In questi mesi l’Italia sta affrontando una cosiddetta “tempesta perfetta” per quanto riguarda i costi dell’energia: una vera e propria crisi energetica alimentata da una congiuntura sfortunata di fattori che si riflette in un caro bollette senza precedenti.
Secondo i dati dell’ARERA, il primo trimestre 2022 ha fatto registrare un aumento dell’energia elettrica del 55% e del 42% del gas.
Quali sono le vere cause di questo fenomeno?
L’aumento della bolletta elettrica è dovuto principalmente all’incremento del prezzo del gas sui mercati internazionali (da cui dipende oltre il 40% della produzione elettrica italiana), ma anche al COVID, a fattori meteo sfavorevoli e a tensioni geopolitiche internazionali in ambito energetico.
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La misura dei rincari: da 22€/MWh a oltre 280 €/MWh
A partire dall’istituzione della borsa elettrica italiana nel 2004 (principale luogo di scambio all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia), fino al 2019 (pre-Covid) il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica ha registrato quotazioni medie annuali comprese tra i 43 e gli 87 euro per megawattora venduto.
Con il COVID e il lockdown del 2020, si è verificata una fortissima contrazione del fabbisogno energetico globale che a fronte di un’offerta sovrabbondante, aveva comportato un crollo storico del prezzo dell’energia elettrica: circa 22 €/MWh a maggio 2020 in Italia, con fenomeni analoghi a livello globale.
Con la ripresa economica, dal secondo semestre 2021, si è verificato un picco di domanda di energia a fronte di un’offerta limitata e ridotta che nel mese di dicembre 2021 ha determinato il record nella storia del mercato elettrico: una media mensile di 281,24 €/MWh, con un picco orario di 533,19 €/MWh. Il Cliente finale ha la percezione che i costi in bolletta per luce e gas siano raddoppiati, ma in realtà, se non fosse per l’intervento dello Stato, l’aumento bolletta luce sarebbe quantomeno quadruplicato per un cliente medio.
Anche colpa del Covid: uno squilibrio senza precedenti tra domanda e offerta
Tra i fattori che hanno determinato l’aumento energia elettrica c’è anche il Covid. La pandemia ha bloccato per oltre un anno le principali economie europee, generando inizialmente un brusco crollo dei consumi industriali che hanno portato nel maggio 2020 al picco storico al ribasso del mercato elettrico, per un prezzo di vendita sul mercato inferiore ai costi di produzione: tante centrali hanno deciso di interrompere la produzione, alcune anche definitivamente. In seguito alla ripresa economica, il boom di domanda a fronte di un’offerta limitata e ridotta ha causato un aumento dei prezzi dell’energia elettrica senza precedenti.
Gas naturale, freddo e “siccità di vento”
L’inverno 2021 ha fatto registrare temperature estremamente rigide che hanno indotto un forte incremento del fabbisogno di gas naturale al punto da costringere diversi paesi europei ad attingere dalle proprie riserve strategiche: alla fine del 2021, al fabbisogno di gas ordinario si è aggiunto un fabbisogno di gas straordinario necessario a ripristinare tali riserve, con il risultato di una carenza di gas e in rete e un incremento progressivo e vertiginoso del prezzo di acquisto all’ingrosso. Di riflesso, anche l’energia elettrica (fortemente dipendente dal gas naturale) ha subito lo stesso effetto, aggravato da un fabbisogno straordinario a fronte di un’offerta limitata e soggetta a costi di produzione sempre maggiori, anche a causa dell’aumento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 in atmosfera (che incidono sui costi di produzione dell’energia elettrica).
Come se non bastasse, nel 2021 l’Europa ha subito un fenomeno meteorologico di “siccità di vento” che ha ridotto significativamente la produzione eolica, compensata da una maggiore produzione a base di fonti fossili, tra cui il gas naturale.
Fattori internazionali
La Russia (che da sola eroga circa il 41% del fabbisogno europeo di gas naturale ed è il principale fornitore italiano) sta attuando una strategia economica e geopolitica che di fatto limita l’ingresso del gas in Europa (pur operando nel rispetto degli obblighi contrattuali non immette in rete le eccedenze necessarie); questa strategia, sommata alle tensioni sul fronte ucraino, partecipa significativamente all’aumento del prezzo del gas, a maggior ragione con le tensioni politiche tra Stati Uniti e Europa (in particolare la Germania).
Inoltre, la Francia, da cui importiamo una quota significativa della nostra energia, ha annunciato lo spegnimento di diverse importanti centrali nucleari per manutenzioni non prorogabili: tale azione ha ridotto l’offerta di energia elettrica in Francia e un conseguente aumento del prezzo.
Transizione ecologica: l’aumento delle quote di emissione di CO2
Il rispetto degli obblighi europei per la transizione ecologica induce una disincentivazione della produzione di energia elettrica da fonti fossili, che si traduce in un maggiore costo attribuito alle centrali elettriche alimentate da combustibili fossili per l’emissione di CO2 in atmosfera: tali costi, raddoppiati nel corso del 2021, hanno avuto un impatto sui prezzi dell’energia significativa anche se non determinante.
La soluzione? Il risparmio energetico, energie rinnovabili e incentivi
Quanto durerà questa crisi? Sicuramente l’aumento energia elettrica è un fenomeno limitato nel tempo che lentamente andrà ad attenuarsi, ma secondo diversi analisti ci vorrà molto per riportare i prezzi ai valori di qualche anno fa, ammesso che il mercato lo consenta.
Il Mercato libero dell’Energia elettrica subisce questi fenomeni passivamente, costretto a tensioni economiche, finanziarie e creditizie sempre maggiori. Se la soluzione, dunque, non può essere il prezzo, l’unica opzione è ridurre i consumi investendo su soluzioni di risparmio energetico e produzione di energia elettrica da fonti rinnovali, a maggior ragione ora che sia lo Stato che il mercato stesso incentivano tale evoluzione.
Stiamo vivendo un importante momento storico, il cambio del nostro paradigma energetico.