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Climate clock: quanto manca alla crisi climatica?

da Redazione | 01 Aprile 2021

Un orologio che non segna l’ora, ma indica quanto tempo rimane all’umanità prima che l’emergenza climatica, già in corso, abbia delle conseguenze irreversibili sulla vita del nostro Pianeta. No, non è la trama di un film apocalittico ambientato durante una catastrofe globale. Si tratta di un orologio reale, il Climate clock, ideato da due artisti americani, Gan Golan e Andrew Boyd, installato a Union Square a Manhattan (New York).

Questo enorme orologio digitale, inaugurato a settembre dello scorso anno, segna due numeri:

  • In rosso, quanti anni, giorni, ore e minuti ci restano prima di andare incontro ad una catastrofe climatica irreversibile. Un vero e proprio countdown che ci indica quanto abbiamo ancora per agire in maniera decisiva per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5°C.
  • Il secondo numero, in verde, segna la percentuale di energia da risorse rinnovabili disponibile, ovvero la nostra ancora di salvezza (attualmente al 28%). L’obiettivo è quello di portare questo numero al 100% prima che la scadenza raggiunga lo zero.

Nel momento in cui scriviamo, il Climate clock, visibile sul sito ufficiale del progetto, segna 6 anni e 278 giorni alla fine del nostro budget di emissioni di CO2, pressappoco avverrà nel gennaio 2028. Ci basteranno questi anni per evitare disastri e cambiamenti climatici ancora più intensi?

L’obiettivo del Climate clock

Quello del Climate clock è un progetto che, oltre New York, ha toccato diverse città e che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a creare consapevolezza sull’impatto dei cambiamenti climatici e sui gravissimi rischi che stiamo correndo.

Forse non sarà sufficiente il Climate clock per metterci fretta e per incentivare davvero tutti quanti a prestare attenzione all’urgenza della crisi climatica. Ma è sicuramente un ulteriore strumento per far riflettere il mondo e far sì che i suoi governi attuino politiche per tradurre in azione gli allarmi degli ambientalisti, prendendosi carico della crisi climatica.

Se le temperature superassero i 1,5 gradi centigradi, il Pianeta sarebbe invaso da ondate di calore senza precedenti, incendi, siccità, spopolamenti… e la lista potrebbe continuare.

Cosa dobbiamo fare per cambiare direzione?

Il 2020 è stato il secondo più caldo degli ultimi 141 anni. La politica sicuramente dovrebbe tradurre ciò che gli scienziati ed esperti affermano in azione. Fare in modo che l’umanità adotti uno stile di vita attento all’ambiente. Anche i media dovrebbero fare la loro parte e sensibilizzare, informare e porre maggiormente l’attenzione sull’emergenza climatica.

Il rischio più alto è rappresentato dall’innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai, a sua volta innescato dalle temperature sempre più alte. Una serie di eventi concatenati tra loro e che sarebbero già in parte irreversibili.

Secondo uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), il livello del mare in Antartide aumenterà di ben 2,5 metri. Questo sarebbe sufficiente per far sparire sott’acqua città, regioni costiere e isole come gli atolli dell’Oceano Pacifico.

Di conseguenza molte popolazioni saranno costrette a migrare e le risorse scarseggeranno, anche a causa della siccità sempre più frequente. Si verificheranno fenomeni atmosferici anomali e più intensi, ondate di calore, incendi, scarsità di acqua e altre difficoltà se non verrà trovata al più presto una soluzione al surriscaldamento globale.

I numeri su cui si basa il Climate clock sono: le emissioni totali di anidride carbonica accumulate dalla combustione di combustibili fossili, dalla produzione di cemento e dalla deforestazione; l’indice di riscaldamento globale; il calcolo del tempo fino a quando non emettiamo la quantità di carbonio rimanente fino al raggiungimento di 1,5 e 2° C in più.

Climate change: come vincere la sfida

Ognuno di noi può dare il suo contributo per limitare le conseguenze causate da cambiamenti climatici. Innanzitutto, bisogna cambiare stile di vita e adottarne uno più attento all’ambiente. Come?

Le 7 azioni per vincere

Ecco 7 azioni che tutti, nel loro piccolo, possono fare per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e salvare il Pianeta:

  1. Ridurre gli sprechi energetici

Bisogna spegnere le luci quando non servono, utilizzare lampadine ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, mantenere una temperatura nella propria abitazione di massimo 20°C.

  1. Limitare il trasporto in auto e il carburante

Usare il meno possibile la macchina, preferire la bicicletta, i mezzi pubblici o spostarsi a piedi. Se ciò non fosse possibile, una soluzione per contrastare il cambiamento climatico sarebbe quella di condividere l’auto con amici e colleghi. Inoltre, mantenendo le gomme della macchina alla giusta pressione interna e con un corretto stile di guida si riduce il consumo di carburante. Altra soluzione è quella di acquistare una macchina elettrica.

  1. Riciclare e riutilizzare gli oggetti

Prima di buttare qualcosa valuta il riutilizzo o la destinazione ad un uso alternativo. Scegli prodotti ecologici per la casa.

  1. Ridurre gli sprechi di acqua

L’acqua, si sa, è un bene prezioso e non va sprecato. Per riscaldare l’acqua, poi, è necessaria molta energia e quindi maggior rilascio di gas serra nell’atmosfera. Preferisci, ad esempio, la doccia al bagno per risparmiare l’acqua e imposta temperature più basse per la lavatrice.

  1. Limitare il consumo di carne

Secondo quanto emerso da uno studio realizzato dagli scienziati dell’Università di Oxford, gli alimenti di origine vegetale hanno un impatto notevolmente inferiore sull’ambiente. Il pesce risulta quello meno impattante, mentre la carne rossa sarebbe responsabile di un utilizzo del suolo di gran lunga superiore e l’allevamento comporta la produzione di molti gas a effetto serra come il metano. Inoltre, l’acquisto di alimenti biologici, a km 0, diminuisce l’impronta di carbonio.

  1. Installare un impianto a energia rinnovabile

Non solo risparmierai in bolletta, ma contribuirai a ridurre l’inquinamento ambientale.

  1. Raccogliere fondi e sensibilizzare gli altri

Ci sono diversi progetti e enti di beneficienza ambientale a cui è possibile fare delle donazioni. Se condividi questi progetti sui social aiuterai a sensibilizzare anche gli altri sul tema delle energie rinnovabili e sui rischi del cambiamento climatico.

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