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    Quanto consuma un deumidificatore?

    Quanto consuma un deumidificatore e come sceglierlo

    da Redazione | 09 Settembre 2024

    Il deumidificatore è una soluzione sempre più utilizzata in ambito domestico per ridurre l’umidità e rendere l’ambiente più confortevole, prevenendo al tempo stesso la formazione di muffa e batteri.

    Catturando le particelle d’acqua presenti nell’area in cui viene collocato, questo dispositivo permette infatti di rendere l’ambiente più secco, riducendo temperature eccessivamente elevate delle stanze più umide.

    Utilizzati prevalentemente nella stagione calda, i deumidificatori sono perfetti anche in quella fredda e possono essere utilizzati in abbinamento al condizionatore o sostituirsi ad esso.

    Se non utilizzato correttamente, tuttavia, questo elettrodomestico può incidere pesantemente sulla bolletta elettrica, ecco perché è importante saper scegliere un deumidificatore a basso consumo.

    Prima di capire quali parametri considerare per un acquisto ottimale, vediamo esattamente che cos’è e quanto consuma un deumidificatore.

    Deumidificatore: che cosa è e a cosa serve

    Il deumidificatore è un dispositivo utilizzato per ridurre il tasso di umidità dell’aria e portarlo almeno ad un valore compreso tra il 55% ed il 65%. Assorbe l’aria secca convogliandola verso la parte calda della serpentina, per poi riscaldarla nuovamente e trasferirla nell’ambiente ad una temperatura leggermente superiore.

    Ambienti eccessivamente umidi rappresentano un rischio elevato per la salute, causando allergie, problemi respiratori ed eccessiva sudorazione.

    Anche gli oggetti sono esposti all’umidità, che è la principale causa della formazione di funghi e muffe che intaccano materiali quali carta, legno o fibra naturale, rovinando quindi facilmente le pareti e l’arredamento.

    In alcuni casi è necessario ricorrere all’uso di più deumidificatori per favorire la salubrità dell’aria, collocandoli in punti strategici della casa, ma ciò può causare un eccessivo aumento dei consumi.

    Questo è uno dei motivi principali per cui sempre più persone rinunciano all’uso del deumidificatore prediligendo l’acquisto di un condizionatore, che spesso peraltro include la funzione di deumidificazione dell’ambiente.

    Non è solo il tempo in cui è acceso che ne determina i consumi, ma anche la potenza con cui viene utilizzato, che spesso può essere maggiore quando lo si aziona per un breve arco di tempo che per 24 ore.

    Quanto consuma un deumidificatore

    La potenza selezionata definisce spesso il consumo del deumidificatore, anche se questo si rapporta in modo particolare al modello acquistato.

    Non si può dire in maniera univoca quanto consuma un deumidificatore perché appunto dipende dalla potenza e dalle ore di utilizzo; possiamo però fornire delle stime e degli esempi.

    Un deumidificatore di potenza standard, intorno ai 300 W, consuma approssimativamente 5 centesimi per ogni ora di utilizzo; pertanto, sceglierne uno di potenza doppia significherà anche raddoppiare i consumi ad esso collegati.

    Generalmente il consumo di questi apparecchi viene indicato nell’etichetta ed è espresso da un numero seguito dal simbolo kWh (chilowattora), che rappresenta i chilowatt che l’elettrodomestico consuma a pieno regime nell’arco di un’ora.

    In realtà, il deumidificatore non è sempre in funzione in quanto si aziona soltanto quando l’umidità tende a salire eccessivamente ad esempio in cucina o in bagno, dunque può essere utile calcolarne i consumi utilizzando un altro metodo, ad esempio il wattmetro.

    Questo dispositivo si inserisce tra la spina del deumidificatore e la presa di corrente con lo scopo di rilevarne i consumi, sarà quindi sufficiente leggere la cifra riportata per conoscerne il dispendio energetico.

    Se si volesse, poi, ricavarne i costi, basterà moltiplicare il numero registrato dal wattmetro per il valore del kWh indicato in bolletta, si otterrà così la spesa complessiva legata alla potenza consumata in un determinato arco di tempo.

    Più precisamente per ricavare il consumo totale in ore di un deumidificatore si dovrà moltiplicare la cifra indicata nel wattmetro per il tempo di accensione dell’apparecchio, mentre per conoscere il prezzo espresso in euro sarà necessario risalire al costo del consumo orario espresso in kw nella bolletta.

    Facciamo un esempio concreto: un deumidificatore da 300 W usato per 5 ore al giorno, consumerà al mese 45 kWh. Questo equivale in euro a 11,25 € al mese se consideriamo un costo dell’elettricità di 0,25 €/kWh.

    Invece, un deumidificatore più potente, da 500 W, utilizzato per 8 ore al giorno comporterà un consumo giornaliero di 4 kWh (120 kWh mensili) che equivale in euro a 1€ al mese, ovvero 30 € totali al mese.

    Per risparmiare, è possibile optare per elettrodomestici dotati di sistema di spegnimento automatico, che consentono una corretta programmazione dell’apparecchio per garantire un buon risparmio in termini di energia, e scegliere l’offerta Energit su misura per la vostra casa!

    Come scegliere un deumidificatore a basso consumo: parametri e funzioni

    Scegliere un deumidificatore a basso consumo non è sempre facile, soprattutto quando si ha la necessità di conciliare convenienza economica e qualità.

    Per non sbagliare è importante valutare attentamente i modelli a basso consumo e individuarne alcune importanti caratteristiche che possono fare la differenza in bolletta, eccone alcune.

    Classe

    Il primo elemento che distingue un buon deumidificatore a basso consumo facendolo eccellere nelle prestazioni è la classe energetica di appartenenza.

    Quando si sceglie di acquistare questa tipologia di elettrodomestici è importante leggere attentamente l’etichetta apposta per capire se è stato costruito con criteri che ne massimizzino i consumi.

    Optate sempre per apparecchi di ultima generazione in classe A o superiore, che vi assicuri una buona efficienza energetica e qualità costruttiva, se pur a fronte di un investimento economico più alto ma che potrete recuperare con facilità grazie al risparmio ottenuto in bolletta.

    A ciò si aggiunge la necessità di un uso ottimale dell’apparecchio, posizionandolo nel modo giusto, possibilmente cercando di ventilare opportunamente l’ambiente per far uscire il più possibile il vapore acqueo.

    Portata

    La portata dell’apparecchio è un fattore che andrà sempre rapportato all’ambiente in cui esso verrà installato, in base al quale cambierà dunque il modello scelto.

    Per portata, in particolare, si intende la quantità massima di vapore acqueo eccedente che il deumidificatore è in grado di estrarre nell’arco di un’intera giornata.

    È ovvio che in ambienti molto piccoli, ad esempio in stanze di metratura pari a 40 o 45 metri quadri sarà possibile acquistare piccoli apparecchi, la cui portata massima potrà arrivare a 10 o 12 litri.

    Al contrario per stanze più grandi, con metrature superiori anche ai 70 metri quadri, sarà invece necessario acquistare un deumidificatore molto più potente, di portata anche superiore ai 20 litri.

    Filtri

    Alcuni modelli di deumidificatori possiedono dei filtri in grado di eliminare impurità come pollini, acari e polveri sottili, trattenendole al loro interno per evitare che circolino nell’aria e possano procurare conseguenze per la salute.

    Se si soffre di allergie o altre problematiche respiratorie è bene optare per elettrodomestici appartenenti a questa tipologia, che possono certamente migliorare la salubrità dell’ambiente e dunque la qualità della vita.

    Timer

    Anche la presenza di un timer è un elemento fondamentale e determinante in fase di acquisto in quanto assicura di poter programmare il dispositivo quando si è fuori casa, favorendo così una netta riduzione dei consumi.

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