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Quanto consuma una pompa di calore sempre accesa?

quanto consuma una pompa di calore sempre accesa

da Redazione | 30 Novembre 2021

In questi giorni le temperature si sono ulteriormente abbassate e bisogna mettersi al riparo dal gelo.

Per chi utilizza nella propria casa la pompa di calore o ha intenzione di installarne una, è fondamentale capire quanto consuma una pompa di calore sempre accesa e se ci sono dei modi per risparmiare in bolletta.

Specialmente oggi che tanti lavorano in smart working e quindi passano più tempo a casa, può essere utile sapere come comportarsi con gli impianti di climatizzazione domestici senza rinunciare al comfort: è meglio spegnere ogni tanto il sistema di riscaldamento o lasciarlo sempre acceso? Continua nella lettura di questo articolo per scoprirlo!

Come funziona la pompa di calore

La pompa di calore è un dispositivo in grado di estrarre calore dall’ambiente esterno e veicolarlo all’interno di un abitazione/ufficio. Trasforma in energia il calore presente nell’ambiente. Il suo funzionamento non produce emissioni inquinanti dirette e l’energia termica assorbita dall’ambiente esterno diventa 3-4 volte quella introdotta, con dei vantaggi sia sul costo della bolletta sia per quanto riguarda la questione ambientale. L’installazione di una pompa di calore è una scelta ecologica e fa risparmiare almeno il 40% della spesa in fattura.

Ne esistono diverse tipologie: pompa di calore aria-acqua, aria-aria, acqua-acqua, acqua-aria, terra-acqua (o geotermica). Occorre però fare una distinzione ulteriore tra 2 tipi:

  1. Inverter
  2. On-off

Il condizionatore Inverter ha un compressore modulante, ciò significa che lavora alla sua massima potenza solo in una prima fase (quando la temperatura ambiente non arriva a circa 2°C da quella impostata sul telecomando). Dopo di che si attiva la funzione inverter, il sistema continua a funzionare ma ad un consumo energetico molto ridotto, che permette il graduale raggiungimento della temperatura desiderata.

Il condizionatore on-off, invece, funziona sempre alla massima potenza, quindi consuma corrente in maniera costante, finché non viene spento o si spegne da solo quando sente che la temperatura ambiente è arrivata al valore impostato sul telecomando.

Questi ultimi non sono più a norma per quanto riguarda la climatizzazione estiva (gli split) ma non è così per le pompe di calore. Vediamo ancora qualche pro e contro di questi due sistemi:

  • Con l’inverter la durata massima del compressore è di circa 12-13 anni, mentre l’on-off dura anche fino a 30 anni.
  • Le pompe inverter non superano i 55 gradi di mandata a -10 gradi esterni, invece con l’on-off sono garantiti 65 gradi sino a -25 gradi esterno e quindi è più conveniente per coloro che abitano in zone piuttosto rigide che lasciano la pompa di calore sempre accesa.

Ci sono poi le pompe di calore che sono costituite da un’unità interna e una esterna. Vengono chiamate splittate, da cui il nome “split” che in inglese significa diviso. Al contrario, il riscaldamento monoblocco è un’unica apparecchiatura, in genere esterna, che contiene al suo interno tutti gli elementi del circuito frigorifero.

Da cosa dipende l’efficacia di una pompa di calore?

Possiamo individuare due fattori principali che influiscono sull’efficacia di una pompa di calore:

  1. Le condizioni climatiche
  2. Le temperature esterne

Quando state per acquistare una pompa di calore, ricordate di controllare il coefficiente di prestazione (COP, ovvero il Coefficient Of Performance) che mette in relazione la potenza termica che può essere generata e la potenza elettrica che viene utilizzata. Facciamo un esempio.

Se la pompa di calore procura 4kW all’impianto di riscaldamento, assimilando 1kW, il suo COP è 4. Questo significa che oltre a sfruttare l’energia elettrica che gli forniamo tramite l’alimentazione, sfrutta anche l’energia presente nell’aria. È dunque una tecnologia green, perché utilizza un’energia pulita sempre disponibile e illimitata.

Più la temperatura esterna è bassa più il COP si abbassa, man mano che si scende al di sotto dello zero il COP si avvicina ad 1.

Per sapere quanto consuma e quanto rende, bisogna misurare il rendimento stagionale. Conoscendo il COP si calcola in una prima fase una stima di rendimento stagionale, considerando le effettive condizioni di attività della pompa sull’impianto termico al quale si allaccia e valutando alcuni fattori come:

  • la zona climatica
  • la tipologia di impianto termico
  • la qualità ed efficienza della pompa di calore
  • l’accuratezza della progettazione e la posa dell’impianto

Consumo di una pompa di calore: come si calcola

Quando si sta per acquistare un elettrodomestico qualsiasi una delle prime domande che ci si pone è “quanto consuma?”. Oltre al prezzo, infatti, è fondamentale conoscere quanto ci costerà in bolletta.

Nel caso del riscaldamento è bene calcolare quanti kWh termici servono per riscaldare la casa per tutto l’inverno. Chi vi segue nell’installazione può farvi una stima che dipenderà: da come è stato realizzato l’involucro della casa, dall’isolamento del tetto, dalla trasmittanza degli infissi, dall’esposizione della casa verso sud, ecc.

Facciamo un esempio per capire quanto consuma una pompa di calore sempre accesa per evitare spiacevoli sorprese quando arriva la bolletta.

Una comune pompa di calore da 5 kW può assimilare tra i 500 W e i 2.000 W, ma il consumo di elettricità non è costante perché può variare dalla prima ora dell’accensione a quelle successive. Quando viene accesa, essa incamera una quantità di energia elettrica più elevata per poter arrivare rapidamente alla temperatura desiderata, consumando anche 2kWh solo nella prima ora. Quando raggiunge la temperatura voluta, la pompa di calore, se tenuta ancora accesa, nelle ore seguenti arriva a consumare solo 0,5 kWh all’ora.

Ovviamente i consumi elettrici della pompa di calore sono superiori nella stagionale invernale, arrivando sui 1.000 kWh, con una spesa mensile di circa 200 euro, ma dipende anche dalla capienza degli ambienti.

Dunque, per calcolare quanto consuma una pompa di calore sempre accesa bisogna far riferimento alla potenza assimilata dal dispositivo che potete leggere anche sul libretto delle istruzioni.

Per calcolare il consumo giornaliero di una pompa di calore si può utilizzare il wattmetro, uno strumento che va collegato alla pompa e introdotto in una presa di corrente, grazie al quale si sanno i kWh che assorbe l’apparecchio in uno specifico intervallo di tempo e si quantifica la spesa quando si conosce il costo a kWh in base alla bolletta.

Conviene lasciare la pompa di calore sempre accesa?

Se vi state domandando se consuma di più lasciare la pompa di calore sempre accesa piuttosto che spegnerla e poi riaccenderla, la risposta è che tenendo impostato il condizionatore ad una temperatura bassa di circa 17°, si attiverà quando l’ambiente interno sarà di circa 15,5 gradi e lavorando alla potenza minima riporterà la temperatura a 17°, tenendola costante fino al mattino seguente. Dunque, lasciandola accesa ma ad una temperatura bassa, consumerà meno perché lavorerà al minimo della potenza.

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Infatti, ci sono diverse possibilità di abbinare la pompa di calore ad un sistema di accumulo elettrico/termico per massimizzare l’autoconsumo energetico di un impianto fotovoltaico. Diviene così un’ottima soluzione di efficienza, risparmio energetico ed economico!

Infine, ricordate di monitorare sempre il funzionamento della pompa di calore in modo tale da evitare il guasto o garantire un intervento di assistenza tempestivo per avere sempre una casa riscaldata.

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