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    Cosa cambia tra domestico residente e non residente?

    Bolletta della luce: cosa cambia tra domestico residente e non residente

    da Redazione | 13 Giugno 2025

    Quando si attiva un contratto di fornitura di energia elettrica per un’abitazione, ci si può imbattere nella dicitura “utente domestico residente” o “utente domestico non residente”. Questa distinzione, che può sembrare poco rilevante, ha invece importanti implicazioni sul costo finale della bolletta della luce e sulle condizioni applicate dal fornitore.

    Capire cosa cambia tra domestico residente e non residente è fondamentale per scegliere correttamente il tipo di contratto, evitare costi extra e beneficiare di eventuali agevolazioni previste.

    In questo articolo vedremo la differenza tra le utenze domestiche, dove compare questa dicitura e cosa sapere per evitare errori o sovrapprezzi.

    Cosa significa cliente domestico residente?

    L’utenza domestica residente si riferisce a un contratto di fornitura elettrica intestato a una persona che ha la residenza anagrafica nell’abitazione per cui chiede l’energia. La residenza deve essere dichiarata al Comune e risultare nei registri anagrafici.

    Prima del 2017 il costo dell’energia elettrica era di tipo progressivo: più si consumava e più saliva il prezzo del singolo kWh e di conseguenza gli oneri di sistema. Con la Riforma introdotta da ARERA con la delibera 582/2015/R/eel, per tutte le utenze domestiche residenziali e non, esiste la tariffa TDNR che prevede una parte di costi fissi, che penalizza le utenze a basso consumo, e una parte variabile, che diminuisce proporzionalmente con l’aumento dei consumi. La struttura tariffaria non è dunque più progressiva e i costi per il trasporto e la gestione del contatore sono uguali per ogni livello di consumo.

    Cosa significa cliente domestico non residente?

    La dicitura “utente domestico non residente” è associata ad una bolletta il cui intestatario non risiede nell’abitazione, cioè non ci vive abitualmente ma ne è il proprietario. Si tratta ad esempio di seconde case, case al mare o in montagna, un appartamento affittato in modo saltuario.

    Le caratteristiche principali dell’utenza domestica non residente sono:

    • Non è considerata abitazione principale.
    • I costi fissi sono più alti, indipendentemente dai consumi effettivi.
    • Non si ha diritto ai bonus sociali per l’elettricità.

    Dove compare questa dicitura?

    Sapere se si è utenti non residenti o residenti è fondamentale per pagare il giusto in bolletta e non perdere eventuali benefici economici. Ma come verificare questa condizione?

    La dicitura “domestico residente” o “non residente” è indicata chiaramente:

    • Nel contratto di fornitura stipulato con l’operatore.
    • Nella bolletta, generalmente nella prima pagina, tra i dati identificativi dell’utenza.
    • Nell’area clienti online del fornitore, accedendo con le proprie credenziali.

    Controllando che la classificazione corrisponda alla situazione anagrafica reale, eviterete errori o omissioni che possono portare a costi non giustificati. In caso di dubbi o variazioni, è consigliabile contattare il proprio fornitore per aggiornare la situazione.

    Cosa cambia tra domestico residente e non residente: le differenze di costo

    Come abbiamo detto, la distinzione tra residente e non residente si basa sulla residenza anagrafica dell’intestatario del contratto di fornitura. Quello che cambia sono i costi relativi alla spesa per la materia energia, per il trasporto e la gestione del contatore e gli oneri di sistema.

    Le principali differenze si trovano nei costi fissi annuali, ovvero le spese che si pagano in bolletta a prescindere dai consumi.

    Nel dettaglio, per l’utenza domestica non residente:

    • L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) stabilisce che i costi fissi siano maggiori rispetto ai residenti, a parità dei consumi. La quota fissa annuale per un non residente è di circa 135 euro, mentre per un residente si aggira intorno ai 70 euro.
    • Per i non residenti le imposte si pagano anche sui primi 150 kWh all’anno.
    • Non è dovuto il pagamento del canone Rai, ottenendo un risparmio di 90 euro in bolletta.
    • Non si ha diritto ai bonus sociali per l’elettricità.

    Il cliente domestico residente:

    • Gli oneri di sistema vengono applicati in base ai consumi reali e se il contatore ha una potenza inferiore a 3 kW le imposte non si pagano per i primi 150 kWh/mese.
    • È obbligatorio il pagamento del canone Rai.
    • Ha accesso a tariffe agevolate per famiglie numerose o a basso reddito.

    La bolletta della luce per entrambe le utenze è strutturata allo stesso modo ma, come sottolineato, sono evidenti le differenze nei costi.

    Per quanto riguarda, invece, la fornitura di gas, non esiste la differenza tra residente e non residente, ma si considerano le zone climatiche dell’immobile.

    Come risparmiare sulla bolletta con Energit

    Anche se non si può intervenire sulle quote fisse stabilite dall’ARERA, con Energit puoi scegliere l’offerta luce e gas più adatta alle tue esigenze, sia per abitazioni principali di residenza che per le seconde case. Ciascuna soluzione è contraddistinta da un diverso equilibrio tra costi variabili e costi fissi commerciali per offrirti il miglior servizio. In più, con l’energia 100% Green puoi decidere se sostenere l’ambiente con la produzione da fonti rinnovabili.

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