Chi ha diritto all’IVA al 10% sull’energia elettrica?

da Redazione | 03 Dicembre 2025

Quando ci arriva la bolletta della luce, è istintivo scorrere subito alle voci legate al consumo in kWh: quanto abbiamo usato, quanto ci costerà, quanto potremmo risparmiare abbassando un termostato o spegnendo un elettrodomestico lasciato in standby. Tuttavia, il totale finale non dipende solo dall’energia che consumiamo. Un ruolo essenziale è svolto dalle imposte, tra cui la più incisiva e forse la meno compresa è l’IVA.

Questa imposta, a differenza di ciò che molti credono, non viene applicata solo sulla spesa dell’energia, ma sull’intera struttura della bolletta. Capire quando è possibile usufruire della IVA agevolata al 10% invece del 22% può fare una differenza concreta e stabile nel tempo.

IVA sull’energia elettrica

Per prima cosa serve chiarire cosa stiamo pagando. L’IVA non è una tassa dedicata esclusivamente all’energia: è un’imposta generalizzata, applicata praticamente su ogni bene e servizio acquistato in Italia. Ciò che la rende particolarmente significativa nel settore elettrico è il fatto che non gravi solo su un costo diretto, ma su un insieme di voci che compongono la bolletta.

Non incide solo sulla materia energia, ma anche su trasporto e gestione del contatore, oneri di sistema e perfino sulle accise, le imposte di consumo calcolate in base ai kWh utilizzati. Ciò significa che una riduzione dell’IVA non interviene su una singola voce ma sull’intera cifra imponibile. In altre parole: quando l’IVA scende, scende tutto.

Perché esistono due aliquote?

Nel settore elettrico l’IVA può assumere due valori principali: 22% o 10%. Il 22% è l’aliquota ordinaria applicata alla maggior parte delle forniture non domestiche, dunque ad aziende, attività commerciali e molte utenze non residenziali. Il 10%, invece, è una condizione agevolata concessa solo quando l’energia elettrica è destinata ad uso domestico o quando un’attività rientra in specifici requisiti di natura sociale, produttiva o assistenziale.

Questa distinzione nasce per tutelare i consumi primari, necessari alla vita quotidiana, e per sostenere alcuni settori considerati essenziali per la collettività. La logica è semplice: non tutta l’energia è utilizzata allo stesso modo e non tutte le tipologie di utenze hanno il medesimo impatto economico.

Chi ha diritto all’IVA agevolata al 10%?

L’IVA al 10% sull’energia elettrica è garantita alle utenze domestiche. Se la fornitura alimenta un’abitazione privata, e non un’attività economica, l’aliquota ridotta è applicata in modo standard. Conta l’utilizzo della corrente e non solo l’intestazione del contatore: un’utenza registrata a persona fisica ma utilizzata per un laboratorio o un ufficio non ha diritto al 10%.

Esiste poi una seconda categoria di aventi diritto, meno conosciuta ma altrettanto rilevante: alcuni settori produttivi, sociali e assistenziali possono richiedere l’agevolazione, purché l’elettricità venga impiegata come parte essenziale dell’attività. Parliamo di realtà che includono strutture sanitarie, enti no profit con finalità sociali, attività agroalimentari e di trasformazione, centri di pubblico interesse. In questi casi è spesso determinante il codice Ateco, che identifica il tipo di attività svolta e permette al fornitore di verificare l’idoneità fiscale alla riduzione.

Un caso particolare riguarda le abitazioni che utilizzano riscaldamento elettrico come fonte primaria, specialmente quelle dotate di pompe di calore o sistemi full-electric. Qui l’IVA ridotta può avere un impatto significativo nei mesi invernali, quando i consumi aumentano e l’imposta moltiplica la spesa energetica.

Cosa fare per ottenerla?

In molti casi l’agevolazione viene applicata automaticamente, soprattutto per utenze residenziali standard. Tuttavia, quando non è presente o quando si appartiene a una categoria non domestica che ne ha potenzialmente diritto, è possibile richiederla inviando una dichiarazione al proprio fornitore, indicando la destinazione d’uso dell’energia e allegando eventuale documentazione. La procedura è amministrativa, non retroattiva: più tempestiva è la richiesta, prima si beneficia della riduzione.

IVA, accise e oneri

Comprendere l’IVA significa anche riconoscere come dialoga con le altre imposte. Le accise sono una tassa distinta, calcolata in base ai kWh consumati e variabile per scaglioni di utilizzo. Una casa con consumi elevati potrebbe superare rapidamente la soglia base, incontrando livelli di accisa più alti. L’IVA si applica sopra di esse, creando un effetto cascata.

Se ridurre l’aliquota equivale a ridurre l’imposta sull’imposta, il risparmio annuale non è banale. È un intervento invisibile ma costante, che somma piccoli vantaggi mese dopo mese.

E oltre l’IVA? Come risparmiare davvero

L’agevolazione fiscale è utile, ma da sola non basta a contenere la spesa. Chi vuole ridurre in maniera tangibile la bolletta deve guardare alla qualità dell’uso dell’energia: elettrodomestici efficienti, spegnimento degli stand-by, controllo delle fasce orarie, illuminazione LED, climatizzazione calibrata. Il passo successivo è valutare l’autoproduzione tramite fotovoltaico o sistemi di accumulo, in grado di ridurre il prelievo dalla rete elettrica e quindi anche la base imponibile su cui si calcola l’imposta.

Il risparmio migliore nasce dal consumo consapevole, non dalla rinuncia.

Sapere chi ha diritto all’IVA al 10% sull’energia elettrica significa leggere la bolletta con occhi nuovi. Significa riconoscere quanto paghiamo per l’energia e quanto per le imposte, comprendere quando esistono margini di agevolazione ed evitare di lasciare sul tavolo un vantaggio economico che spetterebbe di diritto. È un gesto semplice, ma fa la differenza.

Energit promuove un modello di consumo basato su trasparenza, efficienza e informazione. Perché pagare meno non è questione di fortuna, ma di conoscenza. E quando l’energia è gestita con consapevolezza, illumina meglio e costa meno. 

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