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Come funziona il primo parco eolico offshore in Italia?

Primo parco eolico offshore Italia, come funziona

da Redazione | 15 Maggio 2023

Il 21 aprile scorso è stato inaugurato a Taranto Beolico, il primo parco eolico offshore d’Italia e del Mar Mediterraneo, dopo una lunga attesa durata 14 anni.

Con un investimento di 80 milioni di euro, le 10 turbine porteranno al nostro paese un aumento di 30MW di capacità eolica complessiva.

Vediamo come funziono gli impianti eolici offshore, i progetti futuri e l’importanza di investire sull’energia rinnovabile per raggiungere la neutralità climatica e accelerare la transizione ecologica per contrastare i cambiamenti climatici.

Come funziona Beolico?

Il primo parco eolico offshore d’Italia è situato a circa 100 metri dalla costa e fornirà energia al porto di Taranto assicurando oltre 58 mila MWh di produzione, pari al fabbisogno annuo di 60 mila persone. Questo permetterà di produrre 730 mila tonnellate di anidride carbonica in meno nei 25 anni di funzionamento del parco.

Le 10 pale sono state installate in Mar Grande e si muovono grazie all’energia cinetica del vento che fa girare un generatore che produce elettricità.

Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione e l’importanza degli impianti offshore, ovvero costruiti in mare, in quanto permettono di avere una maggiore ventilazione e un minor impatto visivo, fattore che ha frenato la diffusione capillare delle centrali eoliche su terra ferma alla fine del diciannovesimo secolo. Le pale installabili in mezzo al mare possono essere di due tipi:

  •  Fisse.
  •  Flottanti.

Le pale fisse poggiano su infrastrutture stabili e sono le più diffuse perché di facile installazione ma necessitano di fondali poco profondi, mentre le flottanti sono pale che mantengono la loro posizione verticale sfruttando diverse tecniche di galleggiamento e possono quindi essere installate a molti km dalla costa, in fondali profondi e dissestati, minimizzando l’impatto visivo e con una velocità del vento maggiore.

I vantaggi del parco eolico offshore

Gli impianti eolici costruiti sul mare producono energia pulita e rinnovabile sfruttando la forza del vento che si produce in alto mare, dove raggiunge velocità molto più elevate e costanti rispetto alle centrali costruite su terra ferma. Riassumiamo i principali vantaggi di questa tecnologia.

  • Più energia: dato che in mare aperto il vento è più forte, si produce più energia in meno tempo.
  • Maggior tutela paesaggistica e minor impatto acustico.
  • I venti marini, rispetto a quelli terrestri, tendono a essere più costanti. Questo si traduce in una fonte di energia più affidabile e meno danni alle turbine.
  • In mare aperto è possibile posizionare diverse turbine e creare un vero e proprio parco eolico.
  • Si produce energia pulita, senza inquinare e senza emettere gas serra.

In Sicilia e Sardegna due nuovi impianti eolici offshore

L’energia eolica gioca un ruolo fondamentale nella produzione di energia elettrica del futuro in Italia. È infatti previsto che la produzione di elettricità dal vento nel nostro Paese aumenti del 46,2% entro il 2025 e del 77% entro il 2030.

Sono in via di sviluppo altri due progetti di parchi eolici offshore in Italia che porteranno una capacità complessiva di 750 MW circa: un parco eolico nascerà al largo delle coste di Marsala (Sicilia) e sarà composto di 21 turbine eoliche da 12 MW ciascuna; il secondo verrà installato a 35 km dalla costa sud-occidentale della Sardegna, con 42 turbine da 12 MW.

L’inizio della produzione di energia eolica è previsto per il 2026 in Sicilia e per il 2028 in Sardegna, alla fine dei lavori di costruzione.

L’eolico offshore sembra essere una soluzione concreta nel percorso verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

Ricordiamo che le economie degli Stati Membri, nell’ambito dell’European Green Deal e del Fit for 55, si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 del 55% e a raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050.

Il progetto del Governo Draghi, presentato a novembre 2021 alla Cop26 di Glasgow, prevedeva di costruire centinaia di pale eoliche; in tutto sarebbero 39 progetti di centrali eoliche sparse nella penisola, alcune collocate su mari meno profondi di 100 metri, zone nelle quali è possibile ancorare i piloni, per altre è prevista la costruzione di pale eoliche galleggianti, posizionate anche a 60 km lontano dalla costa, che dovranno però essere ancorate sul fondale.

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