Home  >  Energit time  >  Slogan sul riscaldamento globale

Slogan sul riscaldamento globale

slogan sul riscaldamento globale

da Redazione | 02 Aprile 2021

“Basta false promesse” è lo slogan della protesta organizzata dal movimento Fridays for Future, che si è tenuta lo scorso 19 marzo nelle piazze italiane, per chiedere giustizia climatica. Nella Giornata mondiale di Azione per il Clima gli attivisti sono scesi ancora una volta in piazza nei limiti del distanziamento per la tutela della salute. In epoca Covid, alle azioni fisiche si sono aggiunte numerose mobilitazioni online per dire basta alle parole e alle tante promesse fatte dai politici. Impegni che non si sono mai tramutati in fatti o azioni concrete per contrastare i mutamenti climatici.

Basta chiacchiere, dunque, è il momento di agire prima che sia troppo tardi. Il movimento pone l’accento sul fatto che le conseguenze del riscaldamento globale sono già sotto gli occhi di tutti e ogni secondo che passa è un secondo in meno che abbiamo per salvare il Pianeta. I fondi devono essere investiti al più presto in politiche per ridurre le emissioni di gas serra, la causa principale della crisi climatica.

Da 2 anni ormai, gli studenti di tutto il mondo organizzano cortei e proteste seguendo la scia di Greta Thunberg.

Il Global Climate Strike

Il Global Climate Strike è lo sciopero per il clima che si è svolto in diverse date nel 2019 e che ha coinvolto milioni di persone in Italia e nel resto del mondo. I manifestanti sono scesi in piazza per chiedere, tramite slogan, cartelli e striscioni, di salvare il Pianeta dai rischi del riscaldamento globale.

Ciò che con gli slogan sul riscaldamento globale i manifestanti chiedono ai governi nazionali e alle organizzazioni internazionali è di porre al primo posto il problema del cambiamento climatico e di attuare le misure necessarie per ridurne le conseguenze drammatiche sulla popolazione e sugli ecosistemi.

Grazie agli eventi digitali che si sono organizzati recentemente, tutti hanno potuto far sentire la propria presenza.

Ci sarebbero tante azioni da mettere in atto per evitare la crisi climatica, ma uno degli slogan sul riscaldamento globale più ricorrente è quello di “porre fine all’era dei combustibili fossili”, causa principale dell’immissione di CO2 e del conseguente effetto serra.

Ad aprile dello scorso anno, il movimento Fridays for Future ha lanciato “Ritorno al Futuro”, una serie di proposte specifiche concrete, formulate insieme a scienziati, esperti e associazioni di tutta Italia, che darebbero il via alla transizione ecologica per combattere i cambiamenti climatici e prevenire, quindi, vere e proprie catastrofi. Il progetto di un’Italia nuova in prima linea per azzerare le emissioni. Vediamo in cosa consistono le proposte.

Cosa prevede il piano “Ritorno al Futuro”

Presentato da Fridays for Future nel giugno 2020, “Ritorno al Futuro” contiene le seguenti proposte:

  • L’imposizione di una Carbon Tax.
  • La sostituzione di stufe ed impianti di condizionamento con sistemi più moderni, efficienti e a controllo di emissioni.
  • Una massiccia incentivazione del trasporto pubblico e l’introduzione di una carta regionale o interregionale dei trasporti, per promuovere l’interscambio tra diversi mezzi di trasporto, con un costo agevolato per tutti.
  • La creazione di orti urbani.
  • La chiusura degli allevamenti intensivi.
  • L’azzeramento degli sprechi alimentari.
  • La ristrutturazione delle reti idriche e la ripubblicizzazione dell’acqua.

Non ci sono alternative, occorre una svolta epocale e se ci si arrende le misure messe in atto non saranno sufficienti a portare l’Italia in linea con gli impegni presi durante gli accordi di Parigi e ad evitare la crisi climatica.

Come affrontare la crisi climatica

Alcune delle conseguenze che si stanno già verificando per il surriscaldamento climatico sono:

  • Estati bollenti.
  • Il Pianeta è più caldo di 1 °C rispetto al 1860.
  • Disastri ambientali più frequenti.
  • Uragani mai visti prima.
  • Desertificazione.
  • Artico quasi privo di ghiacci.
  • Scomparsa delle barriere coralline.
  • Incendi devastanti.

L’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change) sottolinea l’urgenza di limitare l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 °C rispetto all’era preindustriale. Questo è l’unico modo per evitare che i mutamenti climatici diventino pericolosi e irreversibili. Serve una rivoluzione totale per ridurre le emissioni entro la data di scadenza imposta dal Climate clock. Le azioni politiche devono essere tempestive e garantire un futuro sicuro.

L’uomo, secondo quanto riporta l’Ipcc, è il responsabile della deforestazione e delle attività agricole e di allevamento intensive, per cui contribuisce in maniera netta all’aumento della temperatura globale.

Ad oggi i valori di Co2 presenti nell’atmosfera sono i più alti mai registrati: l’uomo, ormai da secoli, per scopi economici sta procedendo con lo sfruttamento intensivo del terreno e con la deforestazione del Pianeta per urbanizzare sempre più terra. Ciò comporta la riduzione di alberi, gli unici capaci di assorbire l’anidride carbonica.

Gli scienziati segnalano da decenni cosa comporta emettere nell’atmosfera i gas serra, ma non sono mai stati ascoltati abbastanza.

Gli obiettivi comuni

Gli obiettivi comuni fissati da tutti gli stati del mondo sono:

  • Fermare la deforestazione.
  • Ridurre le emissioni e gli sprechi.
  • Diminuire l’uso della plastica.

Si sente infatti spesso parlare di progetti come green economy, edilizia sostenibile, controllo di deforestazione, agricoltura biologica, allevamenti meno intensivi, ecc.

Se cambiamo mentalità, tutti possiamo dare il nostro contributo. Se ragioniamo nell’ottica che tutto ciò che facciamo ha un impatto, allora faremo del bene agli altri e al mondo intero. Anche le imprese legate ai combustibili fossili dovrebbero fare la loro parte e smettere di recare danni al Pianeta.

Bastano dei piccoli gesti quotidiani come la raccolta differenziata dei rifiuti e la salvaguardia dell’energia, luce, gas e acqua.

Proprio in questi giorni i politici europei stanno discutendo la legge sul clima e la creazione di un consiglio tecnico-scientifico che avrebbe il ruolo di controllare che le leggi europee siano in linea con gli obiettivi climatici. Certi stati membri, però, stanno premendo per fare in modo che siano loro stessi a scegliere gli scienziati che comporranno il Consiglio e che la Commissione non sia obbligata a rispondere alle segnalazioni degli esperti. La decisione finale potrebbe dipendere proprio dalla nostra Italia.

Pin It on Pinterest