Quando si parla di disaccoppiamento gas elettricità ci si riferisce ad un provvedimento previsto dal Decreto Energy Release del Governo Draghi. In particolare, si tratta di una delle principali misure a favore delle imprese cosiddette “energivore” ed “interrompibili”, il cui fine è quello di abbassare il prezzo dell’energia elettrica, incidendo in tal modo sull’andamento dell’inflazione e sui rincari che hanno caratterizzato l’ultimo anno.
Dopo questa breve panoramica introduttiva, andiamo ora più nel dettaglio circa tutto ciò che riguarda il disaccoppiamento gas elettricità: quali cambiamenti comporta e che andamento dei prezzi di gas ed energia aspettarsi in seguito a tale provvedimento. Cominciamo innanzitutto col dire qualcosa in più sul Decreto Energy Release del Mite (Ministero della Transizione ecologica).
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Il Decreto Energy Release: cosa è e a chi è rivolto
Come abbiamo detto, il Decreto Energy Release è un decreto voluto dal Mite (Ministero della Transizione ecologica) durante il Governo guidato da Mario Draghi. Il Decreto Energy Release interessa i clienti industriali “interrompibili” (ovvero quelle imprese che offrono un servizio di interrompibilità), le Piccole Medie Imprese (PMI) e gli utenti delle isole più grandi (Sardegna e Sicilia).
Il Decreto prevede appunto il disaccoppiamento dei prezzi di gas e luce (energia elettrica), rendendo così possibile, per alcune realtà, ottenere prezzi calmierati in bolletta, contribuendo in tal modo a contrastare i rincari dell’ultimo anno (2022).
Andando più nel dettaglio, il nuovo Decreto Energy Release del Mite prevede che le imprese interrompibili ed energivore abbiano accesso ad un prezzo controllato dell’energia elettrica, dagli attuali 450 €/MWh a 210 €/MWh. Il prezzo potrebbe essere poi ridotto ulteriormente qualora l’Unione Europea riesca ad emanare un provvedimento che fissi il tetto del gas a 180 euro per MWh.
Quali sono le disposizioni previste per il disaccoppiamento gas elettricità?
Il Decreto Energy Release per il disaccoppiamento del prezzo di luce e gas prevede varie condizioni.
Per cominciare, sono messi a disposizione 18 TWh provenienti esclusivamente da fonti rinnovabili, i quali devono essere assegnati agli utenti finali con la mediazione del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE). Il GSE si occupa di assegnare l’energia elettrica proveniente dai sopraccitati 18 TWh tramite la firma di contratti pluriennali, la cui durata può essere estesa fino al dicembre del 2025. Il meccanismo attraverso cui il GSE assegna tale energia si basa sulla cosiddetta “cessione a due vie”, ovvero sulla differenza tra il prezzo di allocazione ed il prezzo medio mensile sul mercato elettrico.
Fra le condizioni previste dal Decreto Energy Release vi è la possibilità che cliente finale richieda un minimo di 1 GWh all’anno ed un massimo del 3% della quantità complessiva offerta dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE). In questa maniera il Decreto è estremamente favorevole per le imprese interrompibili, ovvero quelle imprese che, offrendo un servizio di interrompibilità, si rendono disponibili ad interrompere la propria fornitura di energia nel caso il Terna lo richieda.
In che senso il gas e l’elettricità possono essere “legati”?
Parlando di disaccoppiamento (decoupling) del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica, è istintivo domandarsi perché mai due forniture così diverse dovessero essere legate. In realtà, il prezzo del gas naturale ha una netta influenza sul prezzo dell’elettricità, sia che essa sia stata effettivamente prodotta grazie al gas, sia che essa sia stata prodotta grazie ad altre fonti (ad esempio fonti rinnovabili).
Nei mercati internazionali, il prezzo dell’energia elettrica è stabilito basandosi su un’unica fonte (o meglio, un’unico valore che comprende tutte le fonti, rinnovabili e fossili), secondo uno schema chiamato “pay-as-clear”. Le diverse offerte dei produttori sono quindi pagate con un prezzo unificato, corrispondente al prezzo marginale della fonte principale considerata. L’ordine di costi marginali solitamente seguito è il seguente (dal costo minore a quello maggiore):
- Elettricità da fonti rinnovabili (eolico e solare);
- Energia prodotta dall’acqua;
- Energia nucleare;
- Energia prodotta da combustibili fossili (ovvero carbone, gas ed olio combustibile).
Il prezzo dell’energia è dunque determinato in base all’ultima centrale elettrica considerata per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale: al momento, nel sistema energetico europeo, le centrali prese in considerazione sono nella maggioranza dei casi quelle a gas. Ecco perché è il prezzo dell’energia prodotta dal gas (e dunque, in fin dei conti, il prezzo del gas stesso) a stabilire quale sia il prezzo dell’energia elettrica (a prescindere da quale sia la fonte).
Il sistema di prezzo unificato pay-as-clear è stato introdotto all’inizio del millennio con lo scopo di incentivare la produzione elettrica da fonti rinnovabili. Tuttavia, l’attuale aumento del costo del gas (e della siccità globale, fattore che influisce sugli impianti idroelettrici) rende tale sistema impraticabile.
Grazie al disaccoppiamento gas elettricità si consentirebbe ai produttori di energie da fonti rinnovabili di vendere a prezzi più convenienti.
Il prezzo dell’energia elettrica diminuirà?
Il prezzo dell’energia verrà diminuito per alcune imprese energivore: il disaccoppiamento gas elettricità è dunque un provvedimento in aiuto delle aziende che si trovano in difficoltà per via dei rincari delle bollette.
Roberto Cingolani, Ministro per la Transizione Ecologica, si è espresso a tal proposito come segue:
Ho firmato il Decreto ministeriale Energy Release che dedica 18 terawattora, con una mediazione del GSE, alla categoria industriale delle interrompibili ad un prezzo controllato di 210 euro a megawattora, in un momento in cui l’elettricità costa oltre 450. È meno della metà: questo sarà assegnato con aste del GSE e speriamo possa ridurre la bolletta energetica per gli energivori. Qualcosa del genere la stiamo studiando sul gas e vedremo più avanti.
L’ultima affermazione si riferisce a quanto abbiamo già anticipato, ovvero che l’attuale prezzo controllato di 210€ a MWh previsti dal decreto saranno probabilmente destinati ad abbassarsi ulteriormente se l’Unione Europea metterà in campo, come sta progettando di fare, un provvedimento che riduca la soglia massima a 180€ per Megawattora.
Il prezzo del gas salirà?
A fronte dell’attuale crisi energetica, che interessa non solo l’Europa, il prezzo del gas naturale è in crescita costante. Vi sono però numerose politiche nazionali ed europee volte ad aiutare cittadini ed imprese.
Sempre con le parole di Cingolani in proposito:
“Abbiamo avuto una riunione dei ministri dell’energia nella quale si doveva ancora discutere su quale approccio avere sul price cap. Ancora non c’era indirizzo. Dopo un’accesa discussione la maggioranza degli stati membri ha ammesso che il price cap fosse l’unica strada europea per mettere un limite alle fluttuazioni del TTF”.