Home  >  Energit time  >  Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili?

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili?

cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

da Redazione | 28 Dicembre 2021

Con il decreto Milleproroghe n.162 del 2019 sono state introdotte anche in Italia le comunità energetiche rinnovabili. Di cosa si tratta?

In questo articolo approfondiamo il tema, parlando di come si costituiscono e quali sono i benefici della condivisione di energia pulita.

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

Le comunità energetiche (CE) o Energy Community sono associazioni tra cittadini, attività commerciali, imprese o autorità locali che hanno l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici locali.

Le comunità energetiche rinnovabili sono uno strumento che consente a qualsiasi soggetto pubblico o privato (anche ai cittadini di uno stesso quartiere) di partecipare, tramite volontaria adesione ad un contratto, alla produzione di energia e contribuire a ridurre i costi per la transizione energetica, consumando localmente l’energia prodotta e incentivando il consumo energetico nelle ore in cui l’energia è prodotta da fonti rinnovabili.

Rappresenta un passo in avanti verso l’energia pulita e quindi verso la rivoluzione energetica a cui anche Energit partecipa. Da anni, infatti, puntiamo sulla qualità dell’impatto ecologico: ci impegniamo nella tutela dell’ambiente sostenendo la produzione di Energia Verde Certificata proveniente da fonti rinnovabili sarde. Scoprite tutte le nostre offerte e unisciti a noi!

Chi partecipa ad una comunità di energia rinnovabile ha dei benefici in termini di incentivi e restituzione di componenti della bolletta che derivano dal fatto di consumare localmente l’energia prodotta.

I valori su cui si fonda questo modello sono, infatti, principalmente due:

  • La lotta allo spreco energetico.
  • La condivisione di un bene fondamentale a un prezzo concorrenziale.

Attualmente il tutto è regolato da una disciplina sperimentale stabilita dall’Articolo 42 bis del Decreto Legge 30 Dicembre 2019, n. 162 e dall’articolo 119 del Decreto Legge 34 del 2020. Vediamo cosa stabilisce.

Cosa prevede la normativa?

Il decreto Milleproroghe rimarrà valido sino all’attuazione delle direttive europee in materia di fonti energetiche rinnovabili e mercato elettrico, che dovranno stabilire la disciplina a regime delle comunità energetiche.

Il concetto di comunità di energia rinnovabile era già presente da diversi anni in alcuni Paesi del Nord Europa come Danimarca e Germania, e anche nel Regno Unito, Spagna e Francia. In Italia, era possibile per i singoli cittadini o gruppi di aziende unirsi per finanziare l’installazione di un impianto condiviso e alimentato da energie rinnovabili, ma non era previsto che tale impianto potesse fornire energia a più utenze.

Il Decreto Milleproroghe recepisce l’adeguamento italiano alla Direttiva Europea n.2001 del 11/12/2018 in quanto a Fonti Energetiche Rinnovabili. Secondo la Direttiva EU l’energia proveniente da fonti energetiche rinnovabili è fondamentale per un mercato dell’energia equo e sostenibile, basato sull’economia circolare, che promuova l’innovazione tecnologica e porti allo stesso tempo benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.

Con la nuova legge le associazioni di cittadini, attività, aziende con uffici nello stesso edificio, potranno dotarsi di un impianto condiviso con una potenza complessiva inferiore a 200 kW, attivati successivamente all’entrata in vigore del D.L. Milleproroghe e quindi connessi alla rete successivamente al 1° marzo 2020, per l’autoproduzione di energia per il consumo immediato o per utilizzarla al momento del bisogno attraverso i sistemi di accumulo.

I cittadini continueranno a scegliere liberamente il proprio fornitore elettrico e potranno nominare un loro delegato per la gestione dei flussi con il Gestore dei Servizi Energetici.

Un altro punto che chiarisce la legge è che l’impianto deve essere connesso alla rete elettrica attraverso la stessa cabina di trasformazione media/bassa tensione da cui la comunità energetica preleva anche l’energia di rete. Non specifica, invece, la tecnologia rinnovabile da adottare, ma quella migliore in questo caso è il fotovoltaico.

L’obiettivo principale della creazione delle comunità energetiche rinnovabili deve essere quello di fornire benefìci ambientali, economici e sociali alla comunità stessa e all’area locale in cui questa opera.

Secondo il decreto i rapporti di condivisione devono essere regolati attraverso un contratto di diritto privato. Chi non cede l’energia (i consumer) può decidere in qualsiasi momento di lasciare la comunità energetica, onorando i contratti concordati precedentemente con i prosumer.

Come far parte di una comunità energetica?

Attraverso la Smart Grid ognuno può diventare parte di una comunità energetica rinnovabile. Chiariamo innanzitutto il concetto di Smart Grid.

La rete elettrica sta subendo una trasformazione: si è passati da una rete fisica centralizzata, con collegamenti one-to-one, cioè il gestore elettrico che fornisce energia alle case, a una rete digitale decentralizzata, con collegamenti one-to-one e many-to-many. Tale rete incorpora oltre ai necessari sensori di misura, anche i complessi algoritmi dell’intelligenza artificiale permettendo la partecipazione attiva del singolo individuo.

Dunque, la partecipazione è aperta a tutti. Chi possiede un impianto fotovoltaico connesso in rete può condividere con altri consumatori la sua energia in eccesso. Chiunque può far parte di una Energy Community che condivide energia pulita, evitando così sprechi energetici, riducendo i costi della bolletta e rispettando l’ambiente.

Se abitate in un condominio o in una casa singola o abbinata non fa differenza: per dare un contributo alla rivoluzione energetica vi basta avere un impianto fotovoltaico con accumulo. Ma anche chi non possiede un impianto può partecipare a tali comunità, purché i punti di immissione e prelievo siano ubicati su reti elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione media/bassa tensione.

I vantaggi

La prima cosa da fare per costituire la comunità di energia rinnovabile è individuare l’area dove si intende installare l’impianto di produzione o gli impianti della comunità e valutare, interrogando il distributore di zona, quali fra i potenziali membri siano nello stesso perimetro dell’impianto. Sottolineiamo che per membri si intendono persone fisiche, enti territoriali o PMI.

I più importanti distributori hanno già delineato delle procedure e prevedono di rispondere in circa 10 giorni lavorativi a queste richieste.

Una volta ricevuta dal distributore la risposta di quali soggetti possono partecipare, le persone ed enti interessati possono costituire il soggetto giuridico che si caratterizzerà come la comunità energetica rinnovabile. Ricordiamo che lo scopo non può essere un profitto di tipo finanziario.

La nuova comunità energetica dovrà quindi acquisire la disponibilità degli impianti da utilizzare per condividere energia pulita. Per autofinanziarsi in genere le modalità sono il convenzionamento con il Comune o altri enti territoriali, cioè il ricorso a finanziamenti statali agevolati.

Le comunità energetiche rinnovabili apportano numerosi benefici alle persone e entità coinvolte:

  • ambientali, perché si evita di produrre energia da fonti fossili (riducendo gli inquinanti e climalteranti) e di disperdere energia;
  • economici, grazie agli incentivi previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica, insieme ad altri contributi come il Bonus Casa e il Superbonus 110%. Nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza è previsto che nei comuni fino a 5 mila abitanti siano messi a disposizione delle Comunità finanziamenti agevolati;
  • sociali, grazie alla condivisione dei vantaggi economici e dei profitti finanziari con la comunità energetica.

Il cittadino facente parte di tali comunità, da un punto di vista pratico, continuerà a pagare la propria bolletta, ma con una certa periodicità – da stabilirsi nei regolamenti della comunità – riceverà un ricavo derivante dalla condivisione dell’energia. I costi energetici risulteranno quindi ridotti.

Pin It on Pinterest