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Quanto inquina la guerra?

Quanto inquina la guerra, danno ambientale

da Redazione | 22 Maggio 2023

Se in passato la guerra veniva considerata unicamente come un fenomeno politico e militare, oggi si è finalmente presa consapevolezza circa gli effetti devastanti che la guerra ha sull’ambiente e sull’umanità. Senza alcun dubbio, la guerra è, sotto innumerevoli punti di vista, l’attività artificiale più distruttiva che sia mai stata inventata e l’attuale guerra in Ucraina a causa dell’invasione russa ce lo ricorda ogni giorno.

Ma andiamo ora più nello specifico per capire, effettivamente, quanto inquina la guerra: ci concentreremo sull’inquinamento dovuto alla costruzione e al sostentamento delle forze militari, per poi passare all’impatto diretto che la guerra vera e propria ha sull’ambiente ed ai detriti di difficile smaltimento che si lascia alle spalle per decenni. Concluderemo poi con alcune stime riguardanti quanto inquina la guerra in Ucraina.

Quanto inquina la guerra? Le forze militari, le armi ed i veicoli

Il danno ambientale della guerra non è unicamente circoscritto, come nell’immaginario di molti, al possibile disastro nucleare o alle polveri sottili ed altre sostanze rilasciate durante il conflitto vero e proprio. L’inquinamento inizia molto prima, a partire dalla costruzione e mantenimento delle forze militari. Per non parlare poi delle armi (realizzate tramite l’estrazione di terre rare come terbio e ittrio), dei veicoli (quali aerei militari o navi) o delle infrastrutture dedite all’allevamento, le quali necessitano di enormi quantità di energia.

La quantità di risorse utilizzate dalle forze armate è sorprendente. Secondo il CEOBS (Conflict and Environment Observatory), la risorsa maggiormente utilizzata dalle forze armate è il carburante: è necessario mettere insieme numerosi Paesi del mondo per ottenere la quantità di anidride carbonica emessa dagli eserciti più grandi, come quello americano. Questo può forse aiutarci ad immaginare l’entità del dato in questione.

Il CEOBS ha condotto una ricerca sulle forze armate dell’Unione Europea e della Gran Bretagna, arrivando alla conclusione che la maggioranza di queste emissioni provengono dalle catene di approviggionamento di attrezzature militari.

Insomma, le conseguenze ambientali della guerra hanno dimensioni gigantesche e cominciano ben prima del conflitto, anche in situazioni di pace.

Ciò che sorprende è che le emissioni di gas serra di origine militare non vengono conteggiate nei trattati internazionali in materia di clima. Questo provoca una grave sottostima dell’inquinamento globale.

L’impatto della guerra sull’ambiente

Passiamo ora alla fase di conflitto vero e proprio: anch’esso è assolutamente devastante per l’ambiente.

L’aria si riempie di polveri sottili e vi è un aumento considerevole della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Le macerie che ricoprono il suolo sono colme di sostanze tossiche che, con il tempo, si trasferiscono nell’acqua, inquinandola e rendendola non più potabile.

Per non parlare poi del tipo di inquinamento più rischioso: quello dovuto ai residui radiattivi o nucleari, che non solo danneggiano l’ambiente, ma causano anche importanti malattie e malformazioni negli esseri umani.

Questi sono solo alcuni piccoli esempi di quanto inquina la guerra nel primo momento. Ma non è tutto, vi sono anche danni dovuti al residuo dei detriti non smaltiti correttamente, che inquinano l’ambiente anche numerosi decenni dopo la fine del conflitto.

Gli effetti a lungo termine: i detriti di difficile smaltimento

A più di un secolo di distanza dal primo conflitto mondiale, possono ancora essere trovati nel nord-est della Francia numerosissimi proiettili non esplosi e rimasti sepolti nel terreno ad inquinare il paesaggio. Vecchi ordigni militari risalenti ai conflitti del secolo scorso, che tutt’ora vengono trovati e distrutti.

Enormi quantità di metalli e composti tossici, memoria di conflitti che solo una piccola minoranza della popolazione hanno un’età tale da poter ricordare. Ecco quale è lo strascico ambientale che la guerra si lascia alle spalle.

In questo articolo ci siamo limitati a fare piccoli e semplici esempi, che rendono però l’idea di quale sia la portata del fenomeno. Una tragedia per le popolazioni testimoni e future, nonché per la salute del nostro Pianeta che da decenni si trova in grave emergenza.

Oggi siamo tutti testimoni della tragedia che affligge ogni giorno l’Ucraina. Concentriamoci allora, per concludere, sulle stime al momento disponibili per farci un’idea di quanto inquina la guerra in Ucraina.

Alcune stime: quanto inquina la guerra in Ucraina?

Pur trattandosi, senza dubbio, di un aspetto meno drammatico rispetto alle numerosissime vittime e gravi distruzioni, i dati dell’inquinamento dovuto alla guerra in Ucraina sono particolarmente raccapriccianti. Se pensiamo che in Ucraina si trova ben un terzo della terra più fertile al mondo (terreno Cherdnozem) questi dati assumono poi un sapore ancora più amaro.

In termini economici, secondo il Ministro dell’Ambiente ucraino i danni ambientali ammontano a più di 36 miliardi di euro. Si tratta chiaramente di un conteggio parziale, poiché il conflitto è ancora incorso e non è possibile eseguire un calcolo preciso.

Due terzi dell’inquinamento riguarda danni atmosferici (le emissioni in atmosfera hanno superato i 64 milioni di tonnellate), mentre la percentuale restante è suddivisa in inquinamento idrico e del suolo. Ben 225mila ordigni inesplosi sono stati recuperati dal genio militare ucraino; ciononostante Strilets ha annunciato che vi sono ancora 200.000 chilometri quadrati di territorio da sminare.

Non dimentichiamo poi le preoccupazioni legate alla vicinanza di alcuni scontri alle centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, con il forte rischio di fughe radioattive e contaminazione delle falde acquifere.

Scavare trincee o tunnel (per non parlare poi dei bombardamenti) ha un fortissimo impatto sulla modificazione delle componenti costitutive del suolo, le cui capacità produttive diminuiscono gravemente. Bombardamenti e incendi hanno inoltre dato inizio ad una deforestazione che mostrerà gravi conseguentenze sull’equilibrio dell’ecosistema e sul riscaldamento globale.

I danni ambientali, come ben si sa, non si limitano mai al momento presente. Se anche il conflisso dovesse terminare adesso, sarebbero necessari decine e decine di anni per rimediare ai danni ambientali provocati. Parliamo di grave degradazione del suolo, perdita di biodiversità, destabilizzazione dell’ecosistema ed impatti estremamente negativi sul riscaldamento globale. È inoltre importante considerare come la guerra abbia causato la ben nota crisi energetica dell’ultimo anno; situazione che, come hanno denunciato le Nazioni Unite, provoca una grave spinta verso l’utilizzo dei combustibili fossili.

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