Le associazioni Legambiente, WWF e FAI hanno firmato un documento dal titolo Paesaggi rinnovabili. Il documento contiene 12 proposte per sviluppare, attraverso la pianificazione paesaggistica, l’eolico ed il fotovoltaico, accelerando così la transizione energetica.
La sfida che le associazioni si pongono per il prossimo futuro consiste nel coniugare lungimiranza e qualità nella progettazione e pianificazione paesaggistica con gli obiettivi della transizione energetica, per poter così fronteggiare la crisi climatica senza deturpare ulteriormente il paesaggio del nostro Paese. Piuttosto, ci si propone di riqualificarlo.
Ecco di seguito le 12 proposte per la sfida dei Paesaggi rinnovabili.
Indice dei contenuti
Proposta 1: Tutela dell’identità dei luoghi e partecipazione dei cittadini
Favorire forme partecipative reali più brevi e meno onerose ed estendere oltre le soglie previste le modalità del Dibattito Pubblico sono utili strategie per garantire una reale partecipazione dei cittadini ed il tempestivo coinvolgimento delle comunità cui i progetti riguardano.
Proposta 2: Rilancio della pianificazione paesaggistica regionale
La seconda proposta punta su uno strumento della legislazione italiana previsto dalla Legge Galasso nel 1985: il Piano Paesaggistico Regionale. Ogni regione dovrebbe co-pianificare con il Ministero della Cultura un proprio Piano Paesaggistico, in modo da semplificare le procedure di autorizzazione paesaggistica.
Proposta 3: Promozione di un piano nazionale straordinario per le Aree Idonee
Legambiente, WWF e FAI chiedono la promozione di un piano nazionale straordinario che individui quali sono le aree idonee per installare (o riqualificare) gli impianti per le energie rinnovabili.
Proposta 4: Istituzione di una Cabina di regia interministeriale per le energie rinnovabili
Alla Cabina di regia dovrebbero partecipare i Ministeri dello Sviluppo Economico, della Cultura, della Ricerca, dell’Ambiente e delle Infrastrutture in comunicazione con Enti nazionali come CNR, ISTAT e ISPRA.
Il fine è quello di favorire un approccio sistemico e multidisciplinare, nonché una maggiore collegialità nelle decisioni, per riqualificare la pianificazione e la valutazione d’area vasta.
Proposta 5: Varo di un programma straordinario di formazione paesaggistica permanente
Le tre associazioni firmatarie sottolineano al punto 5 l’importanza di investire sulla formazione permanente dei professionisti e del personale delle pubbliche amministrazioni già attivi in materia di paesaggio. Al centro della formazione deve essere posto il progetto di paesaggio, che dovrà includere la progettualità energetica.
Proposta 6: Sostegno alla nascita e alla diffusione delle comunità energetiche
La produzione di energia su piccola scala è di enorme importanza in quanto favorisce il controllo dal basso, responsabilizzando così i cittadini.
Inoltre la produzione energetica su piccola scala favorisce la nascita di comunità energetiche, elimina gli impatti paesaggistici ed in generale riduce i problemi autorizzativi.
Proposta 7: Predisposizione di un piano per lo sviluppo dell’agrivoltaico nelle aree rurali
Quando si considerano scenari di neutralità climatica, un contributo indispensabile proviene dagli impianti su scala industriale.
La moltiplicazione di progetti come le attuali centrali solari dalla potenza di 2 GW impone scelte di pianificazione territoriale. In questo senso dovranno essere priorizzate le aree industriali dismesse, le zone commerciali ed in generale quelle aree il cui suolo è contaminato o infertile. Il principio dovrà essere quello di evitare gli errori del passato: non occupare “neanche un ettaro di suolo fertile”, se non con l’agrivoltaico, che dovrà integrare, con la produzione di energia elettrica, il reddito dell’impresa.
Proposta 8: Predisposizione di piani speciali per il FV nelle aree industriali e commerciali, nelle aree dismesse e/o contaminate e (a certe condizioni) nei centri storici
La soluzione più razionale è procedere innanzitutto con l’installazione dei pannelli sugli edifici pubblici, sui tetti delle nuove costruzioni, nelle aree industriali e in generale in tutti quei luoghi dove l’impatto sul paesaggio sia trascurabile.
Poiché questo è sicuramente insufficiente, l’installazione dei pannelli solari su superfici di altro tipo (in certi casi anche nei centri storici) deve seguire il principio generale di non occupare suoli nuovi. Sono dunque necessari piani speciali per lo sviluppo di impianti fotovoltaici nelle aree dismesse o da recuperare e per l’installazione del FV sui tetti industriali e commerciali.
Proposta 9: Efficientamento degli impianti eolici esistenti
L’obiettivo rispetto all’energia eolica è quello di raddoppiarne la produzione entro il 2030, portando gli attuali 11,2 GW a 25 GW.
Grazie al repowering è poi possibile riequilibrare gli impianti eolici esistenti con tecnologie più efficienti e performanti, capaci di ridurre il numero di torri attualmente presenti. L’obiettivo su cui puntare, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi nazionali, è dunque quello di rinnovare l’attuale parco eolico. È stato infatti stimato che gli interventi di rinnovo ed efficientamento sugli impianti eolici esistenti aumenterebbero la potenza installata di 4,5 GW: più di un terzo della crescita prevista per il 2030.
Proposta 10: Promozione di formazioni professionali specifiche per elevare la qualità progettuale
La progettazione di nuovi impianti eolici dovrebbero essere vista come una vera e propria sfida, dove ogni progetto superi l’approssimazione dell’analisi di contesto di quelli già realizzati.
Ogni progetto è obbligato ad inserirsi armonicamente nel contesto territoriale di cui si è riscontrata la potenzialità anemometrica. Per dirlo diversamente: il progetto di paesaggio deve diventare il cuore del progetto di parco eolico.
Proposta 11: Incentivo della compartecipazione economica dei cittadini nei progetti
Legambiente, WWF e FAI sottolineano al punto 11 l’importanza del considerare il ruolo dei cittadini, i quali, attraverso forme di azionariato diffuso nelle compagini societarie, potrebbero trasformarsi nei protagonisti della transizione energetica. Le associazioni notano infatti come in passato sia spesso accaduto di assistere ad atteggiamenti poco rispettosi delle prerogative locali da parte di alcune aziende.
Proposta 12: Biometano ed economia circolare
Infine, la proposta finale si divide in 4 punti:
- Dissuadere il consumo inutile di suolo fertile e al contempo favorire quelle pratiche agricole capaci di aumentare la capacità di stoccaggio di CO2 del suolo.
- Armonizzare il quadro normativo in materia di biometano, escludendo la produzione agricola primaria finalizzata a produrre biocarburanti.
- Rivisitare tutti i Piani Regionali per l’Economia Circolare ed assicurarsi che includano piani specifici per il Benessere Animale, per ridurre considerevolmente il numero dei capi negli allevamenti zootecnici intensivi.
- Infine, rendere il quadro normativo per la produzione di biometano coerente e chiaro. Lo stesso vale, più in generale, per la produzione di tutte le materie prime e seconde dell’economia circolare.