonora.

La “lotta al rumore”

Possiamo mettere in campo diversi accorgimenti per combattere questa problematica, sia per questioni di benessere personale ma anche di quello altrui, per una buona convivenza civile e di rispetto. Ecco alcuni consigli:

  • Utilizzare dispositivi con l’insonorizzazione degli ambienti e otoprotettori.
  • Manutenzione di macchine e strumenti con basse emissioni rumorose.
  • Acquistare veicoli elettrici.
  • Anche gli alberi e le piante poste ai bordi delle strade si rivelano delle ottime barriere contro il rumore. Inoltre, la barriera di piante, alta non meno di 15 metri, riduce anche l’inquinamento atmosferico, perché abbatte le polveri sottili e di conseguenza purifica l’aria.
  • Ridurre i limiti di velocità e favorire l’installazione di pneumatici silenziosi e asfalti fonoassorbenti.

I problemi per la fauna selvatica

Il rumore ha un impatto negativo anche sulla fauna selvatica, sia quella terrestre sia quella acquatica. L’inquinamento acustico può causare una serie di effetti fisici e comportamentali sugli animali e aumentarne lo stress.

Ad esempio, il rumore del traffico stradale può rendere difficile la comunicazione tra rane e tra uccelli canori, soprattutto durante il periodo di accoppiamento. Ciò può ridurne la capacità di riproduzione o costringerli a fuggire dai loro habitat. Un’altra preoccupazione è rappresentata dal rumore sottomarino causato dal trasporto marittimo, dalla produzione di energia, dall’edilizia e da altre attività. Ad esempio, la ricerca ha rilevato nelle balene danni all’udito, che possono nuocere alla loro capacità di comunicare tra loro e di trovare cibo.

Per concludere, in collegamento con tutto il tema ambientale e sonoro, ricordiamo che Energit punta sulla qualità dell’impatto ecologico e sulla tutela dell’ambiente, sostenendo la produzione di energia da fonti rinnovabili.

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