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Cosa sono i biocarburanti

cosa sono i biocarburanti, vantaggi

da Redazione | 22 Luglio 2022

Negli ultimi anni i biocarburanti sono diventati sempre più popolari come alternativa meno inquinante ai carburanti fossili quali benzina e diesel. Ma cosa sono i biocarburanti?

Vediamo le varie tipologie disponibili sul mercato, come vengono prodotti e i vantaggi di questi carburanti organici.

Cosa sono i biocarburanti e come si producono?

I biocarburanti sono dei combustibili prodotti a partire dalle biomasse, ovvero da fonti rinnovabili come mais, grano, canna da zucchero ecc. La biomassa altro non è che materia organica sia di origine animale che vegetale. Si tratta quindi di un carburante che si contrappone ai combustibili fossili che impiegano invece milioni di anni per formarsi e la cui disponibilità è limitata nella quantità e nel tempo.

Vengono impiegati per usi del tutto analoghi: per alimentare i motori termici, per produrre energia elettrica o per generare gas naturale. Sono al momento la risposta più concreta per ridurre le emissioni di CO2 derivanti dai trasporti.

I biocarburanti possono essere prodotti anche attraverso reazioni chimiche controllate, effettuate nei laboratori o negli impianti industriali che usano le biomasse per produrre combustibile.

I due elementi indispensabili per cui un biocarburante possa essere definito come tale sono:

  1. La presenza di anidride carbonica
  2. Le tempistiche brevi di produzione del combustibile finale.

Lo sviluppo dei biocarburanti non è una novità. È infatti iniziato già nella seconda metà del secolo scorso come risposta alla necessità di trovare un sostituito del petrolio, visti i giacimenti mondiali già allora in esaurimento, e per scoprire dei combustibili che avessero un minor impatto ambientale.

Oggi è possibile ottenere biocarburanti da diverse fonti. In ambito agricolo si ottiene con piante come mais, soia, colza e girasole, oppure attraverso il recupero di oli vegetali di origine industriale, alcune alghe marine, scarti della lavorazione del legno o anche tramite il riciclo di concimi di origine animale.

Spesso nel linguaggio comune sentiamo usare come sinonimi i termini biocarburante e biocombustibili; in realtà la parola biocombustibile indica perlopiù le alternative organiche ai classici combustibili per motori termici, quali diesel e benzina. Frequentemente si utilizza anche il corrispettivo inglese biofuel.

Tipi di biocarburanti

I biocarburanti disponibili sul mercato in Italia vengono classificati, oltre che per i loro utilizzi, anche per generazione, ovvero in base alle sorgenti di produzione. Vediamo cosa sono i biocarburanti dalla prima alla quarta generazione.

  • Prima generazione: sono prodotti da materie prime agricole che sfruttano le stesse risorse dell’agroalimentare. Comprendono dunque tutti quei biocarburanti ricavati da sostanze organiche a uso alimentare come vegetali ricchi di zucchero e amidi, oli vegetali e grassi animali. Mais, canna da zucchero, grano e girasole sono le principali fonti.
  • Seconda generazione: si ricavano da scarti vegetali in agricoltura o dalla coltivazione di piante che non sono destinate al consumo. Per capire cosa sono i biocarburanti di seconda generazione facciamo l’esempio della colza, una pianta floreale. Da essa si estrae un combustibile dalla proprietà chimico e fisiche simili al diesel ma a costi decisamente inferiori, il biodisel. Si tratta di un biocarburante liquido e trasparente che viene sottoposto a un complesso processo chimico (detto transesterificazione), per renderlo infiammabile e adatto ai motori. Rappresenta una delle alternative più interessanti agli idrocarburi fossili perché è: fonte rinnovabile, produce meno anidride carbonica e ha un costo ridotto rispetto al diesel classico.
  • Terza generazione: comprende i biocarburanti prodotti tramite le micro-alghe fotosintetiche ma anche varietà di alberi ornamentali ottenute da incroci e perfezionamenti genetici.
  • Quarta generazione: si sta studiando la possibilità di modificare il genoma di alcuni microrganismi per trasformare acqua, zucchero e anidride carbonica direttamente in biocarburanti, senza utilizzare biomasse vegetali e le successive modificazioni chimiche o biologiche.

Biocarburanti: vantaggi

L’uso dei biocarburanti apporta dei vantaggi alla società che sono:

  • Il minor impatto ambientale. I carburanti ricavati da biomasse sono delle fonti rinnovabili, sono producibili all’infinito e parte della Co2 prodotta viene riassorbita dal nuovo ciclo vitale delle coltivazioni di cui si avvalgono. Sono inoltre privi di metalli pesanti nocivi per la salute.
  • Minor costo. I biocarburanti possono costare anche la metà in meno rispetto a diesel e benzina, il cui prezzo sta aumentando senza sosta da un paio di decenni, per un risparmio notevole sui costi di trasporto. In Italia il biodisel è il combustibile più gettonato, seguito dal bioetanolo miscelato alla benzina. Quasi del tutto assente è il bioetanolo puro.
  • Recupero degli scarti. La produzione dei biocarburanti permette di sfruttare i rifiuti per produrre energia utile per la società e allo stesso tempo di ridurre i volumi di rifiuti accumulati nelle discariche. Si genera così un’economia circolare e virtuosa con altre realtà produttive.

Gli svantaggi

Parliamo ora dei contro, perché se da un lato questo tipo di carburanti sono meno inquinanti, dall’altro non possono considerarsi completamente green. Infatti, la loro produzione può andare a discapito di risorse destinate all’alimentazione o all’allevamento e comporta sempre l’emissione di una certa quantità di anidride carbonica e altri gas serra. Pensiamo ad esempio ai biocarburanti prodotti a partire dall’olio di palma: anche se è un prodotto “verde”, il suo utilizzo implica deforestazioni importanti, consumi energetici e notevoli quantità di risorse idriche. Quindi gli svantaggi sono:

  • Lo sfruttamento di risorse alimentari.
  • Deforestazione. Per coltivare nuove terre a fini energetici si distruggono le foreste.
  • Non tutti gli idrocarburi vegetali sono carbon-neutral.
  • Per il trasporto l’elettrico sembra la scelta più vantaggiosa per l’ambiente.

Non si esclude che il progresso tecnologico renda il biocarburante una risorsa rinnovabile e green al 100%.

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