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Quanta energia si risparmia con l’ora legale?

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da Redazione | 05 Aprile 2019

Ora legale 2019: si risparmierà davvero?

Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 Marzo 2019, alle ore 2.00, è entrata in vigore l’ora legale: spostando le lancette dell’orologio un’ora avanti sarà possibile beneficiare delle ore di luce serale e diminuire i consumi di energia.

Secondo Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, il cambio dell’ora permetterà un risparmio energetico pari a 510 milioni di kilowattora, quantitativo sufficiente per sostenere il fabbisogno medio annuo di circa 200.000 famiglie.

Prima di capire quanto si risparmia realmente con il cambio dell’ora, apriamo una piccola parentesi e vediamo nello specifico che cos’è l’ora legale e quali sono i vantaggi ad essa collegati.

Che cos’è l’ora legale e a cosa serve: cenni storici

Per ora legale si intende quella convenzione, definita anche ora civile convenzionale, che consiste nello spostare un’ora in avanti le lancette degli orologi per ottimizzare l’uso della luce naturale e favorire la riduzione dei consumi.

Essa si basa sui differenti fusi orari e avviene, sia in Italia che in Europa, sempre dopo la mezzanotte, proprio per non interferire eccessivamente sulle attività lavorative e i trasporti, creando sconvolgimenti e disagi.

L’ora legale fu introdotta e ideata da Benjamin Franklin, che nel 1784, pubblicò la sua teoria sul Journal de Paris, spiegando come lo spostamento delle lancette dell’orologio un’ora in avanti nei mesi estivi avrebbe permesso di risparmiare sulla luce delle candele.

La sua tesi rimase a lungo inascoltata fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quando diversi paesi, tra cui l’Italia, decisero di adottarla per ragioni di risparmio energetico.

Introdotta per la prima volta nel 1916 come misura di guerra e poi sospesa tra il 1920 e il 1940, in Italia l’ora legale fu adottata in modo definitivo solo nel 1966 per poi essere uniformata, a partire dal 1996, in un calendario condiviso da tutti i Paesi Europei, che ne stabiliva la durata a partire dall’ultima domenica di marzo fino all’ultima domenica
di ottobre.

Oggi il passaggio all’ora legale serve ancora a favorire il risparmio energetico ma in modo meno evidente rispetto al passato.

I bisogni del mondo industrializzato sono cambiati: la sempre maggiore proliferazione di apparecchi elettrici ed elettrodomestici che consumano energia indipendentemente dalle ore di luce, insieme all’uso sempre più diffuso dei condizionatori nei mesi estivi, vanifica sempre più il risparmio in bolletta assicurato fino a pochi anni dal cambio dell’ora.

Per quanto le possibilità di ridurre i consumi elettrici con la luce solare siano notevolmente diminuite, lo scopo dell’ora legale oggi resta quello di favorire un maggiore sfruttamento delle ore di luce naturale, ritardando l’uso della luce elettrica nelle ore serali.

Ora legale e risparmio energetico: studi e ricerche

Diversi studi confermano che l’introduzione dell’ora legale è legata a notevoli vantaggi economici ed ambientali.
Uno di questi, condotto sempre dalla società Terna, ha evidenziato che, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2016, il risparmio energetico assicurato dal cambio dell’ora ammontava complessivamente a 7,97 miliardi di kilowattora.

Secondo le stime fornite da Terna su dati del 2016, si sarebbe riscontrato, inoltre, un notevole risparmio di energia elettrica concentrato in modo particolare nei mesi di marzo e ottobre, dunque in corrispondenza del passaggio all’ora legale e a quella solare.

Da marzo a novembre del 2016, secondo i dati analizzati, l’Italia avrebbe risparmiato, grazie all’ora legale, circa 573 milioni di kilowattora, a cui corrisponderebbero in termini economici più di 90 milioni di euro.
Tuttavia, di anno in anno, i benefici dell’ora legale in termini di risparmio energetico tendono sempre più a diminuire: già nel 2017 i kilowattora risparmiati sono stati 567 milioni, mentre dieci anni prima  si assestavano su una cifra di 640 milioni.

Una ricerca portata avanti nel 2008 dall’Università della California ha monitorato alcune famiglie dello stato dell’Indiana, evidenziando come il passaggio dall’ora solare a quella legale non avesse generato una significativa riduzione dei consumi ma, addirittura, secondo i mesi presi in esame, avrebbe fatto registrare un aumento della spesa in bolletta, pari a 9 milioni di dollari l’anno.

Le disparità tra i risultati regionali e nazionali potrebbero riflettere le differenze climatiche tra gli stati e dunque ipoteticamente si associano al diverso consumo elettrico o al minore/ maggiore uso di impianti di climatizzazione.

Quanta energia si risparmia con l’ora legale

Secondo l’ultimo aggiornamento dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) risalente al 1 Aprile 2019, il costo medio di un kilowattora per cliente domestico ammonta a circa 20 centesimi di euro, pertanto il risparmio economico derivante dalla riduzione dei consumi elettrici nel periodo dell’ora legale sarebbe pari a 100 milioni di euro.

Il risparmio sui consumi elettrici si concentra, come già accennato, a ottobre e ad aprile, dunque in corrispondenza delle mezze stagioni, quando si ha un maggiore divario sulle ore di luce, mentre sembra ridursi nei mesi estivi, quando aumenta la durata della luce naturale.

Durante l’estate, infatti, con l’allungamento delle giornate, si registra un minore risparmio energetico in quanto l’accensione delle luci artificiali avviene per lo più nelle ore in cui le attività lavorative sono terminate, a fine serata.

Nei mesi di aprile ed ottobre, invece, il passaggio all’ora legale assicura un maggiore risparmio energetico ed una più netta riduzione dei consumi, ritardando l’accensione delle lampadine ad un momento in cui si è ancora in piena attività lavorativa.

Ai 500 milioni di kilowattora che è possibile risparmiare con l’ora legale nei mesi da aprile ad ottobre, secondo Terna, se ne potrebbero aggiungere altri 300 milioni qualora si decidesse di estendere l’ora legale anche al periodo invernale, raggiungendo così un risparmio annuo di 160 milioni di euro e di 400.000 tonnellate di anidride carbonica in meno nell’atmosfera.

Nonostante l’ora legale assicuri un minor consumo di elettricità ed una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il Parlamento europeo ha votato per la sua abolizione, a partire dal 2021.

Ciascun stato membro dell’Unione Europa potrà decidere autonomamente il proprio fuso orario, a patto di coordinarsi con la Commissione Europea per l’eventuale mantenimento dell’ora legale.

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