Fonte editoriale: “Il Sole 24 Ore “, inserto “Speciale Sardegna, Aziende eccellenti” – edizione stampa del 19 Dicembre 2017
Un progetto di rilancio ambizioso, due anni di intenso lavoro per evitare i rischi sulla continuità, ed ora, dopo un riassetto societario importante, si rialza più forte di prima centrando i risultati attesi per riposizionarsi sul mercato dietro le grandi majors nazionali e con un importante focus in Sardegna.
Energit, società nata e cresciuta a Cagliari, da qualche anno nell’orbita del gruppo Onda, è tra le aziende del settore che hanno fatto la storia italiana nella fornitura di energia fornendo, negli anni d’oro, circa 200.000 utenti in Sardegna e in Italia. Tra i primi operatori italiani ad operare sul mercato libero e tra i primissimi in Italia ad acquistare energia sulla piattaforma internazionale alla borsa di Parigi, Energit ha iniziato ad accusare prima degli altri la crisi scoppiata a livello globale nel 2008, trovandosi alla fine del 2013 in liquidazione volontaria richiesta dalla precedente proprietà. La risalita parte all’inizio del 2016 con una ristrutturazione aziendale importante, un piano di investimenti credibile, nuovi partners ed un consiglio di amministrazione ultra snello composto da sole due persone. E proprio al nuovo management va il merito del rilancio dopo 10 anni nei quali alla guida dell’azienda, si erano succeduti tre diversi gruppi.
“Siamo orgogliosi per essere riusciti a far riemergere questa storica società dalle sabbie mobili nelle quali era scivolata – sottolinea Luigi Martines, presidente e amministratore delegato Energit – dopo un 2015 chiuso con una perdita decisamente importante, il bilancio 2016 si è chiuso con un trend positivo a 1,5 milioni di EBITDA e 500 mila euro di utile netto. Dopo la riorganizzazione dello scorso anno, che ci ha portato ad avere 20 dipendenti, ora abbiamo una situazione di equilibrio e il 2017 ha confermato gli ottimi risultati. Le società nate con noi quasi venti anni fa sono scomparse tutte, Energit senza fondi di salvataggio o istituzioni pubbliche, è ancora qui e continua ad investire nell’innovazione con fondi propri”.
Ad indirizzare le scelte è entrata nel board della società, Manuela Stochino, storica guida e CFO dell’azienda, prima donna in assoluto a ricoprire il ruolo di Consigliere Delegato nella storia della società cagliaritana.
“Il 2015 ha rappresentato indubbiamente un momento traumatico nella vita lavorativa di Energit e delle persone che come noi avevano sviluppato in 15 anni di attività una solida professionalità – spiega – ma come spesso accade la paura è il primo gradino da salire se si vuole ricominciare e così abbiamo lavorato con passione al Piano di continuità aziendale che ha individuato un percorso di ristrutturazione che, oltre a consentire il mantenimento di una attività produttiva storica e la salvaguardia di una quota significativa di posti di lavoro, garantirà la soddisfazione dei creditori.
A distanza di un anno e mezzo dalla presentazione del Piano economico possiamo dire che i numeri ci danno ragione: non solo le previsioni sono state rispettate ma per molti aspetti anche superate. Insomma Energit c’è, esiste ancora, più forte di prima e pronta a scrivere il suo nuovo futuro”.
Tra le azioni portate avanti per il rilancio, Energit ha puntato in modo deciso sull’innovazione. “Abbiamo presentato nuove idee, alcune in fase di decollo altre già definite, che riguardano il risparmio energetico e la produzione da fonti rinnovabili con soluzioni innovative il tutto supportato da soluzioni di smart meter che ci consentiranno di trasformare la bolletta da una tabella di elementi criptici per pochi, ad un elenco di spese energetiche per tutti – dice il direttore generale, Marcello Spano – ad esempio, possiamo offrire continuità e qualità energetica attraverso batterie evolute di nuovissima generazione e siamo operativi con un progetto che permetterà di sviluppare avanzati sistemi di domotica per semplificare la vita dei nostri clienti in maniera che ognuno possa comprendere al meglio i propri consumi in quella che ormai a tutti gli effetti possiamo definire come bolletta 3.0”.