Quanto consuma un condizionatore?

quanto consuma un condizionatore in euro e in watt, esempi, consigli per risparmiare

da Redazione | 24 Luglio 2024

Il condizionatore è un alleato prezioso durante le calde giornate estive; l’aria condizionata è infatti in grado di regalare un piacevole sollievo e rendere l’ambiente confortevole nelle nostre case. Tuttavia, è importante tenere sotto controllo i consumi energetici, specialmente se si ha la tentazione di lasciare il condizionatore acceso per l’intera giornata.

Prima di scoprire quanto consuma un condizionatore, analizziamo i vari fattori che incidono sui consumi e poi faremo un confronto con altri apparecchi. Troverete infine anche dei consigli per ridurre i costi in bolletta.

Chi ha inventato il condizionatore e come funziona?

Il padre del condizionatore è il giovane ingegnere americano Willis Haviland Carrier. Era il 1902 quando per la prima volta venne installato in una tipografia di Brooklyn per raffreddare l’aria umida che rendeva difficile il corretto trattamento della carta e degli inchiostri. I gas utilizzati che inizialmente erano tossici, vennero sostituiti anni dopo con i clorofluorocarburi rivoluzionando così il modo in cui viviamo e lavoriamo.

Oggi per condizionatore d’aria si intende una macchina termica finalizzata, a seconda dell’esigenza, ad alzare o abbassare la temperatura di un determinato ambiente. Secondo quanto d’obbligo nell’etichetta energetica europea, la potenza di un condizionatore può essere misurata in Kw, frigorie/h o BTU/h.

Per quanto riguarda il funzionamento di un condizionatore, questo si basa sullo stesso impiegato da frigoriferi o pompe di calore: si tratta di un ciclo termodinamico dove, grazie alla presenza di un liquido refrigerante, da un lato di energia viene sottratta energia che verrà poi ceduta al lato opposto del circuito stesso.

Gli elementi essenziali che costituiscono un condizionatore sono:

  • Un compressore, finalizzato a comprimere il fluido refrigerante (e dunque ad aumentarne la pressione). Poiché il liquido refrigerante a questo stadio si trova allo stato gassoso, aumentarne la pressione equivale ad aumentarne la temperatura. Questo significa che al momento in cui il gas uscirà dal compressore avrà una temperatura maggiore rispetto a quando vi ha fatto ingresso.
  • Un condensatore, con lo scopo di condensare il gas riportandolo allo stato liquido. Durante questo passaggio (detto esotermico) il gas cede calore, il quale verrà disperso nell’ambiente tramite una superficie di scambio.
  • Un organo di laminazione: ovvero una strozzatura della condotta che può essere fissa (un tubo capillare) o variabile (come una valvola di laminazione termostatica o elettronica). Quando il liquido passa in tale strozzatura è sottoposto a perdite di carico localizzate e, dunque, la sua pressione e la sua temperatura diminuiscono.
  • Un evaporatore, ovvero uno scambiatore di calore che favorisce la vaporizzazione del liquido refrigerante. Si tratta di un processo (detto endotermico) che assorbe calore dall’esterno mediante una superficie di scambio.
  • Infine, un filtro d’aria posto atto a depurare l’aria emessa da polveri o altre particelle solide in sospensione.

Cosa influenza il consumo di un condizionatore?

I fattori che incidono sul consumo di un condizionatore sono molteplici e vanno presi in considerazione per ottimizzare l’efficienza energetica.

  • In primo luogo, la tipologia del condizionatore gioca un ruolo fondamentale: quelli portatili, ad esempio, nonostante il prezzo iniziale più abbordabile, tendono a consumare di più rispetto a quelli fissi. Questo è dovuto alla dispersione d’aria fresca, collegata al fatto che, per funzionare, sfruttano un foro della finestra attraverso il quale un tubo fa fuoriuscire l’aria calda. Nel caso il condizionatore sia dotato di tecnologia a pompa di calore, bisognerà valutare se sia preferibile un modello monosplit o uno multisplit. La scelta tra modelli monosplit e multisplit dipende dalla necessità di climatizzare più stanze con un unico apparecchio (multisplit) o meno (monosplit).
  • L’efficienza energetica, indicata dalla classificazione energetica (segnati oggi con una nuova scala da G ad A, dove la classe D equivale alla vecchia classe A+++), è un altro aspetto cruciale, poiché un modello di classe energetica più elevata (A) garantisce minori costi di esercizio e minor impatto ambientale.
  • Anche le condizioni metereologiche influiscono sul consumo, poiché in condizioni di elevata temperatura esterna, il condizionatore richiederà più energia per mantenere una temperatura interna confortevole.
  • Un buon isolamento termico dell’abitazione riduce il consumo energetico, consentendo al condizionatore di mantenere più facilmente la temperatura desiderata.
  • Le ore e le modalità di utilizzo del climatizzatore.
  • La tecnologia inverter, presente nella maggior parte dei condizionatori, contribuisce a ridurre i consumi, mantenendo la temperatura costante con una minore variazione.
  • La tariffa del fornitore. Con la fornitura Energit, i consumi ve li regaliamo noi! La vostra bolletta sarà ridotta e potrete usare il nuovo climatizzatore ad alta efficienza per 12 mesi senza pagarne i consumi.
  • Infine, la potenza del condizionatore, che deve essere adeguata alle dimensioni della stanza o in generale dell’ambiente da climatizzare per evitare sprechi energetici.

Quanto consuma un condizionatore e quanto si spende

Un condizionatore può consumare dai 160 ai 430 kWh/anno pari a 480 ore di utilizzo alla potenza di 0,9 kW. I numerosi fattori che influiscono sui costi legati ad un condizionatore rendono impossibile dire in maniera univoca quanto consuma un condizionatore in euro. Possiamo però dare una scala di valori che vada da un costo minimo relativo alle condizioni più auspicabili ad un costo massimo per le situazioni di maggiore inefficienza.

Per sapere quanto consuma un condizionatore in euro è sufficiente moltiplicare il valore relativo al consumo medio dell’apparecchio per le ore di utilizzo e per il costo dell’energia elettrica (ovvero la tariffa applicata dal proprio fornitore).

Per dare dei valori medi indicativi: se considerassimo un costo dell’elettricità pari a 0,50 € al kWh ed un tempo di utilizzo giornaliero medio di 8 ore, un condizionatore di alta classe energetica installato in un’abitazione che rispetti i vari parametri di efficienza consumerà circa 2 € al giorno. Tale cifra potrà salire anche fino a 8 € se il modello del condizionatore è particolarmente energivoro e se l’abitazione inefficiente. I costi mensili andranno dunque mediamente dai 60 fino ai 240 €.

È chiaro, dunque, come il prezzo vari notevolmente in base ai fattori: noteremo ancora di più la differenza di prezzo considerando un periodo trimestrale. Sempre in riferimento ai due casi estremi sopramenzionati andremo da un minimo di 180 € per la situazione più energeticamente efficiente fino ad un massimo di ben 720 €.

Quanto consuma un condizionatore in un’ora?

Un condizionatore di classe A se utilizzato per un’ora al giorno può arrivare a consumare circa 2 kWh. Se impiegato un’ora al giorno per raffrescare l’ambiente, considerando un costo dell’energia elettrica di 0,25 €/kWh consuma in euro 0,50 euro, cifra che può triplicare se si utilizza l’apparecchio per più ore al giorno.

Quanto consuma un condizionatore acceso 24 ore?

Per conoscere il consumo del proprio condizionatore è necessario consultare la scheda tecnica dell’apparecchio, nella quale sono indicati il consumo energetico minimo e quello massimo in modalità di raffreddamento. Solitamente, si parla di un range di potenza: per fare un esempio, il range di potenza di un condizionatore potrebbe essere compreso fra 400 e 1300 W.

Dopo aver letto tale dato, è necessario dividere queste cifre per 1000, così da ottenere la quantità di energia consumata in chilowattora (kWh).

Nel nostro esempio, parleremo dunque di un consumo energetico orario che varia da un minimo di 0,4 kWh fino ad un massimo di 1,3. Per poi collegare questo dato all’effettivo costo in bolletta, sarà necessario moltiplicare i kWh per il costo orario dell’energia.

È chiaro allora come definire il consumo di un condizionatore acceso 24 ore non sia affatto semplice, in quanto si parla sempre di un range: il condizionatore consumerà di più alla prima ora rispetto che alla seconda, consumerà di più nelle ore in cui lo sbalzo di temperatura fra interno ed esterno è maggiore e via dicendo. Ciò significa che moltiplicare un dato (come il nostro 1,3 kWh) per 24 è sicuramente fuorviante. Può essere però utile per ottenere un range che vada da un dato minimo ed uno massimo di consumo, relativi al condizionatore in questione.

Il condizionatore consuma più a caldo o a freddo?

Chiedersi se il condizionatore consuma più a caldo o a freddo è una domanda basata sui fattori sbagliati: ciò che influenza il consumo del condizionatore non è tanto l’impostazione di riscaldamento o rinfrescamento, quanto piuttosto i numerosi fattori che abbiamo menzionato sopra.

Quanto consuma un condizionatore da 9000 btu?

I consumi di un condizionatore, come detto, sono determinati da numerosi parametri e non solamente dalla potenza della macchina (in questo caso misurata in BTU/h) o dai valori di consumo segnati in etichetta. Se consideriamo un condizionatore da 9000 btu con un valore di efficienza (Energy Efficiency Ratio) di 10, il consumo, secondo una stima generale, sarà di 900 Watt all’ora ovvero 0,9 kWh per ogni ora di funzionamento. Se ipotizziamo che resti acceso 8 ore al giorno, consumerà 7,2 kWh che in euro si traduce in un costo di 1,44 euro (se il costo dell’energia elettrica è di 0,20 €/kWh).

Quanto consuma un condizionatore da 12000 BTU?

Possiamo fornire un valore indicativo: un condizionatore da 12000 BTU consuma circa 1000 Watt ogni ora, valore che oscillerà da un minimo di 300 Wattora (per i modelli a risparmio energetico) fino ad un massimo di circa 1500 Wattora nel caso si tratti di modelli poco efficienti.

Quanto consuma un condizionatore portatile

I condizionatori portatili sono ideali per raffreddare piccoli spazi, non richiedono installazione e hanno un costo iniziale inferiore rispetto ad un condizionatore fisso, ma sono meno efficienti di quest’ultimi.

Per capire il loro consumo energetico consideriamo un condizionatore portatile da 9000 BTU: il suo consumo sarà di circa 1000 watt (1 kWh). Per 8 ore di funzionamento consumerà perciò 8 kWh, che equivale in euro ad un costo giornaliero di 1,60 euro (se il costo dell’elettricità è pari a 0,20 €/kWh).

Consuma più il condizionatore o il deumidificatore?

Quale dei due scegliere per consumare meno?

Il condizionatore consuma di più rispetto al deumidificatore; quest’ultimo assicura quindi un notevole risparmio in termini economici rispetto al condizionatore, ma non sempre offre maggiori vantaggi.

Per capire la differenza principale in termini economici e, dunque di consumo, tra i due dispositivi, è necessario fare chiarezza sulle diverse modalità di funzionamento.

La principale funzione del condizionatore è quella di refrigerare l’ambiente e, in alcuni casi, di riscaldarlo, con una potenza differente a seconda del modello, che dovrà essere acquistato in base alle dimensioni della stanza. Il deumidificatore ha invece esclusivamente la funzione di rendere l’aria più secca e respirabile, offrendo maggiore benessere e limitando gli sbalzi di temperatura spesso legati all’uso del condizionatore.

In linea di massima, un deumidificatore, la cui potenza è pari a circa 200/300 Wconsuma circa 0,2/0,3 kWh nella prima ora in cui viene utilizzato per poi ridurre la quantità di energia consumata nelle ore successive.

Il condizionatore, soprattutto se si acquista un modello che includa la funzione di deumidificazione, tende a consumare meno soltanto nei primi 30 o 40 minuti ma, quando il tasso di umidità sarà calato, dovrà sfruttare più energia per utilizzare la funzione di refrigerazione dell’ambiente e richiederà più corrente per riuscire a ridurre ulteriormente il tasso di umidità.

Questo avviene perché quando si utilizza il climatizzatore in deumidificazione, l’aria, in seguito ad un contrasto tra aria calda e batteria fredda del condizionatore, si satura con il raffreddamento fino al il punto di rugiada, per raggiungere il quale sarà richiesto un elevato consumo di energia.

Ciò significa che anche optando per modelli a risparmio energetico, il climatizzatore consumerà sempre di più di un deumidificatore utilizzato alla massima potenza, pur offrendo maggiori vantaggi a livello pratico.

Anche in termini di manutenzione, il deumidificatore assicura un maggiore risparmio in termini economici in quanto per mantenere la sua efficienza richiede esclusivamente un’adeguata pulizia dei filtri e lo svuotamento della vaschetta dell’acqua.

Al contrario, il condizionatore necessita di interventi più costosi che ne ottimizzino il funzionamento, che oltre alla regolare pulizia dei filtri, che richiede spesso il ricorso a personale qualificato che si occupi di altri aspetti più tecnici come il controllo della pressione del gas refrigerante all’interno dell’apparecchio.

Se è vero, da una parte, che per risparmiare sulla corrente è meglio optare per un deumidificatore, dall’altra è necessario ricordare che questo dispositivo non controlla la temperatura della stanza, riscaldandola o raffreddandola, ma si limita esclusivamente ad eliminarne l’umidità in eccesso.

Consuma più energia il climatizzatore o il ventilatore?

Condizionatori e ventilatori sono le scelte più comuni per garantire benessere e sollievo dalle giornate afose ma si differenziano per caratteristiche e consumi di elettricità.

Se è vero da una parte che il condizionatore offre un sistema di raffrescamento più efficiente, dall’altra il ventilatore risulta essere la soluzione più vantaggiosa in termini economici in quanto il suo consumo è 15 volte inferiore rispetto a quello di un climatizzatore.

La spesa legata all’uso del condizionatore per almeno 12 ore al giorno ha un costo medio di circa 3 euro, che genera un incremento sulla bolletta di 160 euro, per quanto i modelli a tecnologia inverter e i dispositivi ed un corretto settaggio delle impostazioni possano ridurre notevolmente la spesa in bolletta.

Il ventilatore ha un consumo molto meno elevato rispetto al climatizzatore, che dipende strettamente dal tipo di modello, dalla potenza assorbita e dalle modalità di utilizzo.

Il ventilatore, se acceso per 12 ore, in media ha un costo che oscilla tra i 2 e i 5 centesimi l’ora; pertanto, permette di spendere dai 25 ai 60 centesimi al giorno contro i 3 euro spesi per l’uso del condizionatore.

Per capire quanto consuma un ventilatore è comunque possibile moltiplicare la potenza massima assorbita, indicata generalmente sul prodotto stesso, per il numero di ore in cui lo si utilizza.

In alternativa è possibile acquistare un misuratore di corrente, che adeguatamente collegato al dispositivo, permetterà di indicarne in maniera istantanea gli effettivi kWh assorbiti.

Come pulire i filtri del condizionatore?

Ecco una guida su come pulire il condizionatore.

Come ridurre i consumi del condizionatore

Per assicurarsi un consumo minimo e dunque un basso costo in bolletta è necessario prestare attenzione a vari elementi.

  • Quando acquistate un nuovo condizionatore, optate per uno con un’alta classificazione energetica per massimizzare l’efficienza.
  • Effettuate una regolare manutenzione dell’apparecchio per garantirne il funzionamento efficiente nel tempo.
  • Accendete il condizionatore solo nelle stanze in cui è davvero necessario e non necessariamente in tutti gli ambienti della casa.
  • Utilizzate l’impostazione eco, se disponibile.
  • In una giornata particolarmente calda, accendete l’aria condizionata presto per evitare che la temperatura interna aumenti troppo ed il condizionatore necessiti di maggiore energia per lavorare.
  • Assicuratevi di scegliere un condizionatore delle giuste dimensioni per la vostra casa, evitando di optare per uno troppo grande o troppo piccolo, poiché ciò influirà sul consumo energetico.
  • Posizionate correttamente il condizionatore in una zona ombreggiata della stanza e assicuratevi che non ci siano ostacoli al flusso d’aria intorno all’unità esterna.
  • Regolate la temperatura in modo appropriato, evitando eccessivi sbalzi termici. Idealmente, nel periodo estivo non dovrebbe essere inferiore ai 25°C e la differenza di temperatura fra l’interno e l’esterno deve essere compresa fra i 6 e gli 8°C.
  • Investite in un climatizzatore intelligente che possa essere spento anche da remoto, quando non necessario.
  • Infine, considerate di migliorare l’isolamento domestico con interventi come la sostituzione di vecchie finestre o lavori di isolamento degli edifici, che potranno ridurre i consumi elettrici nel lungo termine.

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