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Stop al canone Rai in bolletta dal 2023

stop al canone rai in bolletta dal 2023

da Redazione | 14 Dicembre 2021

Durante l’analisi delle misure italiane con l’Unione Europea nel PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) tenutasi a Bruxelles, è stato ufficializzato lo stop al canone Rai in bolletta. I fornitori di elettricità non saranno dunque più obbligati a richiedere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia. Ma da quando?

Vediamo di capire quando e perché scatterà lo stop al canone Rai in bolletta.

Cos’è il canone Rai?

Il canone Rai è una tassa di 9 euro al mese per 10 mesi dovuta da chiunque sia in possesso di un apparecchio televisivo, si paga una volta all’anno e una sola volta a famiglia (se i familiari hanno la residenza nella stessa abitazione).

L’introduzione di questo importo nella bolletta della luce è stata voluta dal governo Renzi nel 2016 mediante la Legge di Stabilità, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale. Questa, infatti, era scesa ai minimi storici ed aveva permesso di ridurre l’importo dell’imposta, inizialmente previsto di 113,5 euro.

Secondo la Commissione Europea, il Canone Rai così riscosso penalizza le bollette dell’energia che diventano più care impedendo ai cittadini di gestire in un altro modo il pagamento dell’imposta per la televisione pubblica.

Per rispettare gli obiettivi del Piano di Ripresa e Resilienza il nostro Paese eliminerà quindi il canone tv dagli “oneri impropri” dei costi dell’energia e tornerà ad essere un documento separato dalla bolletta, nell’ottica di una maggiore trasparenza.

Stop al canone Rai in bolletta: da quando?

Il canone Rai resterà nella bolletta elettrica per tutto il 2022. A partire dal 2023, in concomitanza con la riforma del mercato dell’energia, verrà escluso dalla fattura.

Il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero doveva avvenire a gennaio 2022 ma è slittato di un anno.

Il mercato tutelato (luce e gas) controllato dall’ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) prevede che il prezzo delle offerte sia controllato dallo Stato per evitare speculazioni. Il mercato libero si basa invece sui principi della libera concorrenza di mercato, con i relativi rischi ma anche i relativi vantaggi, consentendo al consumatore di scegliere le condizioni economiche più convenienti.

Nell’allegato di esecuzione del Consiglio Europeo all’approvazione della valutazione del PNRR si legge:

Le misure di accompagnamento per garantire la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’elettricità entreranno in vigore al più tardi il 31 dicembre 2022.

Ma in che modo il canone verrà rimosso dal 2023?

Che il Governo Draghi intenda mantenere gli impegni presi con l’Unione Europea è chiaro, bisogna però capire in che modo. Il tema del canone tv potrebbe rientrare nella discussione del disegno di legge sulla concorrenza, slittato già ad agosto. Oltre a questo tema, si dovranno affrontare diverse questioni: dai trasporti ai rifiuti, dai servizi idroelettrici alla distribuzione di farmaci.

Al momento il quadro non è definitivo e resta da approfondire il punto su come si pagherà il canone Rai da gennaio 2023.

Per ora resta tutto com’è.

Come avviene adesso il pagamento del canone Rai?

Per chi non si ricordasse, prima della riforma del 2016 voluta dal governo Renzi, la modalità di pagamento consisteva in un classico bollettino postale prestampato che veniva inviato dall’Agenzia delle Entrate a fine anno.

Una volta ricevuto si aveva tempo fino al 31 gennaio per effettuare il pagamento. In certi casi, si poteva scegliere di pagare in forma semestrale (entro il 31 gennaio e il 31 luglio) o trimestrale (a fine gennaio, aprile, luglio e ottobre). Per farlo si dovevano utilizzare i bollettini inclusi nel “Libretto di iscrizione alla televisione”.

Si poteva effettuare il pagamento presso uffici postali, tabaccherie e ricevitorie affiliate Lottomatica, Sisal e Banca ITB tramite diverse modalità di pagamento.

Da qualche anno invece, il canone Rai viene incluso nelle bollette della luce. Quindi chiunque abbia un contatore della luce nella propria residenza viene considerato possessore di televisore e deve corrispondere la somma di 90 euro l’anno.

Chi non versa il canone per la tv di Stato rischia di pagare 540 euro di sanzione, più gli arretrati e gli eventuali interessi, oltre che una possibile denuncia!

Ci sono però dei casi in cui è prevista l’esenzione:

  • Età superiore ai 75 anni con un reddito non superiore a 6.713,98 euro.
  • Mancato possesso del televisore.
  • Morte dell’intestatario della bolletta.
  • Ricovero in casa di riposo o RSA.
  • Possesso seconda casa.
  • I militari delle Forze Armate italiane, limitatamente agli apparecchi siti in luoghi comuni per la visione collettiva (ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno).
  • I militari appartenenti alla Forze Nato, di cittadinanza straniera.
  • Gli agenti diplomatici e consiglieri di quei Paesi che reciprocamente esonerano dal canone o da obblighi analoghi i loro colleghi italiani all’estero.
  • I proprietari di imbarcazioni da diporto con a bordo il televisore, ma non coinvolte in attività commerciali.
  • I rivenditori e i riparatori Tv che esercitano regolare attività.

Come chiedere il rimborso del canone

Queste categorie sopra elencate per essere esonerate dall’abbonamento devono compilare il modulo di esonero.

In alcune occasioni è possibile richiedere il rimborso della somma pagata, inviando in via telematica un apposito modulo di rimborso all’Agenzia delle Entrate, ma solo nel caso in cui sia stata pagata la somma non dovuta.

Nell’istanza di rimborso va indicato anche il motivo della richiesta, riportando una delle seguenti causali, così come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

  • il richiedente o un altro componente della sua famiglia anagrafica è in possesso dei requisiti di esenzione relativi ai cittadini che hanno compiuto 75 anni con reddito complessivo familiare non superiore 6.713,98 euro ed è stata presentata l’apposita dichiarazione sostitutiva. Per l’esenzione relativa agli anni dal 2018 in poi il reddito complessivo familiare dell’anno precedente deve essere non superiore a 8.000 (codice 1);
  • il richiedente o un altro componente della sua famiglia anagrafica è esente per effetto di convenzioni internazionali (ad esempio, diplomatici e militari stranieri) ed è stata presentata l’apposita dichiarazione sostitutiva (codice 2);
  • il richiedente ha pagato il canone mediante addebito sulle fatture per energia elettrica, e lui stesso o un altro componente della sua famiglia anagrafica ha pagato anche con altre modalità, ad esempio mediante addebito sulla pensione (codice 3);
  • il richiedente ha pagato il canone mediante addebito sulle fatture per energia elettrica e lo stesso è stato pagato anche mediante addebito sulle fatture relative ad un’utenza elettrica intestata ad un altro componente della stessa famiglia anagrafica (codice 4);
  • il richiedente ha presentato la dichiarazione sostitutiva di non detenzione di apparecchi televisivi da parte propria e dei componenti della sua famiglia anagrafica (codice 5).

Se la propria motivazione non rientra tra le precedenti elencate, è possibile indicare il codice 6, riassumendo in maniera sintetica il motivo della richiesta nell’apposito spazio del modello.

Si spera che l’intento di eliminare le spese non direttamente collegate ai costi dell’elettricità venga mantenuto a tutto vantaggio dei cittadini: senza costi aggiuntivi nelle bollette sarà più chiaro l’effettivo importo che paga l’utente per l’utilizzo dell’energia.

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