Se è vero che una mail non inquina certo l’ambiente quanto inviare una cartolina o una lettera, questo non toglie che anche la posta elettronica abbia un considerevole impatto ambientale. Lo stesso vale per ogni altra attività digitale, dal commento su Facebook alla pubblicazione di una storia su Instagram.
Inoltre, è importante considerare che se anche un’e-mail inquina meno di una lettera, il numero di queste ultime inviate al giorno è superiore mediamente del 60% rispetto alle lettere che venivano spedite prima dell’avvento del digitale.
Ma entriamo ora più nel dettaglio: quanto inquina una mail?
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I numeri: quanto inquina una mail
Stabilire quanto inquina una mail non è così semplice e la questione è stata oggetto di numerosi studi. Fra questi, ha ottenuto cospicuo rilievo uno studio condotto dal ricercatore e scrittore Mike Berners-Lee nel 2010, dal titolo How bad are bananas: the carbon footprint of everything.
Secondo lo studio di Berners-Lee, una email di testo produrrebbe 4g di anidride carbonica, impatto che salirebbe a 50g nel caso vi siano documenti pesanti ad essa allegati. Secondo le stime, ognuno di noi produrrebbe in media ben 136 Chilogrammi di CO2 ogni anno solo tramite l’invio di email: la somma equivale ad un tragitto di 320 Chilometri in automobile.
Se inizialmente la considerazione che l’energia necessaria ad inviare una email sia equivalente solo all’1,7% di quella necessaria all’invio di una lettera poteva generare un certo ottimismo, la semplicità e velocità del sistema di posta elettronica ha generato l’abitudine di inviare un numero così elevato di messaggi da rendere irrisorio l’iniziale vantaggio teorico.
L’ente britannico OVO energy per la fornitura di energia elettrica ha ideato una campagna dal suggestivo nome think before you thank, finalizzata alla sensibilizzazione rispetto all’impatto ambientale delle email. In particolare, la campagna punta il dito contro messaggi inutili come “grazie”, “ricevuto” o simili. Secondo le stime riportate dallo stesso OVO energy, tali email inutili ammonterebbero ad oltre 64milioni solo nel Regno Unito.
È importante allora prestare grande attenzione all’effettiva necessità di inviare un’email ed evitare di produrre 4g di CO2 per un semplice “grazie”: insomma, secondo le parole della campagna britannica, è importante “pensare prima di ringraziare”.
Perché inviare una mail inquina?
Ora che abbiamo visto quanto inquina una mail vi starete probabilmente chiedendo a cosa sia dovuto tale inquinamento. Perché inviare una mail inquina?
La ragione principale per l’inquinamento relativo all’utilizzo della posta elettronica è che le email spedite rimbalzano per i server sparsi in tutto il mondo, i quali rappresentano la parte fisica del mondo digitale. A loro volta, i server consumano una notevole quantità di energia elettrica sia per l’alimentazione, sia per il loro sistema di raffreddamento.
Quindi, ogni email, ogni testo inviato, ogni condivisione ed in generale ogni attività digitale passa per questi server altamente energivori, la cui necessità di energia elettrica per il funzionamento e per il raffreddamento aumenta con l’aumentare dei megabyte di dati ricevuti e trattati. Questo spiega anche perché un’email con allegato ha un’impronta maggiore rispetto ad una mail unicamente testuale.
Oggi vi sono numerose aziende incentrate sulla ricerca di soluzioni al problema dell’impronta ecologica digitale, ad esempio tramite la produzione di energia rinnovabile. Intanto, però, è importante che ognuno di noi acquisti coscienza della problematica e attui nel proprio piccolo comportamenti finalizzati a ridurre la produzione di CO2 dovuta alle attività digitali.
Come ridurre la propria impronta ecologica digitale
Vi sono alcuni facili comportamenti e semplici accortezze che ognuno di noi può applicare nel proprio piccolo per ridurre il più possibile la propria impronta ecologica digitale. Ecco alcuni esempi:
- Evitare il più possibile di inviare email inutili o superflue. Condensare in un’unica mail l’argomento che si intende trattare.
- Qualora fosse necessario allegare un documento all’email, alleggerirlo o comprimerlo il più possibile, in tal modo diminuendo i megabyte di dati inviati ai server.
- Preferire il più possibile l’utilizzo del Wi-Fi rispetto ai dati del proprio cellulare.
- Ricordarsi sempre di spegnere il computer quando non utilizzato, specialmente durante la notte.
- Avere alta cura nei propri apparecchi elettronici, in modo da garantire loro una vita il più lunga possibile. Produrre computer e telefoni cellulari ha infatti un enorme impatto ambientale, così come lo ha il loro smaltimento.
- Ogniqualvolta si ha la possibilità, preferire le riunioni online senza video, utilizzando unicamente la funzione audio.
- Cancellare le email inutili dalla propria casella, come indicato dall’associazione no-profit The Good Planet.
- Disiscriversi dalle newsletter a cui non si è interessati.
Questi sono solo alcuni semplici passi che possono contribuire considerevolmente alla riduzione della propria impronta digitale.
Oltre alle email: gaming online e streaming
Ci siamo fin’ora concentrati su quanto inquina una mail, ma non dobbiamo dimenticare che anche altre attività come lo streaming o giocare online hanno un fortissimo impatto ecologico. Durante i mesi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19, tali attività sono aumentate considerevolmente e con esse anche le quantità di CO2 prodotte.