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Come funziona lo scambio sul posto

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da Redazione | 09 Settembre 2022

Chiunque ricerchi informazioni sul fotovoltaico avrà sicuramente sentito parlare dello scambio sul posto. Ma cosa è e soprattutto come funziona lo scambio sul posto? Si tratta di un incentivo statale? È davvero conveniente? Porterà ad azzerare le bollette elettriche?

Vediamo di fare chiarezza su tutte queste questioni, per avere finalmente le idee più chiare in materia di scambio sul posto.

Cosa è lo scambio sul posto?

Iniziamo subito col chiarire cosa sia lo scambio sul posto. Lo scambio sul posto è un meccanismo di remunerazione dell’energia immessa in rete dall’impianto fotovoltaico. Non si tratta quindi né di un incentivo statale, né di un meccanismo di agevolazione fiscale.

Spieghiamoci meglio. In parole povere potremmo definire lo scambio sul posto come un parziale rimborso delle bollette elettriche che sono state pagate all’operatore (anche se, come vedremo in seguito, parlare di rimborso non è tecnicamente corretto).

Prendiamo qui la palla al balzo per precisare che, a differenza di quanto in molti immaginano, installare un fotovoltaico non esonera dal pagare le bollette elettriche. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli impianti fotovoltaici non rendono pienamente autonomi, specialmente durante le ore notturne in cui i pannelli non producono energia e ci si trova dunque costretti a prelevarla dalla rete.

D’altro canto, nelle ore in cui i pannelli fotovoltaici producono energia, questa è in quantità di gran lunga superiore a quella effettivamente utilizzata. Parliamo in questo caso di eccedenza produttiva, ovvero di una produzione energetica superiore a quella necessaria. L’eccedenza produttiva, nel caso non si disponga di sistemi di accumulo, viene immessa in rete e, grazie allo scambio sul posto, remunerata. In questo modo sarà dunque possibile non rinunciare al vantaggio economico dell’energia solare.

Lo scambio sul posto può dunque essere definito come la vendita dell’energia prodotta dal fotovoltaico, ma non consumata e, dunque, immessa in rete pubblica.

Soffermiamoci ulteriormente sul percorso dell’energia tra impianto fotovoltaico, impianto domestico e rete nazionale, in quanto permetterà di comprendere meglio come funziona lo scambio sul posto.

Come funziona lo scambio sul posto?

Per riuscire a capire come funziona lo scambio sul posto è importante innanzitutto avere chiaro quale sia il percorso dell’energia tra impianto fotovoltaico, impianto domestico e rete nazionale. Cerchiamo di semplificare.

Durante il giorno l’impianto fotovoltaico produce energia pulita, parte della quale viene auto-consumata istantaneamente. Quella che invece non viene auto-consumata nell’immediato, ovvero l’eccedenza produttiva, viene immessa in rete pubblica e contabilizzata da un contatore. Questa energia verrà quindi valorizzata dal GSE (Gestore Servizi Elettrici), che determina quale sia il credito in euro, detto CS (contributo in conto scambio).

Quando arriva la sera, il fotovoltaico cessa di produrre energia elettrica. Dal calar del sole fino alla mattina successiva ogni energia necessaria verrà prelevata dalla rete, proprio come se non si disponesse di un impianto fotovoltaico. Sarà per questi kWh prelevati che dovranno poi essere pagate le bollette elettriche di cui parlavamo precedentemente.

Quindi, per riassumere: gli utenti elettrici dotati di impianto fotovoltaico prelevano elettricità dalla rete pubblica (e pagano le rispettive bellette elettriche) ed al tempo stesso immettono in rete le loro eccedenze produttive (per cui ricevono accrediti rilasciati dal GSE, il cosiddetto contributo in conto scambio).

L’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico può dunque compiere tre diversi percorsi:

  1. può essere auto-consumata istantaneamente (o, in alternativa, accumulata in batterie);
  2. nel caso di eccedenze produttive viene immessa in rete pubblica;
  3. può essere prelevata dalla rete pubblica.

Torniamo ora al nostro scambio sul posto: lo scambio sul posto non è altro che un meccanismo di compensazione (solitamente parziale) tra immissioni e prelievi dalla rete pubblica. Sottolineiamo che la compensazione è, di solito, parziale e non totale: ciò significa che il risparmio maggiore si ha nel caso di auto-consumo immediato.

È bene però chiarire che il contributo in conto scambio non interviene direttamente sulla bolletta elettrica, ma viene accreditato a posteriori (di norma ogni tre mesi). I canali sono dunque separati: da un lato le normali bollette elettriche da parte del gestore, dall’altro l’accredito da parte del GSE.

Come funziona lo scambio sul posto: esempio pratico

Riassumiamo un’ultima volta: quando l’impianto fotovoltaico produce energia elettrica che non viene immediatamente auto-consumata, questa viene immessa nella rete pubblica e valorizzata dal GSE, che determina un credito in Euro detto contributo in conto scambio. Questo accredito compenserà (in parte) le spese in bolletta relative ai prelievi dell’utente dalla rete pubblica nelle ore in cui l’impianto fotovoltaico non produce energia elettrica.

Proviamo a fare un esempio pratico.

Poniamo che il fabbisogno annuo di un utente ipotetico sia di 4200 kW. Se ogni kW costa 0,25€ e se l’utente non dispone di un impianto fotovoltaico, la spesa annua sarà dunque di 1.050€.

Diciamo invece che l’utente in questione disponga di un impianto fotovoltaico in grado di produrre i 4200 kW annuali di cui ha bisogno (dunque, se in media ogni kW di fotovoltaico installato produce 1400 kW all’anno, l’utente dovrà disporre di un impianto fotovoltaico da 3 kW). Di questi 4200 kW prodotti dal fotovoltaico l’utente riesce però a consumarne solo la metà, immettendo dunque 2100 kW nella rete pubblica.  Di conseguenza, l’utente dovrà attingere dalla rete pubblica per i restanti 2100 kW del suo fabbisogno annuale che non è in grado di coprire con il fotovoltaico, per via delle ore prive di luce solare.

La situazione annuale del nostro ipotetico utente sarà dunque: 2100 kW di auto-consumo, 2100 kW  immessi nella rete, 2100kW prelevati dalla rete.

Poniamo ora, ipoteticamente, che per ogni kW immesso nella rete il contributo del GSE sia di 0,16€ (il valore dipende da numerosi parametri). Sempre per il nostro esempio, il valore del contributo dell’utente in conto di scambio equivarrà a 336€ annui (2100 x 0,16). Al contempo, la spesa in bolletta dell’utente sarà di 525€ annui (2100 x 0,25).

Concludendo i nostri calcoli, da una situazione iniziale di 1.050€ annuali scendiamo ben del 86% fino a 189€ (525€ – 336€, dove 525€ è la spesa in bolletta ridotta grazie al fotovoltaico e 336€ l’accredito dal GSE). Insomma, se anche lo scambio sul posto in linea generale non azzera la bolletta, il risparmio è comunque degno di nota.

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