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È possibile staccarsi dal riscaldamento condominiale?

è possibile staccarsi dal riscaldamento condominiale, come fare

da Redazione | 20 Gennaio 2022

Sei convinto di pagare una bolletta del riscaldamento condominiale troppo onerosa oppure vuoi decidere in maniera autonoma quando e per quanto tempo tenere accesi i tuoi termosifoni? Allora sicuramente ti starai chiedendo se è possibile staccarsi dal riscaldamento condominiale.

L’articolo 1118 del Codice civile risponde alle tue domande e ti aiuta a capire che non solo puoi smettere di usufruire dell’impianto di riscaldamento o di condizionamento centralizzato, nel caso in cui non si creino squilibri di funzionamento all’impianto stesso e non ci siano degli incrementi di spesa per i condòmini, ma è anche un tuo diritto, che né l’amministratore né gli altri condòmini possono negarti. Così facendo ad esempio, puoi finalmente procedere con l’installazione dell’impianto fotovoltaico e scegliere un nuovo fornitore di energia come Energit.

Il diritto del condomino

Se vuoi sapere se è possibile staccarsi dal riscaldamento condominiale la risposta è affermativa e l’articolo 1118 del Codice civile parla chiaro: ogni condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento solo se non ne conseguono notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per tutti gli altri condomini. Ma cerchiamo di capire cosa significa.

Il Codice civile definisce il diritto di ogni singolo condomino di distaccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento; questo diritto è valido però solo nel caso in cui non va a gravare sulla spesa per gli altri condòmini, i quali ovviamente non devono calcolare l’aumento dei costi generali dovuti proprio alla mancata partecipazione di un condomino, e non si creino problemi al funzionamento dell’impianto comune.

Ma c’è di più: proprio perché è un diritto del singolo condomino decidere di distaccarsi dall’impianto comune, egli può agire senza chiedere il permesso all’amministratore del condominio e all’assemblea condominiale; inoltre, questi due soggetti non possono impedire al condomino in questione di far valere il proprio diritto.

Un’ordinanza della Cassazione ha stabilito anche che nel caso in cui nel regolamento condominiale fosse vietato il distacco dall’impianto centralizzato, questo divieto è nullo, a meno che al momento dell’acquisto dell’appartamento i compratori non abbiano firmato l’accettazione di tale regolamento in cui sia previsto il divieto in questione, poiché in simili circostanze il regolamento sarebbe stato accettato all’unanimità e quindi deve essere rispettato.

Le spese del condomino

L’intero impianto centralizzato di riscaldamento con apparati e condutture annesse sono di proprietà comune di tutti i condòmini, poi le tubature che si diramano nelle singole abitazioni appartengono unicamente a chi ci abita, perciò nel caso in cui dovessero essere soggette a danni l’unico responsabile è il proprietario di quell’appartamento; stando così le cose, le spese comuni per la fornitura del gas e le spese per la manutenzione dell’impianto devono essere ripartite a seconda delle tabelle millesimali tra tutti i condòmini.

Se decidi di staccarti dal riscaldamento condominiale tieni presente che dovrai continuare a partecipare al pagamento delle sole spese di manutenzione straordinaria dell’impianto per la sua conservazione e messa a norma, questo perché anche se non farai più utilizzo dell’impianto centralizzato rimane di fatto di tua proprietà secondo le ripartizioni e in futuro puoi decidere di ricominciare a utilizzarlo.

Inoltre, devi continuare a concorrere al pagamento di altre spese a prescindere dal modo in cui usi i termoregolatori, ovvero quello dei consumi involontari che riguardano in particolare le dispersioni termiche causate dai tubi del riscaldamento che trasmettono calore anche agli altri immobili a beneficio di chi vi abita e ad altri ambienti comuni come le scale; in nessun caso puoi rinunciare alla tua parte di proprietà dell’impianto di riscaldamento per evitare di pagare queste spese. I consumi involontari si differenziano da quelli volontari che vengono definiti in base al reale consumo per il riscaldamento di ogni abitazione.

A questi oneri fissi, inoltre, si aggiungono quelli previsti con la rinuncia all’utilizzo dell’impianto centralizzato, in particolare:

  • il pagamento di un termotecnico abilitato per fare una perizia che attesti l’idoneità del distacco all’impianto condominiale e l’assenza di squilibri sul funzionamento dello stesso e l’aggravio di spese per gli altri condòmini. Solo questa prima spesa può variare dagli 800 ai 1000 euro;
  • il pagamento di una nuova caldaia autonoma da installare nel tuo appartamento e anche in questo caso, in base alla qualità e alle caratteristiche del modello la spesa può arrivare a 2000 euro;
  • il pagamento di eventuali lavori per adattare le tubature al nuovo impianto e la spesa può variare in base agli interventi che devono essere fatti;
  • il pagamento per la canna fumaria che in genere è di 900 euro, poiché dal 2013 c’è l’obbligo di scaricare i fumi derivati dalla combustione oltre il colmo del tetto e non più a parete.

Comunicare il distacco

Non c’è nessuna legge che ti obbliga ad avvisare l’amministratore condominiale e l’assemblea del cambiamento che vuoi fare, ma è buona norma fare una comunicazione scritta in cui si dichiara di voler rinunciare all’uso dell’impianto centralizzato, anche solo per non vedersi addebitare il costo dei consumi collettivi.

Per evitare contestazioni, insieme alla comunicazione è meglio presentare la perizia che vi è stata rilasciata dal termotecnico abilitato in cui si dichiara che la vostra rinuncia non comporterà nessuno squilibrio sul funzionamento dell’impianto e l’aggravio di spese per tutti gli altri condomini; l’assemblea condominiale se lo ritiene necessario può procedere ad assumere un altro termotecnico per verificare quanto dichiarato dalla perizia che avete presentato e se si dovesse dimostrare che la vostra rinuncia influenzerebbe negativamente sul funzionamento o sulle spese per i condòmini, allora non potrete procedere con i lavori, in caso contrario nessuno può vietarvi di installare un impianto di riscaldamento autonomo.

Conclusioni

Come hai visto è possibile staccarsi dal riscaldamento condominiale, ma le spese da affrontare non sono poche; in ogni caso decidere in maniera autonoma quando accendere i termosifoni, per quanto tempo lasciarli attivi e a che temperatura ha i suoi vantaggi, soprattutto per quanto riguarda il risparmio energetico ed economico.

La decisione di staccarsi dall’impianto centralizzato può dipendere dal vostro stile di vita: ad esempio, se fate un lavoro che vi tiene fuori casa per l’intera giornata non ha molto senso sapere di avere un appartamento caldo nelle ore in cui non ci siete, per poi dover accendere una stufetta elettrica una volta rincasati.

Se le spese da affrontare per i lavori di adattamento e di installazione del nuovo impianto vi sembrassero un ostacolo, allora potreste pensare di richiedere le agevolazioni fiscali previste per la ristrutturazione e il risparmio energetico che lo Stato offre.

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