La potenza del contatore elettrico incide sui costi fissi e variabili in bolletta spesso assorbendo quantità di energia superiore al limite contrattuale consentito, ecco perché diventa fondamentale sceglierla in rapporto al reale fabbisogno energetico.
La scelta della potenza del contatore richiede, infatti, la valutazione di diversi fattori, dalla presenza dei diversi apparecchi ed elettrodomestici e i relativi kw assorbiti agli effettivi consumi domestici.
Spesso, infatti, un aumento di potenza del contatore, e dunque dei kw, diventa strettamente necessario per ridurre il rischio di interruzioni di corrente dovuto ad un superamento della potenza disponibile, risparmiando così sensibilmente sui costi dell’energia elettrica addebitati in bolletta.
Prima di capire quanto costa aumentare i kw del contatore apriamo una parentesi per capire cosa si intende per potenza del contatore, come misurare questo parametro e che differenza intercorre tra potenza assorbita e potenza istantanea.
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Potenza del contatore: cos’è e come misurarla
La potenza del contatore è un parametro fondamentale della fornitura espresso in chilowatt (Kw), indicato in bolletta nella sezione relativa ai dati di fornitura o della tipologia di contratto.
Questa voce include sia la potenza impegnata o istantanea che la potenza disponibile, che supera la prima di un buon 10%, entrambe rappresentano due dei parametri fondamentali da considerare nella scelta della potenza del contatore, che solitamente si aggira intorno ai 3 kW.
Questi due concetti generano spesso confusione, soprattutto quando si intende effettuare un cambio di potenza, ma in ogni caso è sempre bene ricordare che la quota potenza varia solo in base ai kW del contatore e non in base ai consumi.
Spesso sulla potenza istantanea incide l’energia elettrica assorbita in gran quantità e nello stesso istante da più apparecchi accesi contemporaneamente, ecco perché per evitare di far saltare la corrente è indispensabile valutare il totale dei kW assorbiti da ciascun dispositivo in funzione.
Con un normale contatore da 3kW non è possibile l’uso simultaneo dei dispositivi più energivori, come la lavatrice, il condizionatore e lo scaldabagno elettrico, diventa pertanto necessario aumentare i kW forniti a livello contrattuale proprio per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione e risparmiare in bolletta.
Per scegliere la potenza del contatore più adatta al proprio fabbisogno energetico, il cliente domestico oggi può optare per diversi livelli, ma prima della riforma della tariffa elettrica era possibile scegliere soltanto tra quattro fasce prestabilite: 1,5 Kw, 3,5 Kw, 4,5 kW, 6Kw.
Ecco cosa è cambiato con la Riforma del 2017, quali sono le principali novità introdotte e quanto costa aumentare i kW.
Quanto costa aumentare i kW: le novità della Riforma
Da aprile 2017, grazie alla riforma della tariffa elettrica, è possibile ampliare i livelli di potenza impegnata tra cui scegliere, suddivisi in una scala più graduale, che procede a scatti di 0,5 kW invece dei 1,5 KW precedenti alla riforma per contatori di potenza fino a 6 kW.
Per valori superiori o utenze in trifase l’aumento previsto procede secondo scatti di 1 Kw, mentre oltre i 10 kW è possibile richiedere un aumento di potenza anche fino a 5 kW.
Un’altra novità riguarda la possibilità di consultare in bolletta il dato relativo al livello massimo di potenza prelevata mensilmente e, una volta all’anno, lo storico di quella prelevata negli ultimi dodici mesi.
La riforma della tariffa elettrica è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2017 e ha segnato una svolta importante per quanto riguarda il cambio di potenza del contatore e i costi da sostenere per effettuarlo.
Oltre a queste utili informazioni, che permettono all’utente di acquisire una maggiore consapevolezza nella scelta della potenza ottimale da impegnare, ecco alcuni consigli da prendere in considerazione per determinare la potenza necessaria per la casa prima di analizzare i costi da sostenere.
Cambio di potenza e consumi: come scegliere
La Riforma della tariffa elettrica prevede una riduzione dei costi annessi al cambio di potenza del contatore, che prevede l’azzeramento della quota fissa ed uno sconto per il contributo di connessione.
Tuttavia, prima di capire quanto costa aumentare i kw è indispensabile determinare la potenza necessaria per la casa in base ai consumi effettivi e agli elettrodomestici presenti.
In piccole abitazioni sprovviste dei più comuni elettrodomestici, la potenza consigliata per sostenere i consumi base, legati sostanzialmente ad un uso quotidiano di frigorifero e illuminazione, è pari a 1,5 kW, mentre per utenze dotate di elettrodomestici di base e nuclei familiari di almeno 3 o 4 persone è consigliabile una potenza di 3 kW.
In una casa di almeno 120 m² con 4 persone conviventi, in cui siano utilizzati gli elettrodomestici comuni più condizionatori, congelatore e scaldabagno elettrico è consigliabile un contatore con una potenza di almeno 4,5 kW, che aumentano a 6 kW se si utilizzano anche pompe di calore, asciugatrice e altre apparecchiature elettriche molto energivore.
In casi particolari in cui vi siano piscine riscaldate o macchinari dall’alto consumo elettrico la potenza richiesta per il contatore può essere anche superiore ai 6 kW.
Quanto costa aumentare i kW: mercato libero e mercato tutelato
Con la Riforma della tariffa elettrica, a partire da aprile 2017 e fino a Dicembre 2023, aumentare la potenza del contatore prevede un rincaro di 23-24€ annui per ogni kW richiesto.
Più in particolare, prima di aprile il cambio contrattuale relativo alla potenza del contatore comportava per i clienti del mercato tutelato:
- un contributo fisso di 27,03 richiesto dal distributore sia in caso di aumento che di diminuzione di potenza;
- un contributo per i costi amministrativi pari a 23€;
- una spesa di 69,36€ per ogni Kw richiesto in aggiunta.
Per quanto riguarda il mercato libero i costi per aumentare i kW dipendono dalle clausole previste dai singoli contratti, pur rimanendo fissi i costi amministrativi che il distributore addebita al venditore e la quota (pari a 70,41€/kW) per i kW aggiuntivi, ridotti a 55,66 €/kW per le utenze domestiche fino al 31 dicembre 2023.
Nel mercato libero pertanto i clienti interessati ad aumentare i kW del contatore dovranno prestare attenzione alle condizioni dell’offerta sottoscritta, verificando che essa sia valida per qualsiasi livello di potenza impegnato.
Un aumento di potenza del contatore, inoltre, prevede per i clienti del mercato libero, un incremento del deposito cauzionale e della quota potenza della tariffa relativa al trasporto e alla gestione del contatore.
Con la Riforma è stato introdotto per entrambi i mercati uno sconto del 20% sul contributo addebitato al cliente per ogni kW di potenza aggiuntiva richiesta, che è passato dunque da 69,36 € a circa 55 €, mentre importanti novità riguardano i costi richiesti per la valutazione contrattuale dell’impegno di potenza.
Dal 1°Aprile 2017 e fino a dicembre del 2023 viene eliminato il contributo amministrativo fisso di 27€ sia per i clienti del mercato libero che per quelli in regime di maggior tutela e si introduce un diritto di ripensamento che permette al cliente di vedersi restituito l’importo pagato in caso di rinuncia dell’aumento di potenza precedentemente richiesta.
Ciò che invece cambierà in bolletta sarà la spesa relativa alla potenza annua in funzione della potenza contrattuale impegnata, nessun aumento sarà applicato, invece sul prezzo del kWh, un quanto con la riforma decade la distinzione tra clienti con contratti da 3 kW e quelli con potenza superiore.
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