Nel 2022 il prezzo dell’energia ha subito un considerevole aumento nell’Unione Europea, soprattutto per via della riduzione della fornitura (e dunque del prezzo) del gas da parte della Russia.
Nel mercato interno dell’UE, infatti, il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è strettamente collegato al prezzo del gas, il quale è per la maggioranza importato. Sostituire le forniture russe del gas con equivalenti europee richiede tempo, motivo per cui è probabile che per i prossimi mesi il prezzo dell’energia in Europa resti elevato.
Per far fronte a questa situazione, i Paesi membri hanno adottato un regolamento del Consiglio in materia di risorse di emergenza per la crisi energetica in Europa. Il regolamento, la cui applicazione va, con alcune eccezioni, dal 1° dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, ha l’obiettivo ultimo di far fronte al rincaro energetico, aiutando le imprese ed i cittadini maggiormente colpiti dalla crisi.
Ecco di seguito le tre misure del regolamento finalizzate alla riduzione del costo delle bollette di energia elettrica. I ricavi provenienti da tali misure potranno poi essere utilizzati dagli Stati membri come compensazione e incentivo alle imprese perché riducano i loro consumi, come trasferimenti diretti al consumatore finale o ancora come sostegno finanziario per quelle imprese che investono in energia pulita.
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Riduzione della domanda di energia elettrica
Il regolamento del Consiglio obbliga i Paesi dell’UE a ridurre del 5% il consumo energetico nelle ore di punta. Inoltre, il regolamento fissa anche l’obiettivo di ridurre volontariamente del 10% il consumo lordo energetico in UE entro la fine del mese di marzo 2023. I Paesi membri potranno poi scegliere autonomamente le misure da adottare al fine di ridurre il consumo e conseguire entrambi gli obiettivi fissati dal regolamento.
I due obiettivi sopraccitati (quello obbligatorio e quello volontario) hanno il fine di:
- Preservare le scorte di combustibile utilizzato per produrre l’energia elettrica;
- ridurre la quantità di gas utilizzato ed in generale abbassare i prezzi energetici, grazie alla riduzione della domanda.
Inoltre, queste norme permetteranno ai Paesi membri di applicare, almeno temporaneamente, prezzi regolati per le famiglie e per le piccole e medie imprese (PMI).
Fissazione di un tetto massimo sui ricavi di mercato dei produttori di energia elettrica inframarginali
Fra le risorse di emergenza per la crisi energetica in Europa vi è poi la fissazione di un tetto massimo sui ricavi dei produttori di elettricità inframarginali. Prima della fissazione del tetto, i produttori di energia elettrica che non utilizzavano il gas hanno beneficiato dell’aumento dei costi. La fissazione del tetto massimo ha invece l’obiettivo di ridurre gli utili dei produttori sopraccitati, a beneficio di famiglie e le imprese.
Più precisamente, il Consiglio ha fissato il tetto massimo sui ricavi di mercato a 180 € per Megawatt-ora (Mwh) per quelle imprese che producono energia a basso costo operativo, ovvero utilizzando tecnologie inframarginali, quali sono le energie rinnovabili, l’energia nucleare o la lignite.
Poiché, nel mercato europeo, il carbone e il gas hanno un ruolo di primo piano nel determinare il prezzo dell’energia elettrica, il quale ha subito un aumento considerevole negli ultimi anni, i produttori che non utilizzano il gas o il carbone per produrre energia elettrica hanno potuto beneficiare, come abbiamo poco sopra ricordato, di un considerevole aumento dei loro guadagni senza che aumentassero i loro costi operativi. Ecco allora che il regolamento del Consiglio ha introdotto un tetto massimo ai loro ricavi, in modo tale da non compromettere la redditività degli impianti futuri o esistenti, evitare distorsioni nei prezzi del mercato all’ingrosso di energia elettrica e ancora evitare di ostacolare gli investimenti nelle rinnovabili.
Vi è poi l’obbligo per i Paesi membri di riorientare i ricavi eccedenti alla protezione ed al sostegno del consumatore finale di energia elettrica. A tal fine, gli Stati possono scegliere autonomamente le misure da adoperare.
Inoltre, sono state introdotte delle flessibilità che tengano conto delle diverse circostanze nazionali. Fra queste flessibilità vi è ad esempio la possibilità di alzare il tetto massimo sui ricavi di mercato dei produttori inframarginali o, al contrario, di limitare ulteriormente tali ricavi. Ancora, è possibile scegliere di differenziare fra le diverse tecnologie ed applicare un tetto massimo ai ricavi di attori diversi, come ad esempio gli operatori commerciali. Gli Stati membri si potranno poi sostenere a vicenda e, in maniera solidare, condividere parte dei ricavi dovuti a tale misura.
Qualora ci si trovasse di fronte ad una situazione tale per cui un Paese membro dipenda dalle importazioni nette per una percentuale pari o superiore al 100%, tale Paese si sarebbe dovuto accordare entro il primo dicembre 2022 con il Paese membro esportatore, in modo da accertarsi che i ricavi eccedenti siano ripartiti adeguatamente fra i due.
Contributo di solidarietà da parte dell settore dei combustibili fossili
Grazie all’aumento del prezzo dell’energia, le imprese appartenenti al settore dei combustibili fossili (ovvero attive nei settori del carbone, del gas naturale, del petrolio greggio e della raffinazione) hanno potuto generare utili supplementari. Il regolamento del Consiglio ha quindi previsto una misura finalizzata a garantire che le imprese soprammenzionate contribuiscano in maniera equa al sostegno di quelle persone o imprese affette dall’aumento delle bollette energetiche.
Il contributo di solidarietà (temporaneo, ma obbligatorio) previsto dal regolamento dovrà provenire da quelle imprese che eccedono un aumento del 20% degli utili imponibili medi annui dei quattro anni precedenti, secondo la normativa tributaria nazionale nell’esercizio fiscale iniziata nel 2022 e/o 2023. Questo contributo di solidarietà sarà applicato in aggiunta alle tasse e ai prelievi ordinari che sono applicabili nei Paesi membri.
Purché compatibili con gli obiettivi del regolamento del Consiglio e purché generino proventi comparabili, i Paesi membri possono inoltree scegliere misure nazionali diverse ed equivalenti al prelievo di solidarietà.
I ricavi del contributo di solidarietà dovranno, come abbiamo detto, essere utilizzati dagli Stati dell’UE per sostenere famiglie e imprese, in modo così da attenuare gli effetti dell’aumento dei prezzi al dettaglio dell’energia. I Paesi potranno inoltre scegliere di destinare una parte di questi ricavi al finanziamento dell’UE per misure finalizzate ad affrontare l’attuale crisi energetica.
PMI: misure per la vendita al dettaglio
Per sostenere ulteriormente le piccole e medie imprese, le quali si trovano nella situazione di far fronte all’aumento dei prezzi energetici, i Paesi membri possono scegliere di fissare un prezzo temporaneo per la loro fornitura di elettricità.
Inoltre, in via del tutto eccezionale e temporanea, i Paesi membri hanno deciso di fissare un prezzo di fornitura dell’energia elettrica più basso rispetto ai costi di produzione.
Applicazione delle misure di emergenza
L’applicazione delle risorse di emergenza per la crisi energetica ha una durata complessiva di un anno: dal primo dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, con l’eccezione delle misure relative al consumo energetico (di cui abbiamo parlato nel primo paragrafo) la cui applicazione terminerà il 31 marzo 2023. Invece, il tetto massimo obbligatorio sui ricavi di mercato dei produttori di energia elettrica inframarginali sarà applicato fino al 30 giugno 2023. Esenzioni specifiche sono state introdotte dai Paesi membri per Malta e Cipro.
L’Unione Europea deve far fronte ad un aumento considerevole dei prezzi dell’energia. Per questo, gli Stati membri hanno deciso di coordinare i loro sforzi in maniera solidale col fine di ridurre l’impatto sui consumatori (o sull’economia in generale) dei prezzi elevati.
È in un simile contesto che, il 14 settembre 2022, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento del Consiglio per un intervento di emergenza che faccia fronte all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica.
Il regolamento che è stato adottato integra le diverse iniziative e legislazioni esistenti Unione Europea per mantenere l’energia elettrica a prezzi accessibili e garantire l’approvvigionamento energetico dell’UE. Inoltre, le misure del regolamento integrano le iniziative proposte nel maggio 2022 nell’ambito di REPowerEU.