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Cos’è il Fridays for Future?

Fridays for future cos'è e gli obiettivi

da Redazione | 23 Febbraio 2022

“Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”. È con questa frase che l’attivista svedese Greta Thunberg ha ispirato il concetto che sta alla base del movimento Fridays For Future (FFF), in italiano “Venerdì per il futuro”, un movimento ambientalista internazionale conosciuto anche come Youth for Climate, Climate Strike o Youth Strike For Climate, dato che sono soprattutto i giovani i protagonisti degli scioperi: ragazzi tra i 14 e i 25 anni aventi in comune la preoccupazione per la crisi climatica.

Parliamo del Fridays for future: cos’è, come è nato e quali sono i suoi obiettivi.

Fridays For Future: cos’è?

Il movimento Fridays For Future è nato nell’agosto del 2018, quando la quindicenne Greta Thunberg, allora sconosciuta, decise di non entrare a scuola per diverse settimane per protestare davanti al parlamento svedese per la mancanza di azioni concrete rispetto alla crisi climatica. Ogni venerdì Greta ha manifestato in segno di protesta anche dopo le elezioni politiche svedesi, e con il passare dei giorni si unirono a lei altri giovani studenti e man mano altre città in tutto il mondo.

È nato così anche l’hashtag #FridaysForFuture, diventato virale, che ha permesso a migliaia di studenti di organizzare manifestazioni in tutto il mondo in favore del clima, tutte di venerdì. Per questo è anche chiamato sciopero scolastico per il clima.

Per rispondere alla domanda che cos’è il Fridays for Future possiamo quindi dire che si tratta di uno sciopero mondiale pacifico e spontaneo nato dall’azione solitaria di Greta divenuta la paladina del movimento. La battaglia individuale si è trasformata in collettiva assumendo una portata globale.

L’obiettivo principale è quello di attirare l’attenzione di politici e legislatori per far rispettare gli Accordi di Parigi sulle restrizioni delle emissioni di CO2 e porre un freno ai cambiamenti climatici.

La prima protesta globale, dopo la prima del 20 agosto 2018, risale al 15 marzo 2019 a cui presero parte 1700 studenti in oltre 100 Paesi. Vediamo nel dettaglio le richieste e chi partecipa a questo movimento.

Gli obiettivi dei Fridays for Future

Il movimento chiede ai governi di tagliare i combustibili fossili, azzerando le emissioni a livello globale entro il 2050 e in Italia entro il 2030. Un obiettivo ambizioso ma non l’unico. Si chiede di rispettare gli accordi di Parigi del 2015 in cui ci si impegnava a contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C rispetto all’epoca pre-industriale.

Tra le richieste la questione climatica si estende ad un senso più ampio. I ragazzi di Friday for future chiedono il diritto al futuro; un futuro che rischia di essere compromesso dalle gravi conseguenze del riscaldamento globale, quali l’innalzamento delle temperature medie (la Groenlandia si sta sciogliendo ad una velocità che è la più alta da almeno 350 anni e i ghiacciai di montagna sono in ritirata in quasi tutto il pianeta), e il conseguente aumento nell’atmosfera della concentrazione di gas serra causato dalle attività umane.

I manifestanti chiedono di incentivare il passaggio a energie rinnovabili e una riduzione dei consumi privati. Insomma, una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica a cui anche Energit si unisce offrendo energia 100% Green solo da fonti rinnovabili sarde.

Il movimento è supportato da grandi organizzazioni non governative come Legambiente, Greenpeace e WWF.

Anche se sono riusciti a sensibilizzare l’opinione pubblica e ad ottenere un accordo sulla prima legge europea per il clima da parte dell’Europarlamento e Consiglio Ue, i giovani non si fermano, dicono “basta false promesse” e chiedono azioni concrete per la ripartenza post Covid da subito.

Chi può partecipare?

Tra i manifestanti dei FFF non sono ammessi solo gli studenti. Come si legge sul sito italiano, possono partecipare persone di ogni età e categoria. Partecipano altresì sindacati e associazioni. Le proteste sono pacifiche e spontanee, apartitiche e prive di azioni o reazioni violente. Negli anni i FFF hanno coinvolto fino a circa 14 milioni di persone in tutti i continenti (ad eccezione dell’Antartide).

Greta Thunberg è riuscita a far sentire la propria voce ai potenti della Terra: ha fatto una traversata transoceanica in barca a vela per parlare a New York al summit ai rappresentanti delle Nazioni Unite, ha incontrato Papa Francesco e coinvolto 4 milioni di giovani a unirsi a lei nel 2019 in quella che è stata definita la più grande manifestazione per il clima.

In Italia il movimento conta su più di 140 gruppi di coordinamento a livello locale, 57 mila followers sulla pagina Facebook e 113 mila su Instagram. Alle richieste globali si sono aggiunte quelle per l’aumento dei fondi destinati alla scuola, all’università e alla ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituiti scolastici sostenibili.

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