Come funziona la distribuzione elettrica in Italia

da Redazione | 27 Ottobre 2020

La distribuzione di energia elettrica è una delle fasi del processo di consegna dell’energia elettrica, che segue quello di produzione e di trasmissione e si completa utilizzando una rete capillare che permette di far arrivare la corrente all’utente finale.

Il mercato elettrico, a partire dalla liberalizzazione avvenuta nel 1999, si compone di quattro processi ben distinti ma strettamente correlati tra loro, prima di conoscerli però apriamo una parentesi per fare chiarezza sulla figura del distributore di energia elettrica.

Ecco di che cosa si occupa questa figura, quali sono i suoi compiti e come distinguerla dal fornitore.

Distributore di energia elettrica: chi è e cosa fa

Il distributore di energia elettrica è colui che si fa carico di distribuire appunto l’energia della rete di trasmissione ai clienti finali nelle case o nelle aziende.

Questa figura si occupa essenzialmente del monitoraggio dei consumi di energia elettrica attraverso la lettura del contatore, di cui è proprietario, oltre a intervenire in caso di guasti essendo il referente per la consegna dell’energia di diverse zone.

Il distributore non deve essere confuso con il fornitore, che, al contrario, si occupa esclusivamente della vendita diretta dell’energia acquistata sul mercato al cliente finale, con il quale stipula un contratto e al quale invia la bolletta.

Al distributore di rete ci si rivolge anche in caso di nuovi allacciamenti sulla rete elettrica, sia che si tratti di utenze private che di altre strutture, purché all’interno dell’area ad essi assegnata in base alle linee guida dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

A differenza di quanto avviene per i fornitori, i distributori non possono essere scelti dal consumatore ma vengono ad essi assegnati su base locale o regionale secondo aree stabilite, così da ottimizzare i flussi di energia elettrica su reti caratterizzate da alta e bassa tensione sull’intero territorio nazionale.

La gestione in tempo reale del dispacciamento di energia in alta tensione sulla rete elettrica del Paese è assicurata dal Centro Nazionale di Controllo di Terna, il fulcro del sistema elettrico nazionale.

Prima di capire esattamente come funziona la distribuzione elettrica in Italia analizziamo nel dettaglio le quattro fasi del mercato elettrico.

Mercato elettrico: dalla produzione alle utenze

Il sistema elettrico in Italia funziona attraverso quattro fasi: produzione, trasmissione, distribuzione e utenze finali.

Produzione

La produzione di energia elettrica, totalmente inesistente in natura, avviene attraverso la trasformazione dell’elettricità a partire da fonti primarie.

Nel caso specifico dell’Italia ciò avviene essenzialmente a partire da fonti non rinnovabili, in particolare gas naturale, carbone e petrolio, sebbene negli ultimi anni sia in aumento lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dall’energia geotermica, a quella idroelettrica, solare ed eolica.

Una parte della produzione di energia elettrica in Italia proviene dall’approvvigionamento estero, in particolare da Francia e Svizzera.

Trasmissione

Il dispacciamento dell’energia ossia la trasmissione della stessa attraverso la rete elettrica avviene con un costante monitoraggio dei flussi elettrici, coordinando tutti gli elementi del sistema e programmando le indisponibilità di rete sulla base del fabbisogno elettrico nazionale.

Distribuzione

Questo passaggio finale consente di trasportare l’energia elettrica all’utente finale attraverso una complessa rete, che si compone di cabine primarie, che trasformano l’elettricità ad alta tensione in corrente a media tensione, di cabine secondarie che convertono la media tensione in bassa tensione e infine utilizzando i trasformatori.

Le società di distribuzione si occupano di gestire le reti locali in bassa tensione e di curarne la manutenzione.

Utenze

L’energia elettrica viene venduta dal fornitore alle utenze residenziali e commerciali mediante stipula di un contratto.

Come funziona la distribuzione elettrica: cenni storici

In passato la distribuzione di energia elettrica, così come la produzione, avveniva in corrente continua e a bassa tensione.

La corrente veniva dunque distribuita secondo un modello simile a quello delle dinamo o delle batterie, dove il flusso elettronico non cambiava mai direzione, motivo per il quale su grandi distanze era responsabile della produzione di eccessivo calore, dissipando grandi quantità di energia.

Per questa ragione fu trasmessa a lungo su brevi distanze ma ben presto, con l’aumento della potenza e del tratto di trasmissione, si preferì passare a sistemi a trasmissione alternata, che assicurarono l’adozione di tensioni ben più elevate.

Il modello odierno di corrente alternata segue quello ideato dalla Westinghouse Electric per la distribuzione di energia.

La corrente elettrica viene, infatti, prodotta nelle centrali elettriche, dove si convertono vari tipo di energia (da quella nucleare a quella solare) capaci di azionare enormi alternatori, ossia rotori magnetici che girano intorno ad un conduttore generando una forza elettromotrice.

Formando un flusso alternato nelle polarità, gli stessi alternatori innescano un sistema trifase con cui l’energia ad altissima tensione viene trasmessa tramite elettrodotti alla centrale di distribuzione percorrendo lunghe distanze con minime dispersioni termiche.

Il motore primario a sua volta aziona un generatore elettrico o alternatore che alimenta un trasformatore, il quale lo collega alla linea ad alta tensione attraverso un interruttore.

Come funziona la distribuzione elettrica in Italia

La corrente alternata può essere distribuita su lunghe distanze assicurando altissime tensioni senza dispersioni termiche, ma perché ciò avvenisse in sicurezza è stato indispensabile introdurre i trasformatori.

L’intensità degli elettroni che viaggiano attraverso la corrente è mortale per qualsiasi essere vivente, ecco perché la distribuzione dell’elettricità non può avvenire senza un’opportuna riduzione del voltaggio, sia che essa debba arrivare nelle fabbriche sia che si tratti di utenze domestiche.

Ciò avviene all’interno delle centrali di distribuzione, generalmente dislocate nelle zone industriali o alle porte della città, dove, grazie all’uso dei trasformatori, la tensione della corrente può essere adeguatamente ridimensionata per essere poi distribuita in condizioni di sicurezza.

In Italia la corrente elettrica viene distribuita in trifase a 400 volt negli impianti industriali, mentre negli impianti residenziali giunge attraverso cavi sotterranei e centrali di smistamento e viene ridotta a 240 V.

Nelle utenze finali domestiche la trifase viene ridotta ulteriormente in monofase ossia la tensione viene canalizzata in un unico cavo (detto appunto fase), di colore marrone o nero, collegato a sua volta ad un altro filo di colore blu o celeste di tipo neutro.

La fase, prima della distribuzione negli impianti domestici, viene collegata ad un contatore che misura automaticamente i consumi dell’utenza, attraverso un meccanismo di telegestione che oggi sostituisce i vecchi sistemi di controllo degli apparecchi meccanici, che implicavano la presenza fisica di un operatore.

Una volta distribuita l’energia elettrica sotto forma di corrente alternata nelle case, qui incontrerà spesso la necessità di essere convertita da un raddrizzatore-trasformatore per essere adattata al funzionamento degli elettrodomestici, che richiedono tensioni molto più basse.

La qualità, l’affidabilità e la sicurezza del servizio Energit S.p.A. sono garantiti da Terna e dal Distributore Locale, che continueranno a fornire tutta l’assistenza tecnica necessaria secondo gli standard indicati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), indipendentemente dal fornitore scelto.

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