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Come scegliere un deumidificatore a basso consumo

da Redazione | 24 Novembre 2020

Il deumidificatore è una soluzione sempre più utilizzata in ambito domestico per ridurre l’umidità e rendere l’ambiente più confortevole, prevenendo al tempo stesso la formazione di muffa e batteri.

Catturando le particelle d’acqua presenti nell’area in cui viene collocato, questo dispositivo permette infatti di rendere l’ambiente più secco, riducendo temperature eccessivamente elevate delle stanze più umide.

Utilizzati prevalentemente nella stagione calda, i deumidificatori sono perfetti anche in quella fredda e possono essere utilizzati in abbinamento al condizionatore o sostituirsi ad esso.

Se non utilizzato correttamente, tuttavia, questo elettrodomestico può incidere pesantemente sulla bolletta elettrica, ecco perché è importante saper scegliere un deumidificatore a basso consumo.

Prima di capire quali parametri considerare per un acquisto ottimale, vediamo esattamente che cos’è, quanto consuma e quali sono le differenze tra deumidificatore e condizionatore.

Deumidificatore: che cosa è e a cosa serve

Il deumidificatore è un dispositivo utilizzato ridurre il tasso di umidità dell’aria e portarlo almeno ad un valore compreso tra il 55% ed il 65%.

Ambienti eccessivamente umidi rappresentano un rischio elevato per la salute, causando allergie, problemi respiratori ed eccessiva sudorazione.

Anche gli oggetti sono esposti all’umidità, che è la principale causa della formazione di funghi e muffe che intaccano materiali quali carta, legno o fibra naturale, rovinando quindi facilmente le pareti e l’arredamento.

In alcuni casi è necessario ricorrere all’uso di più deumidificatori per favorire la salubrità dell’aria, collocandoli in punti strategici della casa, ma ciò può causare un eccessivo aumento dei consumi.

Questo è uno dei motivi principali per cui sempre più persone rinunciano all’uso del deumidificatore prediligendo l’acquisto di un condizionatore, che spesso peraltro include la funzione di deumidificazione dell’ambiente.

Vediamo nel dettaglio quali sono le differenze tra i due apparecchi cercando di capirne il funzionamento a cui devono consumi spesso differenti.

Deumidificatore e condizionatore: quali sono le differenze

La principale differenza tra deumidificatore e condizionatore riguarda proprio il loro principio di funzionamento.

Il primo lavora raccogliendo l’acqua di condensa e assorbe l’aria secca convogliandola verso la parte calda della serpentina, per poi riscaldarla nuovamente e trasferirla nell’ambiente ad una temperatura leggermente superiore.

Il condizionatore, invece, attua un processo di compressione e decompressione meccanica del gas refrigerante per poi raccogliere l’acqua nella serpentina e scaricarla nell’ambiente esterno dopo averla deumidificata e dunque riscaldata.

Ciò significa che il condizionatore funziona a pieno ritmo per produrre aria fredda, eliminando automaticamente la condensa, mentre il deumidificatore dovrà essere messo in funzione il tempo necessario per condensare e abbassare il tasso di umidità a livelli normali, rimettendo poi in circolo l’aria asciutta.

Ovviamente non tutti gli appartamenti hanno lo stesso tasso di umidità e alcune stanze sono più esposte di altre, ad esempio la cucina e il bagno.

Proprio per questo in alcuni casi il deumidificatore necessita di funzionare per l’intera giornata, mentre in altri contesti potrà essere messo in funzione soltanto all’occorrenza, ossia in presenza di vapori eccessivi, come quelli che si formano quando si cucina o dopo una doccia calda.

Purtroppo non è solo il tempo in cui è acceso che ne determina i consumi ma anche la potenza con cui viene utilizzato, che spesso può essere maggiore quando lo si azione per un breve arco di tempo che per ventiquattro ore.

Quanto consuma un deumidificatore

La potenza selezionata definisce spesso il consumo del deumidificatore, anche se questo si rapporta in modo particolare al modello acquistato.

Un deumidificatore di potenza standard, intorno ai 300 W, consuma approssimativamente cinque centesimi per ogni ora di utilizzo, pertanto sceglierne uno di potenza doppia significherà anche raddoppiare i consumi ad esso collegati.

Generalmente il consumo di questi apparecchi viene indicato nell’etichetta ed è espresso da un numero seguito dal simbolo kWh (chilowattora), che rappresenta i chilowatt che l’elettrodomestico consuma a pieno regime nell’arco di un’ora.

In realtà, come si è visto, il deumidificatore non è sempre in funzione in quanto si aziona soltanto quando l’umidità tende a salire eccessivamente, pertanto può essere utile calcolarne i consumi utilizzando un altro metodo, ad esempio il wattometro.

Questo dispositivo si inserisce tra la spina del deumidificatore e la presa di corrente con lo scopo di rilevarne i consumi, sarà dunque sufficiente leggere la cifra riportata per conoscerne il dispendio energetico.

Se si volesse, poi, ricavarne i costi, basterà moltiplicare il numero registrato dal wattometro per il valore del kWh indicato in bolletta, si otterrà così la spesa complessiva legata alla potenza consumata in un determinato arco di tempo.

Più precisamente per ricavare il consumo totale in ore di un deumidificatore si dovrà moltiplicare la cifra indicata nel wattometro per il tempo di accensione dell’apparecchio, mentre per conoscere il prezzo espresso in euro sarà necessario risalire al costo del consumo orario espresso in kw nella bolletta.

Un deumidificatore può arrivare a consumare al massimo 350 W in base a tempi e modi di utilizzo, mentre un condizionatore può superare anche questa soglia consumando molta più energia se acceso in modo continuativo durante la giornata.

Per ovviare a questi inconvenienti è possibile optare per elettrodomestici dotati di sistema di blocco automatico, che consentono una corretta programmazione dell’apparecchio per garantire un buon risparmio in termini di energia.

Per quanto riguarda i deumidificatori sono diversi i parametri da prendere in considerazione per ridurre i consumi, ecco quali sono i principali.

Come scegliere un deumidificatore a basso consumo: parametri e funzioni

Scegliere un deumidificatore a basso consumo non è sempre facile, soprattutto quando si ha la necessità di conciliare convenienza economica e qualità.

Per non sbagliare è importante valutare attentamente i modelli a basso consumo e individuarne alcune importanti caratteristiche che possono fare la differenza in bolletta, eccone alcune:

Classe

Il primo elemento che distingue un buon deumidificatore a basso consumo facendolo eccellere nelle prestazioni è la classe energetica di appartenenza.

Quando si sceglie di acquistare questa tipologia di elettrodomestici è importante leggere attentamente l’etichetta apposta per capire se è stato costruito con criteri che ne massimizzino i consumi.

Optate sempre per apparecchi di ultima generazione in classe A, meglio ancora se A+++, che vi assicuri una buona efficienza energetica e qualità costruttiva, se pur a fronte di un investimento economico più alto ma che potrete recuperare con facilità grazie al risparmio ottenuto in bolletta.

A ciò si aggiunge la necessità di un uso ottimale dell’apparecchio, posizionandolo nel modo giusto, possibilmente cercando di ventilare opportunamente l’ambiente per far uscire il più possibile il vapore acqueo.

Portata

La portata dell’apparecchio è un fattore che andrà sempre rapportato all’ambiente in cui esso verrà installato, in base al quale cambierà dunque il modello scelto.

Per portata, in particolare, si intende la quantità massima di vapore acqueo eccedente che il deumidificatore è in grado di estrarre nell’arco di un’intera giornata.

È ovvio che in ambienti molto piccoli, ad esempio in stanze di metratura pari a 40 o 45 metri quadri sarà possibile acquistare piccoli apparecchi, la cui portata massima potrà arrivare a 10 o 12 litri.

Al contrario per stanze più grandi, con metrature superiori anche ai 70 metri quadri, sarà invece necessario acquistare un deumidificatore molto più potente, di portata anche superiore ai 20 litri.

Filtri

Alcuni modelli di deumidificatori possiedono dei filtri in grado di eliminare impurità come pollini, acari e polveri sottili, trattenendole al loro interno per evitare che circolino nell’aria e possano procurare conseguenze per la salute.

Se si soffre di allergie o altre problematiche respiratorie è bene scegliere optare per elettrodomestici appartenenti a questa tipologia, che possono certamente migliorare la salubrità dell’ambiente e dunque la qualità della vita.

Timer

Anche la presenza di un timer è un elemento fondamentale e determinante in fase di acquisto in quanto assicura di poter programmare il dispositivo quando si è fuori casa, favorendo così una netta riduzione dei consumi.

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